Capitolo LX

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Ready to run-One Direction

Proprio quando eravamo in procinto di partire, Max richiuse il bagagliaio e proposi qualcosa che non avevamo mai fatto da quando lo conoscevo 
<<E se per una volta fossi io a guidare?>> chiesi
Max mi guardò incredulo poi il suo sguardo si spostò sulla sua Aston Martin DB11 e un sorriso solcò il suo volto e mi porse le chiavi <<D’accordo…per una volta puoi essere tu a portarmi a casa però…>> 
Lo interruppi <<Sì non rovinerò il tuo prezioso giocattolo>> ribattei ironicamente sfiorando la carrozzeria color carbone dell’automobile

Max mi attirò a sé ridendo, poi aprì la portiera dal lato della guida facendomi accomodare al comando di una delle sue macchine preferite. In un attimo era seduto al lato passeggero e fu spontaneo scoppiare a ridere quando guardai la sua espressione 
<<Che c’è?>> chiese <<non sono abituato a stare da questo lato, è strano>> 
Sfiorai il volante e i comandi, ricordando quante volte avevo sognato di trovarmi alla guida di un Aston Martin. Allacciai la cintura e proprio quando ero pronta a partire Max mi fermò <<Non entusiasmarti troppo, non è così semplice come sembra da guidare se non sai…>> 
Smisi di ascoltare e decisi di dargli una prova concreta del fatto che sapevo dove mettere le mani, non era la prima volta che mi ritrovavo al volante di un’auto sportiva, però Max non lo sapeva quindi era un vantaggio per coglierlo di sorpresa. 

Quando riuscì a fare manovra in retro e ad uscire dal vialetto della sua villa e dal cancello con sicurezza senza nessun problema, rivolsi lo sguardo al lato passeggero e notai quella luce cristallina famigliare nelle iridi di Max che mi osservava rapito. Prima di uscire per l’ultima volta dal cancello, sistemai il top viola e gli occhiali da sole che indossavo, Max mi colse all’improvviso e con un bacio riuscì ad imprimere il suo sapore sulle mie labbra
<<Ti amo ancora di più ora che ti ho vista alle prese con la mia macchina>> sussurrò al mio orecchio riempiendo la mia pelle di brividi
Durante il viaggio Max distolse poche volte le sue iridi dal mio corpo, era come se mi stesse sfiorando lentamente, portai i miei capelli mossi su una spalla cercando di concentrarmi esclusivamente sulla strada ma con Max in macchina era quasi impossibile. 
Sentì la sua mano sinistra appoggiarsi sul mio ginocchio, e il calore provocato dal suo tocco mentre saliva verso la mia coscia 
<<Mi stai mettendo sotto pressione, lo sai Emilian?>> sottolineai ammiccando 
<<Sto mettendo a dura prova la tua resistenza?>> disse
<<Non direi…però non capita tutti i giorni di guidare con il futuro campione di Formula 1 al tuo fianco>> risposi 
<<Non sappiamo ancora con certezza se vincerò il Campionato Lisa>>
<<Succederà Max, me lo sento. Sei pronto per il tuo primo titolo e lo sai, basta solo che tu non faccia errori avventati>>
<<Se dovesse accadere tu non sarai lì quindi è una vittoria a metà>> si lasciò sfuggire
<<Ancora non sappiamo quale gara potrebbe decretare il tuo titolo però ti prometto che dovunque accadrà, sarò lì sotto il podio>> promisi 
<<Voglio che tu sia la prima persona che vedo>> confessò 
Avrei fatto il possibile per essere presente nel giorno più importante della vita di Max 

Eravamo a metà del nostro viaggio quando Max propose di fare una pausa così ci fermammo in una zona molto tranquilla vicino a una radura. Accostai e finalmente riuscì a sgranchirmi le gambe dopo vari chilometri alla guida dell’Aston di Max. Si avvicinò cercando le mie labbra e non esitò ad accarezzare le mie labbra con la lingua lasciandomi senza fiato Si sedette lui al lato della guida portandomi con sé fino a ritrovarmi a cavalcioni su di lui, le sue mani si avventarono sul mio corpo premendomi contro di lui, gli sfiorai delicatamente l’addome. Max sospirò sulle mie labbra quando con le mani ero arrivata ai suoi fianchi e alla cintura, proprio mentre stavo per allentare il bottone dei suoi jeans la suoneria del suo telefono cancellò l’atmosfera che si era creata. 
Christian voleva sapere quando saremmo arrivati a Zandvoort e a che punto fossimo nel nostro viaggio. Una volta terminata la telefonata nonostante Max insistesse per darmi il cambio e guidare terminammo il tragitto fino alla casa di Sophie Kumpen e Victoria Verstappen, la madre e la sorella di Max. 

Quando parcheggiammo la macchina nel vialetto una donna slanciata dai capelli fluenti e castani si sporse dalla porta d’ingresso con un enorme sorriso sul volto e abbracciò subito Max. Decisi di dargli qualche istante solo per loro e quando mi sentì pronta scesi dalla macchina, l’attenzione di Sophie fu subito proiettata su di me
<<Già vedendola scendere da una macchina di questo tipo, è la prova di tutto ciò che mi hai raccontato>> disse a Max
Poi le sue braccia esili mi attirarono in un caloroso abbraccio <<Sono molto felice di conoscerti finalmente, grazie per esserti unita a noi per questo Gp>> 
<<Io sono davvero contenta di conoscerla, Max mi ha raccontato davvero molto di lei Sophie>> 
<<Sei stupenda cara. Mi dispiace solo che tu abbia incontrato Jos prima di me, so che non si è presentato in modo molto piacevole>> disse ironicamente 
<<Non si preoccupi, l’ho già dimenticato. Ora va tutto bene>> la tranquillizzai 
<<Credo sia troppo gentile con quel cavernicolo di tuo padre>> disse rivolgendosi a Max e stemperando la tensione con una risata 

Avvolta dal calore della famiglia di Max mi  sentii subito a casa e a mio agio, a tal punto che quel pomeriggio non accompagnai Max al circuito per le interviste ma preferì passare del tempo in cucina con sua madre e sua sorella per conoscerci meglio. Tra i fornelli e qualche ora a chiacchierare con una tazza di tè tra le mani compresi che mi avevano già accettata e presa a cuore. La felicità negli occhi di Max quando rientrò alla sera e trovò la tavola decorata e colma di cibo fu incommensurabile, ricordo che disse che quella gioia di avere le tre donne della sua vita tutte insieme in quel momento non aveva prezzo. 

Durante la nostra prima notte lì Max ebbe un’idea 
<<Stavo pensando che data la tua partenza imminente e il fatto che è la prima volta che vieni qui potremmo organizzare quella famosa gara di kart  di cui avevo parlato ai nostri amici tempo fa>> 
<<Potremmo farlo domani dopo le prove, sarà l’ultima sera tutti insieme…almeno per un bel pò>> ricordai 
<<Così vedrai uno dei circuiti dove andavo da bambino>> propose <<pensavo di invitare anche Charles e…Pierre>> 
Lo guardai incredula e lui continuò <<Dovrete parlare prima o poi Lisa>> 
<<Se vuoi che Pierre venga non te lo impedirò ma per ora non sono pronta per una riconciliazione>> asserì 
<<Farai ciò che è meglio per te Lisa, con i tuoi tempi. Ma so che lo perdonerai>> 

In quel momento non avrei mai immaginato che il giorno dopo, niente sarebbe stato più come prima. Sarebbe bastata una scintilla incandescente per sconvolgere la nostra ultima giornata insieme.

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