Capitolo XVI

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Come sempre aveva mantenuto fede alla sua promessa e la prima vittoria della stagione arrivò circa due mesi dopo a Silverstone, il giorno del settantesimo anniversario del Gran Premio, sapevo che per Max quella vittoria sarebbe stata ancora più importante. Riuscì a terminare la sua gara davanti Lewis Hamilton e Valtteri Bottas, come sempre seguì tutta la gara da la gara da Monaco davanti al televisore ma in quell’occasione anche se non avrei mai avuto il coraggio di ammetterlo a voce alta avrei desiderato essere lì ad aspettarlo sotto il podio con il suo team. Max scese dalla monoposto incredulo esultando con le braccia distese verso il cielo e scendendo sua Red Bull con un salto, vederlo così felice spensierato e senza filtri fece spuntare un sorriso anche sul mio volto ma fu quando salì sul podio che mantenne la sua promessa, salì sul gradino più alto del podio e sul suo volto riuscì a scorgere la stanchezza per la gara ma anche la soddisfazione unita alla consapevolezza di avercela fatta, sollevò il trofeo puntando lo sguardo verso la telecamera, posò una mano sul petto all’altezza del cuore e baciò il trofeo. Con quel gesto sapevo che anche se non ero lì fisicamente per lui era come lo fossi.  Quella notte aspettai Max a casa sua fino a tardi, non volevo che mi trovasse tra le braccia di Morfeo al suo arrivo, erano quasi le due del mattino quando la macchina di Max entrò nel vialetto, accese le luci di casa cercandomi e poi lo vidi arrivare 
<<Eccolo qui il mio vincitore>> sorrisi guardandolo 
Uscì dall’acqua avvolgendomi attorno l’asciugamano, mi strinse tra le sue braccia e mi resi conto di quanto mi fosse mancata quella sensazione
<<Mi sei mancata così tanto>> confessò accarezzandomi
<<Anche tu Max>>
Mi sollevò da terra portandomi in casa <<Domani si festeggia>> esclamò facendomi stringere tra le mani il trofeo <<Questo è per te, non è solo mio…è nostro>>

Le settimane successive non furono perfette ma quasi, dopo quella vittoria Max era felice come non mai passavamo più tempo possibile insieme ridendo, scherzando c mi sembrava che quella voragine nel cuore stesse guarendo minuto dopo minuto, giorno dopo giorno mi sentivo sempre meglio emotivamente e fisicamente. Non era facile lasciarlo partire e seguire la gara da casa ma stava diventando quasi un’abitudine per entrambi, il Gran Premio d’Italia si avvicinava così come il momento in cui avrei dovuto decidere se tornare a vivere a Monaco oppure tornare in Italia trovando un modo per per stare con Max. 
Durante la settimana che precedeva la gara di Monza Max, Pierre e gli altri cercarono di convincermi a seguirli assistendo al Gran Premio a uno dei loro box ma nemmeno l’olandese riuscì a convincermi in quella situazione, nel mio cuore avevo sempre saputo che prima o poi il momento in cui avrei voluto tornare a far parte di quel mondo ma non sarebbe successo a Monza, non ero ancora pronta. 
<<Potresti venire nel box della Red Bull e guardare la gara lì, ne ho già parlato con Horner e vorrebbe addirittura conoscerti>> ero sicura che stesse sorridendo ma non potevo accettare
<<Allora…non seguirò il Gran Premio dai box ma possiamo trovare un compromesso, mi fermo in un hotel a Monza nei paraggi del circuito e vi aspetto lì>>
Lo senti esultare soddisfatto per essere riuscito almeno a convincermi a stare vicino al circuito ma soprattutto per il progresso che stava notando in me. 
                                 
                                        6 settembre 2020
Mantenni la mia promessa, non staccai gli occhi dallo schermo della tv per cinque minuti soprattutto perchè Pierre era sul punto di raggiungere la sua prima vittoria in Formula 1 davanti a Carlos Sainz e Lance Stroll, tenni le dita incrociate fino alla bandiera a scacchi e quando la sua Alpha Tauri oltrepassò urlai di gioia, quella vittoria oltre ad essere la prima della sua carriera simboleggiava una rivincita dopo la fine dei rapporti con la Red Bull. Pierre era incredulo, potevo percepire la gioia e le lacrime nei suoi team radio, non potevo stare nella mia camera dell’ hotel, era la sua prima vittoria e dovevo esserci sapevo che mi voleva al suo fianco. 
Dovevo trovare un modo per raggiungere Pierre senza attirare troppo l'attenzione ma non potevo parlare con Max quindi feci la prima cosa che mi venne in mente, chiamai Horner con cui avevo parlato qualche volta al telefono chiedendogli se ci fosse un modo per arrivare da Pierre senza inconvenienti
<<Mando subito qualcuno a prenderti che ti farà entrare da una delle entrate per i piloti d’accordo? I giornalisti sono tutti nella zona interviste quindi non dovresti rischiare di essere vista, i tifosi se ne stanno andando ma Pierre è ancora lì>>
<<La ringrazio signor Horner, sono in debito con lei>>
<<Sarebbe sufficiente che non mi dessi del lei>> disse prima di interrompere la comunicazione 

Riuscì ad arrivare al circuito senza problemi grazie alla macchina con i vetri oscurati e all’entrata secondaria menzionata da Christian, trovai Max all’ingresso della passerella che portava al podio di Monza, lo ringraziai per avermi aiutato ancora una volta e corsi sulla passerella verde che portava al podio, il sole splendeva ancora alto in cielo, Pierre era seduto sul gradino con le mani sul viso, si era commosso solo nel momento in cui era certo di essere solo e che le telecamere non lo stessero riprendendo più. Aveva sempre cercato di essere forte, un punto di riferimento per la sua famiglia, per me, per i suoi amici e per Anthoine che ormai era scomparso da un anno, in quel momento ero certa che stesse pensando anche a lui. Mi assicurai che non si accorgesse della mia presenza e lo abbracciai da dietro stringendolo a me, quando si girò verso di me non riuscì a nascondere tutto il suo stupore e le lacrime, mi fece sedere sulle ginocchia e guardammo increduli il panorama dal podio
<<Non ci posso credere, alla fine sei venuta>>
<<Come potevo stare per conto mio il giorno della tua prima vittoria? Ce l’hai fatta Pierre, questa è la prima di una lunga serie, ne sono certa>> 
<<Lo spero, è che tutto ciò a cui riesco a pensare è Anthoine a come avrebbe reagito a come mi avrebbe stretto la mano e invece no potrà mai accadere>>
<<Io sono qui, e non ti lascerò mai solo lo sai. Avrò sempre bisogno di te e sarò sempre al tuo fianco ad ogni vittoria e ad ogni sconfitta, te lo prometto. Ora però dato che mi sono persa quel momento devi sollevare il trofeo per me>>
Si asciugò le lacrime alzandosi e mi fece salire sul primo gradino del podio con lui, sollevammo in aria il suo primo trofeo con gli occhi rivolti al cielo con la consapevolezza che quella era la rivincita per entrambi e l’inizio di un nuovo emozionante capitolo delle nostre vite.

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