Capitolo XIII

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Ci volle qualche istante per capire cos’era successo Max si precipitò nel parcheggio per controllare se qualcuno ci avesse visti davvero ma fu tutto inutile
<<Non ci posso credere, abbiamo fatto di tutto per evitare che ci beccassero nel locale ed erano qui fuori. Non c’è niente da fare, è semplicemente impossibile>> ero delusa e arrabbiata ma Max era lì e non mi avrebbe abbandonata a me stessa
<<Lisa, ti prometto che qualunque cosa sia appena successa la affronteremo insieme d’accordo? Sei qui a casa mia e non lascerò che degli stupidi scatti ti portino via da me okay?>> 
<<Penseremo al problema quando sarà il momento e se ci saranno delle conseguenze Max>>  aggiunsi 
Per la prima volta confrontarmi con la stampa e i media non mi spaventava perché sapevo che non mi sarei difesa da sola. Tornammo a casa di Max senza aggiungere altro, posò la mia mano sul cambio accarezzandola quando cambiava marcia. 
Quella notte i miei sogni erano decisamente più irrequieti perché sapevo che il rischio che la notizia del mio ritorno si diffondesse rapidamente era più che concreto, dormì poche ore ma furono sufficienti per recuperare le energie necessarie per la giornata seguente. Al mio risveglio trovai l’olandese a bordo piscina, aveva le gambe immerse in acqua e sembrava pensieroso quanto me, mi sedetti al suo fianco senza parlare
<<Hai dormito stanotte?>>
<<Poco e male ma sto bene così, tu?>> replicai 
<<Diciamo che avrei preferito dormire di più infatti penso di riposare questa mattina, mi alleno qui a casa nel pomeriggio>>
Nessuno dei due aveva intenzione di parlare della conclusione della serata precedente ma in un certo senso era meglio così, era inutile preoccuparsi in quel momento
<<Lisa volevo dirti che mi dispiace per quello che è successo in quel locale, non dovevo esagerare in quel modo toccandoti così non succederà più>> disse lasciandomi perplessa
<<Non hai fatto niente di grave Max e io…>> iniziai
<<No Lisa, non avrei dovuto non voglio che tra noi scatti qualcosa, non così>> ammise colpevole con lo sguardo basso
<<Ma vorresti che accadesse in altre circostanze?>> chiesi guardandolo negli occhi
<<E tu?>>
Non ero pronta per quel genere di conversazione non sapevo nemmeno se sarei riuscita a provare qualcosa per un ragazzo, mi serviva tempo e dovevo avere la certezza che la persona dall’altra parte mi volesse davvero senza spezzare ciò che era rimasto del mio cuore. 
Com’era già capitato in altre occasioni fu Pierre a salvarmi, vederlo con la valigia mentre se ne andava dalla casa di Max mi risvegliò bruscamente e andai subito a lui
<<Pierre! Dove stai andando?>>
Si girò verso di me accorgendosi della mia presenza
<<Devo andare a Faenza per l’Alphatauri e poi tornerò a casa mia>>
<<Credevo che saresti stato qui con me Pierre>>
Sorrise amaramente abbracciandomi
<<Non vivo molto lontano da qui, sai che quella è anche casa tua ma ciò che intendo dire è che in questo momento non sono io la persona di cui hai davvero bisogno, Max è la persona che devi avere accanto, lui è la chiave per andare avanti Lisa>>
Non capivo perchè volesse andarsene ma se era la sua decisione non l’avrei fermato
<<Se ho fatto qualcosa o se c’è qualcosa che non va puoi parlarmene lo sai?>> gli ricordai
<<Va tutto bene Lisa. Ora pensa a te, dedica del tempo a te stessa e non importi di non  provare qualcosa per altre persone, datti una possibilità>> 
Promise che saremmo usciti di nuovo tutti insieme e che durante l’estate ci saremmo visti ma continuavo a non capire il motivo della sua decisione. Mi disse che mi voleva bene e se ne andò lasciandomi perplessa e confusa sotto lo sguardo di Max che mi osservava da lontano. 

Nel pomeriggio anche Lando e George ci lasciarono per tornare dei rispettivi team, così io e Max ci ritrovammo per la prima volta da soli a casa sua, passammo il pomeriggio ad allenarci mentre io facevo gli esercizi di allungamento e i miei esercizi muscolari lui seguiva la sua routine di esercizi con gli attrezzi. Max indossava dei pantaloni da calcio e una maglietta a maniche corte nera mentre io indossavo dei leggins grigi e un top, mentre mi allenavo cercavo di non pensare al suo sguardo che scorreva sul mio corpo, mi sforzavo di distogliere il mio ma a fatica. Suggerì di fare insieme gli addominali anche in quel momento in cui eravamo semplicemente sdraiati sul pavimento ed erano solo le punte delle nostre scarpe a toccarsi, ogni volta che sollevavo la schiena dal pavimento al suo stesso ritmo i nostri sguardi si scontravano, continuavo ad avvertire la stessa tensione della sera precedente a Montecarlo in discoteca. Max alternava le flessioni agli addominali ma io non avevo mai imparato a fare le flessioni, lui cercava di insegnarmi ma era più forte di me non riuscivo e continuavo a ridere.
Lui continuò finché facevo una pausa e facevo stretching, senza interrompere il contatto visivo decise di togliersi la maglietta per continuare gli esercizi
<<Spero non ti dispiaccia Lisa, stavo morendo di caldo>> disse divertito
<<Secondo me stai solo cercando di metterti in mostra ma non basta devi fare di meglio, tipo questo…>>
Camminai verso di lui e riuscì a fare una verticale senza muro sopra di lui ritrovandomi a guardandolo da una prospettiva insolita, non si aspettava che mi avvicinassi a lui così rapidamente
<<Allunga le braccia e appoggia la mano sul mio addome così sono completamente stabile>> suggerì a testa in giù
Mi osservava divertito dal basso con le sopracciglia e le labbra incurvate, quando iniziai a vacillare tornai con i piedi ben saldi sul pavimento e mi sdraiai sul pavimento di fianco a Verstappen che non la smetteva di sorridere 
<<Sono riuscita a farti tacere per una volta Verstappen?>> chiesi curiosa
<<Credevo di piacerti di più quando parlo e chiacchiero Lisa>> 
<<Non ho mai detto che mi piaci>>  cercai di mostrarmi sicura e decisa 
<<Stavo scherzando Lisa>> 
Chiacchierammo per circa un’ora sdraiati sul pavimento della sua palestra fino a quando a arrivò l’ora di cena, la prima senza i ragazzi, Max disse di avere una sorpresa per me 
<<Potrebbe sconvolgermi?>> 
<<Me lo dirai tu ora però faresti meglio a farti una doccia sei completamente sudata e spettinata. Mettiti qualcosa di comodo per cenare>> stuzzicava sempre di più la mia curiosità
<<Anche tu dovresti lavarti, hai un odore terribile Verstappen, puzzi di sudore>> esclamai ridendo 
Max mi attirò verso di lui  ma non importava perchè eravamo entrambi sudati ovunque<<Vieni qui>>
Iniziò a farmi il solletico dappertutto tenendomi stretta a lui e come era già successo altre volte ridevamo perché in quel momento sapevamo che non c’era nessun’altra persona al Mondo con cui ci saremmo sentiti in  quel modo, dovevo solo riuscire a dirlo a me stessa. 

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