Capitolo XLIII

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Salì sul jet privato che ci avrebbe portati a Parigi in meno di due ore. Anche se non l’avevamo mai fatto fino a quel giorno avevamo deciso di viaggiare anche con i ragazzi, tutti insieme, all’inizio Max non era convinto, preferiva che stessimo da soli ma sapevo quanto fosse importante sentire il supporto dei suoi amici così alla fine aveva accettato. Così eravamo di nuovo tutti uniti pronti ad affrontare quella giornata, non era l’intervista a spaventarmi ma le domande che avrebbero potuto fare a Max e cosa sarebbe accaduto con Charles. 

George e Lando russavano sonoramente sulle loro poltroncine, Max invece stava con lo sguardo fisso fuori dal finestrino con le cuffiette nelle orecchie, riuscivo ad avvertire la sua preoccupazione ma in quel momento aveva bisogno di stare per conto suo. Mi sedetti di fianco a Pierre che era l’unico in vena di parlare 
<<Sei agitata?>> chiese 
<<Sarei una bugiarda se dicessi il contrario, per quanto riguarda la mia scelta non ho ripensamenti, dovevo esserci non solo per Max ma anche per me stessa>>
<<Questo significa che uscirete finalmente allo scoperto? Siete pronti a rivelare la vostra storia ufficialmente?>> chiese con un espressione imperturbabile sul volto
<<Io lo amo Pierre, non pensavo nemmeno che fosse possibile amare talmente tanto una persona. Non è stato facile arrivare fino a qui ma ce l’abbiamo fatta e siamo più forti di prima, ho cercato di allontanarlo a volte. L’ho fatto aspettare a causa delle mie incertezze ma lui è sempre tornato da me, è sempre lì>> confessai aprendo il mio cuore <<In parte devo ringraziare anche te per questo Pierre, magari sarebbe accaduto lo stesso ma l’ho conosciuto davvero proprio quando tu mi hai convinta a tornare a Monaco>> aggiunsi
<<Già, lo so bene>> sussurrò con voce affranta con lo sguardo basso

Non riuscivo a capire perchè si fosse rattristato all’improvviso, gli strinsi la mano poggiando la testa sulla sua spalla
<<Mi vuoi dire cosa ti turba? Sento che non mi stai dicendo qualcosa Pierre>> 
Inspirò prima di parlare <<Sono venuto a trovarti in ospedale a Milano quando sei stata ricoverata ma tu stavi dormendo, ti sei svegliata poco dopo e io me ne ero già andato>>
<<Perchè non me l’hai detto Pierre? Avresti dovuto…>> mi interruppe
<<Ho espressamente vietato a Max di dirtelo>> ammise
<<Per quale assurdo motivo?>> domandai incredula
<<Dal primo giorno in cui l’hai incontrato ho capito che lui avrebbe potuto farti ricominciare a vivere davvero, ed è quello che sta facendo e forse…non lo so…ho pensato che non avessi più bisogno di me Lisa>>
<<Questa è una sciocchezza, lo sai vero? Tu ti sei preso cura di me come un fratello Pierre, abbiamo condiviso tutto, sei parte di me e avrò sempre bisogno di te…sempre>> dissi con sincerità
L’ombra di un timido sorriso apparve sul suo volto quando mi sedetti sulle sue ginocchia proprio come quando eravamo piccoli e Pierre era il mio “posto sicuro nel Mondo”, mi abbracciò e le mie palpebre si fecero pesanti all’improvviso e mi addormentai. 

Poco prima dell’atterraggio fu Max a svegliare sia me che Pierre, mi sfiorò la guancia senza proferire parola e mi sembrò di intravedere uno sguardo di rimprovero e rabbia rivolto a Pierre da parte sua, sicuramente me l’ero immaginato. Dopo l’atterraggio un'automobile nera ci aspettava fuori dall'aeroporto, salì nella parte posteriore con Max e Lando. 
Infilai le dita tra i capelli color caramello di Max cercando di non spettinarlo
<<Va tutto bene?>> chiesi sottovoce
Lui mi sorrise intrecciando le nostre dita <<Sto bene, ti amo Lisa, non sai quanto>> mi baciò con forza stringendo il mio viso tra le mani
<<Ce la faremo, insieme anche stavolta>> promisi

Il grattacielo in centro a Parigi dove i ragazzi avrebbero fatto l’intervista ci accolse in tutta la sua imponenza ma non entrammo dall’ingresso principale bensì da un’entrata secondaria dove non ci sarebbero stati tifosi, per evitare eventuali ritardi. Mi chiesi se Charles fosse già arrivato e se qualcuno l’avesse avvertito della mia presenza ma dubitavo si trovasse già all’interno, Charles è sempre stato un ritardatario. 
In redazione ci indicarono dove andare per iniziare dal servizio fotografico, Max non aveva lasciato la mia mano per un solo istante, stava al mio fianco ma riuscivo a sentire che non era tranquillo. Mentre attendevamo per sapere chi sarebbe stato il primo a fare il photo shooting, si spalancarono le porte dell’ascensore a fianco a noi e rivelarono quegli occhi verde smeraldo che avrei sempre riconosciuto. 

Quando si accorse della mia presenza notai un sorriso farsi largo sul suo volto ma dopo qualche secondo si spense perché notò Max al mio fianco e le nostre dita intrecciate. Era la prima volta che io  e Charles ci vedevamo da quando me ne ero andata da Torino per tornare da Max a Monaco. Volevo che fosse tutto come ci eravamo promessi senza rabbia o risentimento, mi alzai e gli andai incontro
<<Lisa…cosa ci fai qui?>> chiese incredulo
<<Ho accompagnato Max e i ragazzi>>
Lui non aggiunse altro, annuì semplicemente
<<Come stai?>>  chiese <<So tutto del tuo ricovero, ho sempre scritto a Pierre ma non mi hanno permesso di venire a trovarti, non volevano darti altre preoccupazioni. Ti giuro che ti ho pensata, ogni singolo giorno>>
<<Non devi preoccuparti, sto bene ora>> dissi sorridendo
Allungò una mano verso di me, sistemandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio, scostai la sua mano <<Charles…non posso>>

Nello stesso istante chiamarono Max, era il suo turno per il servizio fotografico, mi fiondai tra le sue braccia, mi lasciò un bacio delicato sulla fronte e lanciò uno sguardo a Charles che non riuscì a decifrare poi ci ritrovammo nell’enorme sala adibita alle foto
<<Andrà alla grande, tu sei splendido Max>> lo baciai 
Una giovane fotografa iniziò con i primi scatti di profilo, intanto osservavo i lineamenti di Max tesi e contratti, sorrisi incoraggiandolo a rilassarsi ma lo notai scuotere la testa inspirando dopo l'ennesimo scatto.
<<Scusi, ci dà un istante?>> chiesi alla fotografa
Mi avvicinai a Max, consigliandogli di calmarsi e inaspettatamente mi attirò a sé baciandomi con trasporto, fu come non sentire più il pavimento sotto i piedi mentre le sue mani avvolgevano i miei fianchi. Sentì il rumore della macchina fotografica e staccai da Max
<<Vi chiedo scusa, questa foto non era prevista ma eravate meravigliosi non potevo far finta di nulla, sarete voi a decidere se farcela pubblicare o meno>> disse cordialmente
<<Certo che voglio, ha il mio pieno consenso>> rispose Max
Mi strinse a sé mentre continuavo a ridere e a sorridere per l’imbarazzo ma anche la felicità completamente inaspettata di quel momento. 

Circa due ore dopo Max era molto concentrato durante la sua intervista, in cui fino a quel momento le domande che gli avevano rivolto avevano valorizzato molto il suo percorso durante la stagione, esaltavano il suo approccio durante le gare mentre provava ad avvicinarsi al suo primo titolo mondiale, fronteggiando il sette volte campione del Mondo come Lewis Hamilton. L’intervista era quasi terminata quando la giornalista seduta al suo fianco gli mostrò il video di Charles su Instagram che avevamo visto anche noi meno di due giorni prima, chiese un commento a Max che rispose a tono senza timore
<<Rispetto pienamente il pensiero di Charles così come il rapporto che ha avuto con Lisa ma deve valere lo stesso per lui. L’unica cosa che davvero conta per me è Lisa, ed è stato così dal primo giorno in cui l’ho conosciuta, niente e nessuno può cambiare questo>>
<<Credo che tutti vogliano sapere come stanno le cose tra voi due ora?>> chiese la giornalista
<<Vi basta sapere che ci amiamo e siamo felici insieme>> dichiarò Max
<<E per quanto riguarda voi due come piloti?>>
<<Per quello vi basterà dedicare la vostra attenzione a ciò che succede in pista, non al di fuori>> 

Ero fiera di come Max aveva gestito la tensione senza essere indisponente e senza fare dichiarazioni inadeguate. Aspettammo i ragazzi mentre facevano le interviste, quando finirono, non esitammo ad avviarci all’uscita mentre anche Charles si era unito a noi chiacchierando con Pierre e George. All’ultimo momento dissero che avremmo dovuto utilizzare l’uscita principale dell’edificio parigino, non appena le porte scorrevoli si aprirono ci ritrovammo sommersi dalle urla e dai fan che volevano l’autografo dei piloti attorno a me. Alcuni flash dei giornalisti iniziarono ad accendersi disturbando il mio campo visivo. Guardai Max mentre sentivo l’ansia crescere dentro di me. 
Se ci avessero visti insieme in quell’occasione non saremmo più tornati indietro, mi guardai intorno mentre sentivo il bruciante sguardo di Charles sulla mia schiena. 

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