Capitolo XL

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Le labbra di Max continuavano ad accarezzare le mie mentre lo tenevo stretto a me, le mie mani accarezzavano i suoi capelli dalle radici alle punte, strinse la presa sui miei fianchi e mi prese in braccio adagiandomi sul ripiano del lavandino. Era come se non avessimo più bisogno dell’aria per respirare ma solo del contatto tra di noi, senza esitare si posizionò tra le mie cosce e le mie mani finirono inevitabilmente sull’elastico dei suoi boxer per abbassarli, proprio mentre eravamo sul punto di abbandonarci l’uno all’altra il campanello interruppe quella bolla di passione che avevamo costruito attorno a noi
<<Credo sia la cena>> sussurrò con il fiato corto sulle mie labbra
<<Ti amo Max>> era l’unica cosa a cui riuscivo a pensare in quel momento
Mi lasciò un bacio casto sulle labbra <<Vestiti Lisa, ti prego>> si lasciò sfuggire divorandomi con gli occhi.

Scoppiai a ridere mentre correva al piano di sotto e cercava di rendersi presentabile. Lo sentì parlare con il ragazzo delle consegne e si scusò per averlo fatto aspettare fuori, intanto cercai qualcosa da mettermi e alla fine optai per una camicia di Max, allacciai solo qualche bottone dopo aver indossato anche l’intimo e lo raggiunsi nella veranda dove Max aveva già apparecchiato mettendo una candela accesa tra due calici al centro del tavolo. 
Il suo volto si illuminò quando posò lo sguardo su di me, i suoi occhi scorrevano sul mio corpo, spostò la sedia come un vero gentiluomo per farmi sedere 
<<Non avrei mai pensato di andare ad una cena romantica vestita così>> esclamai tra le risate
<<Intendi solo con la mia camicia addosso?>> rispose ammiccando 
<<Credo sia meglio mangiare Max>> 
<<Certo ma prima un’altra cosa che l’ultima volta non abbiamo potuto fare>> 

Non capì subito di cosa stesse parlando  ma tutto fu più chiaro quando verso nei calici di cristallo una quantità generosa di prosecco, era il brindisi che avremmo dovuto fare a casa mia la sera in cui ero stata male e mi avevano ricoverata. Sollevò il calice invitandomi a fare lo stesso, poi intrecciò le nostre dita
<<Non è stato facile arrivare fino a qui Lisa ma te lo giuro, non cambierei nulla della strada che abbiamo percorso, nemmeno le tappe più buie. Tu hai cambiato la mia vita, sei arrivata in modo imprevisto e hai dato colore alla mia vita>> 
I suoi occhi erano lucidi quanto i miei perché nonostante tutto avevamo superato la tempesta <<Aprirti il mio cuore è stata la scelta migliore che io abbia mai fatto Max, ancora non puoi immaginare fino in fondo quanto tu sia importante. Ti voglio nella mia vita ogni giorno, sempre>>
Si allungò sul tavolo verso di me e posò un delicato bacio sulle mie labbra <<Non importa quante altre difficoltà o sfide dovremo affrontare, io sarò sempre qui, accanto a te Lisa>>
Brindammo alle difficoltà, ai sorrisi, ai baci, alle risate, alla vita ma soprattutto a noi. 

In pochi minuti passammo da un brindisi serio e romantico a mangiare patatine fritte, cibo cinese e sushi, dato che Max alla fine aveva ordinato entrambe le cose. Non riuscivo a smettere di ridere mentre cercava di usare le bacchette per infilzare i ravioli al vapore
<<Non devi usarle come fossero una forchetta>> riuscì a dire tra le risate
<<Ti prego posso prendere le posate?>> supplicò 
<<Ma com’è possibile che tu sappia guidare una monoposto di Formula 1 e che tu non riesca a mangiare con le bacchette. Aspetta ti aiuto Max>> 
Mi alzai posizionandomi alle spalle di Max, appoggiandomi alla sua schiena, strinsi le bacchette tra le mani e gli mostrai per l’ennesima volta la tecnica, riuscì per qualche secondo a tenerle correttamente ma poi le lanciò sul tavolo sbuffando con un'espressione terribilmente adorabile e al tempo stesso infantile
<<Mi arrendo>>
<<Il grande Max Verstappen si fa sconfiggere da così poco>> replicai
<<Infatti non ho intenzione di arrendermi Lisa, ho in mente qualcosa di meglio>>
Mi ritrovai seduta sulle sue ginocchia, Max aveva un sorriso soddisfatto dipinto sul viso, sfiorò il mio naso con il suo e mi baciò, togliendomi il respiro.  Passammo la cena così, io sulle sue gambe mentre lo imboccavo e Max faceva lo stesso con me, alla fine esagerai e si ritrovò la bocca stracolma di patatine, scoppiai a ridere vedendo le sue guance gonfie
<<Sei adorabile, assomigli a un criceto>> non riuscivo a trattenere le risate
<<Come mi hai chiamato?>> cercò di dire con aria minacciosa

Senza indugiare mi alzai dalle sue gambe per fuggire ma iniziò a rincorremi e mi intrappolò nel piccolo spazio tra il suo corpo e la ringhiera. Il mio respiro accelerò per la vicinanza inaspettata, il suo sguardo si fece più serio e le pupille mi studiavano attentamente, le sue mani si appoggiarono sui miei fianchi, nonostante ci fosse il sottile strato della camicia che indossavo sentivo le sue mani bollenti su di me. Gli accarezzai gli zigomi spostando le mani sul suo collo, lo attirai più vicino a me, ci dividevano solo pochi centimetri
<<Sai cosa mi viene in mente?>> sussurrò sulle mie labbra mentre sentivo l'elettricità scorrere nel mio corpo e bramavo il contatto <<Quella prima sera da soli dopo la festa di Pierre, quando eravamo in spiaggia più o meno eravamo vicini quanto lo siamo ora. Ti avrei baciata già in quel momento Lisa perché tu…>>
<<Ti faccio perdere il controllo esattamente come tu fai con me Verstappen>> ammisi
<<Tu mi fai impazzire>> disse prima di avventarsi sulle mie labbra 

“Drunk in love” Beyonce feat. Jay Z

Le sue dita dopo aver accarezzato i miei capelli si spostarono sulla mia clavicola e la scollatura lasciata esposta dai bottoni slacciati della sua camicia che aveva addosso. Sentì i brividi mentre percorrevo la sua schiena con le mani. La mia vista si annebbiò per il piacere quando le sue labbra si concentrarono sul mio petto, mordendo leggermente la pelle
<<Max…>> 
Rabbrividì ulteriormente quando i nostri respiri di mischiarono e la mia lingua accarezzava la sua, toccai la sua vita arrivando al suo punto più sensibile, sentì il suo battito  accelerare e mi fece girare di spalle. La mia schiena aderiva al suo petto, poi avvertì il suo rigonfiamento dietro di me, gemetti inclinando la testa all’indietro sulla sua spalla. Iniziò a baciare il mio collo lentamente ma con insistenza mentre slacciava la mia camicia, le sue dita mi accarezzavano il petto e Max non accennava ad allontanare la bocca dal mio collo, descriveva cerchi immaginari sul mio sterno poi decise di scendere più in basso lungo l’addome, la pancia, fino ad arrivare all’elastico dei miei slip. 
Fece scorrere la mano sul tessuto in un modo leggiadro e al tempo stesso eccitante. Provai a guidare i suoi movimenti portando le sue dita sotto il tessuto dei miei slip, quando mi ritrovai di nuovo di fronte a lui, gli abbassai i pantaloni della tuta, sentendo il calore invadere il mio corpo quando le nostre parti più sensibili entrarono in contatto. 

Incorniciò il mio viso con le mani baciandomi con forza mentre cercavo di spingerlo indietro verso il tavolo, riuscì a cogliermi di sorpresa sollevandomi da terra. Altri brividi mi ricoprirono la pelle quando sentì la superficie fredda del tavolo sotto di me, divaricò le mie gambe mettendosi al centro
<<Stavolta non può interromperci nessuno>> sussurrò prima di spogliarmi completamente
Perdemmo completamente la cognizione del tempo mentre lui entrava dentro di me, io stavo avvinghiata a lui con le cosce avvolte attorno alla sua vita aggrappata alle sue spalle mentre i nostri gemiti si mischiavano con la brezza del mare e l’aria salmastra.

Dopo quelle che erano sembrate ore appoggiai la testa sul suo petto stanca e appagata, mi baciò delicatamente sulla fronte e sul collo
<<Ti amo Lisa>> disse con la fronte ancora imperlata di sudore
<<Faccio una doccia e torno da te Max>> 
Feci scontrare di nuovo le nostre labbra e poi cercai almeno di rimettermi la sua camicia addosso, tutto ciò di cui avevo bisogno era una doccia fredda. Mentre salivo al piano di sopra per andare in bagno, un rumore dal salotto attirò la mia attenzione. Il cellulare di Max suonava insistentemente, riuscì a trovarlo e quando lessi il nome sullo schermo il mio cuore mancò un battito, indecisa sul da farsi rimasi qualche lì immobile non sapendo se premere la cornetta rossa o quella verde mentre il telefono continuava a squillare. 

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