Capitolo X

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In quell’occasione mi risvegliai come se fosse un sogno interrompendo quella bolla che si era costruita attorno a noi perché quella situazione tra di noi stava prendendo una piega imprevista ero appena tornata a Monaco perciò non avevo intenzione di rovinare tutto. Mi resi conto di quello che stava per accadere e di quanto fosse profondamente sbagliato, non potevo rovinare il rapporto che si stava creando con Max, era il momento di tornare alla realtà in cui sicuramente non sarei mai lasciata sopraffare dai sentimenti per un ragazzo e soprattutto per un pilota.
<<Max…dovremmo rientrare mi dispiacerebbe molto se la tua cucina prendesse fuoco>>
I suoi occhi tornarono ad essere quelli di sempre freddi e lontani
<<Sì forse è meglio>> 
Mi lasciò andare e tirai un sospiro di sollievo quando i miei piedi sfiorarono la sabbia sott’acqua, non sapevo cos’era appena successo ma di sicuro non ne avremmo parlato era stato un momento di debolezza di entrambi, eravamo amici e non ci sarebbe stato alcun bacio tra di noi. Gli lasciai un morbido bacio sulla guancia nuotai verso la riva, Max sarebbe rientrato dopo dieci minuti, non ne capivo il motivo ma evidentemente aveva bisogno di stare da solo. 
Prima di cenare cercai di rilassarmi il più possibile sotto la doccia mentre l’acqua calda mi bagnava e il vapore invadeva la doccia, cercavo di dimenticare quello che era appena successo ma la sensazione che avevo provato quando Max mi aveva sfiorata era ancora lì nitida e cristallina. Decisi che quella sarebbe stata la prima ed ultima volta non avrei più pensato a Max in quel modo.

Non appena raggiunsi gli altri in giardino notai del fumo ma non era un incendio Lando e George avevano optato per una grigliata per cena, avevano mantenuto la promessa 
<<Devo ammettere che temevo per la vostra incolumità ragazzi>>
<<Non tutti hanno avuto la fortuna di passare il tempo che avete trascorso tu e Pierre in Italia sai>> rispose a tono Lando
Si erano messi due grembiuli ed erano ridicoli e buffi allo stesso tempo, Pierre mi chiese che fine avessimo fatto io e Max
<<Abbiamo nuotato un pò>>
<<Okay>>
Era chiaro che la mia risposta non l’aveva convinto fino in fondo in quel momento però volevo solo rilassarmi e divertirmi con i miei amici a cui si era unito anche Max che finalmente sembrava più sereno. Lando mi prese per mano come una dama d’alta società del 1800 e mi invitò a prendere posto quando gli altri erano già seduti a tavola, mi resi conto del fatto che mancava una sedia
<<Ragazzi non sapete più contare, manca una sedia>>
Nemmeno loro ci avevano fatto caso
<<Vieni amica mia>>
Pierre mi trascinò al suo posto e mi fece accomodare sulle sue ginocchia
<<Proprio come quando eravamo piccoli>> mi fece l’occhiolino facendomi ridere
Avrei giurato di aver visto il viso di Max incupirsi ma era impossibile. Trascorremmo una delle serate più divertenti della mia vita, dopo la cena Lando accese la musica iniziando a ballare e travolgendo me e gli altri come un uragano come al solito, mi supplicò per insegnargli a twerkare e per un attimo pensai che stesse scherzando che la sua era una richiesta seria. Max a differenza nostra passò il resto della serata sulla sua sdraio a guardarci e a ridere con le lacrime agli occhi, gli feci cenno di unirsi a noi ma declinò la mia offerta con un sorriso. Era mezzanotte passata quando li convinsi ad andare a dormire mentre io sistemavo riordinavo, ci impiegai circa mezz'ora tenevo ancora le cuffie e quella sera nonostante il viaggio non ero per niente stanca. Quando decisi che era il caso di provare a dormire trovai Pierre seduto sul primo gradino della scala che portava alle camere del piano superiore
<<Credevo stessi dormendo Pierre, mi hai spaventata>>
<<Scusa ma proprio non ce la faccio a fingere e a far finta niente, è da tutto il giorno anzi da più giorni che ho questa cosa che mi logora la mente e non so come fare o da dove iniziare per dire ciò che sto per dirti>> 
Era come se non riuscissi ad avere un attimo di tranquillità nella mia vita ultimamente c’era sempre qualcosa che non sapevo o che non avevo programmato. 
Sospirai sedendomi sul gradino sotto lo sguardo insicuro del mio migliore amico in attesa di ciò che stava per dirmi mentre l’agitazione si impadroniva del mio cuore e della mia mente.

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