Capitolo VIII

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Non osavo aprire gli occhi continuando a fingere che lui non si trovasse lì ma ogni secondo di silenzio mi ricordava che si trovava tra quelle mura. La sua spalla sfiorò la mia quando decise di sedersi al mio fianco sul pavimento, posai la fronte sulla sua spalla.

<<Dimmi che mi sbaglio, che è solo l’alcol che hai ingerito prima mentre festeggiavamo>>
Vedendo la mia reazione quasi assente mi fece una sola domanda
<<Ma non è così vero? Il problema è molto più grave di quanto immagino forse…>>
<<Credo che infondo infondo tu sappia la risposta solo che ora non è il momento giusto per parlarne, non me la sento>> non riuscivo a incrociare il suo sguardo
Mi sentì stanca come se non avessi dormito per ore senza contare che per mesi ero riuscita a mangiare normalmente senza avere quelle crisi in cui tutto ciò che mangiavo non riusciva a stare nel mio stomaco. 
<<Non importa adesso stai tranquilla, è finita e starai meglio. Vuoi provare ad alzarti?>>
Annui provando a rimettermi in piedi ma aver passato più di un’ora sul pavimento gelido del bagno non mi aveva fatto sicuramente bene, non mi reggevo in piedi. La testa mi girava e rischiai di cadere all’indietro, Max cercò di sorreggermi ma ero troppo debole
<<Aggrappati a me, ci penso io adesso>>
Si circondò il collo con il mio braccio e riuscì a prendermi in braccio a mò di sposa, all’improvviso non sentivo più freddo in ogni arto, nascosi il viso nel suo petto ascoltando il battito del suo cuore cercando di non addormentarmi tra le sue braccia
<<Qual è la tua camera?>> 
Riuscì ad indicargli la porta ma ero così esausta da non riuscire quasi a parlare, spalancò la porta con il piede mentre mi teneva saldamente stretta a lui
<<Ti copro e vado sul divano oppure posso andarmene se preferisci,,,ecco se vuoi stare da sola io lo capisco quindi…>>
Trovai la forza per riuscire a parlare e fargli capire ciò che volevo davvero, eravamo a meno di un metro dal mio letto matrimoniale ma non accennava a lasciarmi andare, guardai il pavimento e il letto con aria interrogativa, Max avvicinò il suo viso al mio come mai aveva fatto fino a quel momento, inevitabilmente il mio sguardo scivolò sulle sue labbra e il suo fece lo stesso.
<<Se vuoi che me ne vada devi solo dirlo, farò solo ciò che ti fa stare meglio>>
<<Allora resta Max, ti prego>>

Il mattino seguente quando aprì gli occhi allungai immediatamente il braccio per cercare Max ma non era lì, per un attimo pensai che se ne fosse andato ma non appena vidi un braccio spuntare dal divano capì che era ancora lì, nemmeno quella volta aveva deciso di lasciarmi sola. Lo coprì delicatamente cercando di non fare rumore ma ci pensò la sua sveglia a ricordargli che era ora di alzarsi. 
Borbottò qualcosa prima di aprire gli occhi e posarli su di me
<<Avresti potuto dormire in camera ti avevo detto che non avevo problemi>>
<<In realtà ho aspettato che ti addormentassi e poi sono venuto qui sul divano, non mi sembrava il caso di rimare di là. Appena ho visto che eri tranquilla ho spento la luce>>
<<Non eri obbligato a fare il babysitter ma grazie è sei stato davvero carino stanotte l’ho apprezzato molto>>
Non mi fece aggiungere altro perché in qualche secondo iniziai a ridere senza riuscire a smettere, le sue dita sfioravano delicatamente il collo e i miei fianchi facendomi contorcere a causa del solletico
<<Max…ti prego smettila,non resisto>>
<<Prometti solennemente di non associare più la mia persona alla parola carino e lo farò>> cercava di essere serio e minaccioso ma non ne era in grado
<<D’accordo va bene se vuoi tenere nascosto il tuo lato tenero ci sto>> promisi
Si sorreggeva il capo con la mano sinistra e mi studiava attentamente come al solito, intrecciò una ciocca dei miei capelli tra le sue dita, in quel momento capì che chiedergli di restare era stata una delle decisioni più sagge che avessi mai preso. Dopo la notte che avevo passato avevo bisogno di qualcuno al mio fianco
<<Devo uscire a correre, verresti con me a farmi compagnia oppure preferisci aspettarmi qui?>>
<<Credevo dovessi tornare a Monaco…>>
<<Questa volta ho anche la valigia con me senza contare che il prossimo weekend non ci sono gare, ciò significa che posso stare qui a disturbarti a meno che tu non mi metta alla porta. Non ti libererai così facilmente di me questa volta>>
Decisi di accettare la sua proposta ma era fondamentale evitare zone dove qualcuno potesse scoprire che Max era qui a Milano e soprattutto che era mio ospite. Spesso andavo a correre la mattina presto e fu un vantaggio dato che lui era molto più allenato di me,riuscì a tenere il suo passo, dopo aver finito lo portai in un parco vicino a casa mia. 

Sapevo che prima o poi mi avrebbe fatto domande sulla notte precedente e quel momento stava per arrivare.
<<Dimmi solo…com’è iniziato quello che ho visto stanotte?>>
Come se stessi per compiere uno sforzo fisico inspirai perchè sapevo che non gli sarebbe piaciuto sentire quello che avrei detto, così come io non avrei mai voluto dirgli la verità
<<Non ricordo il momento esatto ma ho una vaga idea. Avevo circa 12 anni, ero a fare una comune visita dal pediatra e quando mi ha detto che nonostante la mia altezza fosse superiore per la media ero in sovrappeso…credo che avrei comunque sviluppato questo disturbo ma quello  è stato sicuramente il fattore scatenante>>
Per la prima volta riuscivo a leggere quanto fosse turbato, senza pensarci due volte mi alzai dalla panchina cercando di chiudere la questione, non esitò ad avvolgere le dita attorno al mio polso per fermarmi
<<Quanto spesso succede quello che ho visto io?>>
<<La striscia positiva è durata circa sei mesi ma ieri sera dopo aver sentito la voce di Charles mi si è azzerato tutto e ho sfogato il mio malessere rigettando tutto quello che avevo mangiato>>
<<Lui sa di questa storia?>>
<<Certo che lo sa, l’avevo superata con lui. Mi è stato vicino quando era peggiorato e io ho fatto lo stesso quando suo padre se n’è andato ma nonostante questo sappiamo tutti com’è andata a finire tra noi due>> confessai con assoluta sincerità
<<Non so e non capisco come abbia potuto farti questo, non farei mai nulla per farti soffrire Lisa, ti fidi di me? Supererai anche questo ostacolo con me>>
Sapevo qual era il suo obiettivo ma non potevo rischiare di affezionarmi a lui oppure che si creasse un legame con lui. Distolsi lo sguardo dal suo perché sapevo perché lui e quegli occhi alla  fine mi avrebbero convinto che ciò che mi stava dicendo era la cosa giusta da fare. 
<<Io non posso…questo è impossibile lo capisci? Per quanto funzionerà? Una settimana, un mese? Tu te ne andrai fra qualche giorno, ritornerai alla tua vita in giro per il Mondo e alla tua corsa per diventare campione del Mondo di Formula 1. Questo…tutto questo è un’illusione non lo vedi? Non puoi aggiustarmi come un giocattolo rotto Max!!>>
<<Pensi che questa sia la soluzione? Allontanarmi? No, non te lo lascerò fare sei la prima persona che incontro con cui sento di avere davvero qualcosa in comune e non ho intenzione di arrendermi, hai capito Lisa?>> vedevo la rabbia sul suo volto
<<Non c’è posto per me nella tua vita, questo rapporto…questa amicizia è un castello di carta campato per aria ed è questione di poco tempo prima che mi crolli addosso, nè sono certa>> ero realista e sapevo perfettamente come sarebbe andata a finire
<<E se ti sbagliassi per una volta? Sei una donna così forte e fragile allo stesso tempo, all’apparenza sembri una donna in grado di fare qualunque cosa ma dentro di te c’è ancora una parte che è rimasta bambina. E io sento che tu sei la chiave per diventare la versione migliore di me stesso per smettere di sembrare un ragazzino viziato arrabbiato con il Mondo>>
<<Max io…>>
<<E sai qual è la cosa peggiore? All’inizio mi rifiutavo di ammetterlo ma è vero, è da quando ero un bambino che sono incazzato con il Mondo intero e ho questa rabbia e questa foga dentro allo stesso tempo ho sempre avvertito una mancanza. Non so cosa so cosa sto cercando, cosa mi manca e se lo troverò mai ma se ci fossimo incontrati per questo motivo e ti lasciassi uscire dalla mia vita non riuscirei mai a perdonarmelo>>

Si ostinava a indossare una corazza e ad essere forte ma anche lui sapeva che c’era un pezzo mancante nel puzzle della sua vita, dopo aver sentito quelle parole tutta la rabbia che sentivo stava svanendo. Il mio scopo non era mai stato quello di irrompere nella sua vita.
<<Non avrei mai dovuto accettare quando mi hai chiesto di venire con te in quella spiaggia a Monaco Max, da quella sera ho capito che niente sarebbe più stato come prima, non volevo entrare nella tua vita e sconvolgerla ma anche tu hai fatto “irruzione” nella mia>>
Mi attirò più vicina a sé facendo aderire i nostri corpi, dopo aver portato le mie braccia dietro al suo collo, le sue mani incorniciavano il mio viso. Il suo cuore pulsava contro la gabbia toracica mentre le labbra si avvicinavano lentamente alle mie
<<Allora forse dovremmo iniziare ad usare qualche mattone per questo castello per porre delle basi solide e forti>> disse con un leggero sorriso sul volto
Sorrisi sentendo il calore che si impossessava delle mie guance e puntai lo sguardo altrove perché non sarei riuscita a sostenere il suo a lungo, mi sollevò il mento con le dita incatenando i suoi occhi ai miei
<<Inoltre credo che dovresti accettare anche il prossimo invito che sto per farti Lisa>>

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