Capitolo XV

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Quello non era un imprevisto, era un disastro totale, Jos frugò nella tasca del giubbotto e riuscì a scorgere un giornale, stava guardando un immagine spostando lo sguardo dal foglio a me, ero rimasta completamente scioccata. Max non gli aveva detto che stavo passando quelle settimane a casa sua e suo padre sembrava stesse per esplodere
<<Sei la ragazza delle foto ma ti ho già vista. Ora ricordo eri quella ragazzina morbosa che seguiva Leclerc ai tempi dei kart e ad alcuni Gp>>
Avevamo già iniziato con il piede sbagliato, non mi sarei di certo fatta mettere in piedi in testa da quell’uomo anche se era il padre di Max 
<<Come prego?>> lo provocai lasciandolo di stucco per aver risposto a tono
Fortunatamente arrivò Max a salvare la situazione, non appena si accorse del fatto che suo padre era all’ingresso vidi la sua pelle diventare pallida
<<Papà che ci fai qui a quest’ora?>>
<<Avevo  intenzione di accompagnarti al prossimo Gran Premio quando ieri ho trovato questo in prima pagina>> disse alzando la voce porgendo le foto a suo figlio
Come avevamo sospettato erano gli scatti che ci avevano fatto a Montecarlo, Max con il braccio attorno alla mia vita e io che salivo nella sua macchina, ciò significava che ora tutto il motorsport sapeva che io e Max ci stavamo frequentando e che io avevo di nuovo a che fare con i piloti
<<Sono delle stupide foto, fatte da gente altrettanto idiota che ha non altro da fare apparte che rovinare la mia vita apparentemente>> rispose Max
<<Quest’anno devi sfruttarlo al massimo per fare progressi in vista dell’anno prossimo quando avrai una monoposto migliore e sarai completamente in grado di competere per il mondiale ed è così che sprechi il tuo tempo?>> 
<<Facendomi una vita intendi papà’?>>
In quel momento iniziai a sentirmi di troppo, non volevo assistere a quelle scene e non sarei rimasta un secondo di più nella stessa stanza con quell’uomo. Uscì andando direttamente in spiaggia, non volevo nemmeno ascoltare ciò che si stavano dicendo così feci l’unica cosa che mi avrebbe tirato su di morale, chiamai il mio migliore amico
<<Lisa? Va tutto bene?>> Pierre rispose al terzo squillo
<<Più o meno, anzi andava tutto a meraviglia fino a quando Jos non è piombato qui>>
<<Stai scherzando?=> chiese sconvolto 
<<Vorrei, mi ha praticamente definito una stupida ragazzina che si appiccica ai piloti, sa chi sono perché si ricorda di…>>
<<Okay ho afferrato, quell’uomo è davvero stronzo quando ci si mette. Max come sta?>>
Quella era l’unica cosa di cui mi importava perchè sapevo che suo padre avrebbe cercato di convincerlo a mettermi alla porta per farlo concentrare sul campionato
<<Li ho lasciati da soli ora>> ammisi colpevole
<<Avrà bisogno di te dopo, Lisa>>

Mentre camminavo a riva avanti e indietro raccontai di ciò che Max aveva fatto per me durante quella giornata ed era sempre più esterrefatto dalla generosità di Max
<<Cavolo Lisa, devi piacergli davvero molto allora>> 
<<Io no…non lo so in realtà ci siamo baciati al concerto>> replicai senza pensare
Seguì circa un minuto di silenzio in cui pensai che fosse caduta la linea
<<Pierre?>>
<<Sì scusami, ci sono. Wow bè sono felice per te>>
<<E perchè sei così telegrafico? Senti so che vuoi proteggermi ma Max non è Charles non mi farebbe mai soffrire>>
Lo sentì sospirare dall’altro capo del telefono<<Non importa quello che penso io, se tu sei felice lo sono anch’io. Ora devo andare ma se hai bisogno di me puoi sempre chiamare, lo sai vero?>>
<<Lo so, grazie Pierre>>
<<Non c’è di che, ti voglio bene>> disse prima di riattaccare 

Sospirai mentre speravo che Max stesse parlando civilmente con suo padre, nello stesso istante però entrò in scena anche il  mio chiamando in piena notte, iniziai a sudare ma decisi di rispondere
<<Papà è tutto okay?>> chiesi preoccupata
<<Le voci corrono tra i box, dovresti saperlo ormai Lisa. Perchè non me l’hai detto?>>
<<Io…non sapevo come l’avresti presa e volevo aspettare a dirtelo ma Papà ti giuro che sto bene, non devi preoccuparti di nulla>>
Mi chiese come stessi davvero e gli raccontai velocemente del primo incontro con Max, di quanto mi avesse aiutato in quei primi mesi di conoscenza omettendo ciò che era successo tra noi quella sera
<<Quindi hai deciso di tornare a Monaco?>> 
<<No per ora voglio solo lasciarmi tutto alle spalle e godermi l’estate, Max mi fa sentire bene poi ho ricominciato ad uscire con i ragazzi finalmente>>
Pensavo che si sarebbe arrabbiato invece era solo deluso perchè gli avevo nascosto tutto, sapevo che odiava le bugie ma lui lavorava a Maranello dove c’era anche Charles e non volevo che la mia vita influenzasse il suo lavoro come in passato, dopo la frattura tra me e Charles mio padre aveva chiesto di lavorare principalmente da Maranello limitando i viaggi e i contatti con Charles nel box
<<Te l’ha detto lui papà, non è vero?>> domandai
<<Mi ha chiesto se fossi tornata a Monaco ma nient’altro e mi ha mostrato le foto di un giornale di te e Max chiedendomi perchè lui avesse perso il diritto di parlarti quando un altro pilota usciva con te>>
Fortunatamente non era successo nulla tra loro  ma era la prima volta che mio padre aveva parlato con Charles di qualcosa che non fosse la Ferrari
<<Tu pensa alla tua vita Lisa, lui ormai appartiene al passato. Segui il tuo cuore e fai ciò che ti senti quindi se vuoi rimanere lì fallo e basta, è ora di andare avanti>>
<<Vorrei tanto che il padre di Max dicesse queste parole a suo figlio ma non sarà così>
<<Teme solo che il figlio dimentichi gli sforzi che hanno fatto per arrivare dov’è ora per una ragazza ma capirà vedrai, se la tua vicinanza rende suo figlio migliore non può opporsi>> disse mio padre 
Dopo un quarto d’ora ci salutammo e mi resi conto del fatto che sarebbe stato meglio dire ai miei di tutta quella storia, mi sentivo molto più leggera ora che almeno uno dei due sapeva la verità. Era passato troppo tempo da quando ero uscita di casa, dovevo accertarmi che Max stesse bene, all’ingresso vidi Jos uscire con la valigia ciò significava che se ne sarebbe andato e mi sentì quasi in colpa per aver provato sollievo. Non osai proferire parole perchè ero già sazia delle sue cattiverie di prima, fu lui a fermarmi suscitando in me stupore
<<Per questa volta è meglio che Max se la cavi senza di me, non ha bisogno della mia presenza ed è chiaro che la mia presenza non è gradita. Non avrei dovuto presentarmi così prima>> disse senza guardarmi negli occhi senza pronunciare delle scuse vere e proprie
<<L’ ha detto perchè pensa che potrei distogliere suo figlio dal suo obiettivo ma le assicuro che se accadesse sarei la prima ad andarmene però la prego, non gli impedisca di farsi una vita>>
<<Pensi che sia innamorato di te? Conosco mio figlio, quando si stanca del giocattolino lo butta e lo sostituisce>>
Con quelle parole sperava di spaventarmi e che me ne andassi ma non mi scalfirono di un centimetro, non avrei rinunciato a Max 
<<Questa è una supposizione, lei non vede quanto è speciale suo figlio, è molto più di un pilota. Ha un mondo dentro che ha paura di mostrare agli altri perchè lei gli ha impartito che sarebbe da deboli lasciarsi andare>>
<<Lui è fatto così, lo è sempre stato>>
<<So che ha paura di lasciarlo andare ma dovrà farlo prima o poi, lei potrà sempre essere suo padre, l’eroe di quando era piccolo ma due passi indietro a lui invece che costantemente accanto. Riuscirò anzi riusciremo a dimostrarle che può essere uno dei piloti migliori della sua generazione e un campione anche costruendo il suo percorso e la sua vita>>
Non aggiunsi altro perché avevo detto abbastanza e sembrava che le mie parole l’avessero colpito perché non proferì parola, salì in macchina lasciandosi me e suo figlio alle spalle. Il primo pensiero fu immediatamente per Max, quando entrai in casa pensavo fosse tornato a letto ma poi lo vidi sul divano con il capo chino, in silenzio. Dubitai che si fosse accorto della mia presenza perché si alzò velocemente e lanciò per terra il primo soprammobile che gli capitò tra le mani.
<<Max>> si girò verso di me turbato dal fatto che l’avessi visto
<<Lisa…io mi dispiace>> 
Feci la prima cosa che mi venne in mente, andai verso di lui e lo abbracciai tenendolo stretto a me mentre lui si lasciava andare contro di me come un bambino che desidera solo essere consolato, quando i miei occhi si specchiarono nei suoi riuscì a intravedere quel bambino dagli occhi verdi che aveva passato tutta la sua vita sui kart in giro per il Mondo. Mi prese il viso tra le mani facendo incontrare le nostre fronti e inspirò profondamente, non sapevo cosa gli avesse detto Jos ma quella sera aveva bisogno di me
<<Stai bene?>>
<<Stavo molto meglio prima Lisa. Ho sentito quello che gli hai detto, lui spera che tu te ne vada e che io torni a concentrarmi solo sul mio lavoro ma non lascerò che si intrometta di nuovo nella mia vita. Ho bisogno di te Lisa>>
<<Io me ne andrò se e quando sarai tu a chiedermelo Max, gli dimostreremo che si sbaglia okay?>> promisi sia a me stessa che a lui
Non avrei fatto la stessa cosa che Charles aveva fatto a me due anni prima e non me ne sarei andata
<<Non lasciarmi Lisa>>  
Provammo a riposare in camera sua, mi sdraiai sul suo letto su un fianco stando a distanza per lasciargli lo spazio che gli serviva, non aveva più parlato ma in quel momento e decisi di non turbarlo ulteriormente. Mi fece appoggiare la testa sul suo petto, intrecciava le dita tra i miei capelli e sembrava meno irrequieto 
<<Quando mi darai un altro bacio?>> chiese sottovoce e io sollevai leggermente il capo per capire se stesse scherzando o meno ma era completamente serio e consapevole
Il problema era che avevo paura perchè dopo quel bacio ero certa che tra noi fosse cambiato  qualcosa , non ero sicura di volere trasformare il nostro rapporto in qualcosa di più
<<Max non so se sia il caso, hai detto anche tu che non sai se ti senti pronto per condividere la tua vita e ciò che fai con una persona e io non…>>
<<Sapevo che non avrei dovuto farlo, avrei dovuto aspettare a baciarti>> disse frapponendo una nuova barriera tra noi
<<Il nostro bacio è stato meraviglioso e indimenticabile ma dobbiamo sentirci bene con noi stessi per legarci ad una persona, chiunque sia. Diamoci tempo Max>>
<<Quando sarai pronta lo saprò, sarai tu a farmelo capire>> 
Mi accarezzava il viso e in quel momento non potevo negare di aver desiderato di sentire di nuovo le sue labbra sulle mie ma non sarebbe stato giusto per nessuno dei due perchè  non eravamo pronti per lasciarci avvolgere dall’uragano di sentimenti che quel bacio avrebbe scatenato. 
Prima di addormentarmi mi fece una promessa che sapevo avrebbe mantenuto
<<Il prossimo trofeo che vincerò dovunque dovesse accadere lo dedicherò a te anche se non sarai lì sotto il podio ad aspettarmi>> promise prima di chiudere gli occhi e addormentarsi
Dormire al suo fianco quella notte fu più difficile del previsto perché la paura di innamorarmi di lui si faceva sempre più concreta, cercavo di reprimere quello che provavo al suo fianco ma quel bacio a Parigi, le sue mani che mi accarezzavano erano molto più che un ricordo impresso nella mia mente

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