Capitolo XLVIII-prima parte

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Premetti le cuffie Red Bull sulle orecchie sperando di sentire anche solo una parola ma non proveniva alcun rumore dalla monoposto numero 33. Continuavo a singhiozzare mentre la speranza iniziava ad affievolirsi, Christian poggiò un braccio sulle mie spalle stringendomi a sé cercando di darmi forza
<<Non...non può avermi lasciata lui...>> poi ebbi un'idea
Avvicinai il microfono della cuffia alla bocca e provai a parlargli di nuovo <<Io lo so che sei ancora lì Maxie, lo sento, l'hai promesso ricordi? Ogni volta dici sempre che tornerai da me e so che stai male adesso ma ho bisogno di sentire la tua voce...ti prego>>
Notai la preoccupazione sempre più evidente sul volto del team principal della Red Bull, Jos non proferiva parola ma riuscivo a leggere il terrore nei suoi occhi poi un rumore attirò la mia attenzione, era Max. Non riuscì a dire nulla ma sentimmo che si lamentava per lo schianto.

Tornai a respirare ma piansi ancor più di prima perché solo in quel momento realizzai che avevo rischiato di perderlo per sempre, Christian mi abbracciò e io continuavo a tremare
<<Va tutto bene ora, è tutto apposto>> disse cercando di calmarmi

In my blood-Shawn Mendes
Poi iniziarono ad arrivare i team radio degli altri piloti, quello di Charles non tardò ad arrivare e mi sorprese, voleva sapere se Max stesse bene. Pierre chiese istentemente se Max fosse fuori dalla sua macchina oppure no.
<<Ora è importante capire se riesce ad uscire sulle sue gambe>> disse Jos

I commissari stavano già correndo verso il luogo dell'incidente per analizzare le condizioni di Max, subito dopo arrivarono anche gli operatori del supporto medico. Gli spettatori a pochi metri da Max a Copse iniziarono ad applaudirlo e ad incitarlo a trovare la forza per tornare sulle sue gambe, si aggrappò saldamente all' halo con entrambe le mani e si alzò. Ci volle qualche istante e riuscì a sedersi, con l'aiuto dei medici provò a reggersi in piedi ma si piegò in due, non riusciva a camminare.
Non potevamo sapere cosa gli stessero dicendo ma sicuramente stavano provando a farlo parlare per capire le sue condizioni, Max indossava ancora il casco e conoscevo il motivo. In situazioni come quella preferiva non condividere il suo dolore o la sua sofferenza ma in quell'occasione mi sorprese con forza espose il suo viso senza paura, e gli spettatori continuarono ad applaudirlo per trasmettere il loro supporto.

Dicono sempre che vedere un pilota camminare sulle proprie gambe è la più bella vittoria che possa esserci in questo sport, il fatto che fosse Max mi rendeva ancora più felice ma la paura e la tristezza non erano d'aiuto. Ero ancora sconvolta mentre i commissari al suo fianco lo conducevano adagio su un'ambulanza
<<Christian devo andare da lui...ti prego>> asciugai le lacrime che scendevano ancora sulle mie guance
<<Ora lo porteranno al centro medico e poi se saranno necessari ulteriori accertamenti in ospedale. Potranno entrare solo i famigliari Lisa, io non posso fare nulla>>
<<Christian Max è tutto quello che ho, non mi importa se non mi fanno entrare, nessuno può impedirmi di vederlo. Ha bisogno di me e...>> ma fui interrotta
<<Puoi venire con me, troverò io un modo per farti entrare>> disse Jos lasciandomi senza parole
<<Dice sul serio?>> domandai temendo che si stesse prendendo gioco di me
<<Certo, di sicuro vorrà vedere me e non te>> confessò

Dopo quaranta minuti una macchina messa a disposizione dal circuito di Silverstone accompagnò me e Jos al centro medico dove si trovava Max. Non appena entrammo Jos mise subito le cose in chiaro riguardo la mia presenza, avevo il diritto di vedere Max, non mi piaceva l'atteggiamento di suo padre ma fare affidamento su di lui era l'unico modo per raggiungere l'olandese,
Io e Jos aspettammo che qualcuno ci facesse entrare nello studio dove stavano visitando Max, i minuti sembravano interminabili su quelle scomode sedie di legno
<<Sai mi dispiace per tutto ciò che ho fatto da quando sei arrivata nella sua vita. Non avrei dovuto dirti quelle cose la sera che ti ho trovata a casa di Max e non avrei dovuto cercare di rovinare il vostro rapporto mostrando a Max quel video di Charles>>
<<Io spero che lei abbia capito che non può fare nulla per separarci. Io amo suo figlio, e non perchè si chiama Max Verstappen, io mi sono innamorata del ragazzo che ho conosciuto e che in pochi mesi è diventato un uomo incredibile capace di dare tutto ciò che ha per le persone che ama>> risposi
<<Ho avuto la certezza che lo amassi davvero quando ho visto i video di quando l'hai accompagnato a Parigi e quando eri così turbata prima. Prometto che non mi intrometterò più in futuro per separarvi, ora so chi sei Lisa>> concluse Jos, stringendomi la mano

Finalmente aveva compreso a pieno il mio rapporto con Max e ci avrebbe dato il suo appoggio. In quell'istante un medico ci comunicò che era possibile vedere Max, suo padre mi invitò ad andare per prima anche se mi opposi ma sapeva quanto avessi bisogno di vederlo così seguì il dottore e mi ritrovai di fronte ad una porta bianca asettica con un vetro opaco al centro. Allungai la mano ancora tremante verso la maniglia, cercando di respirare e sentirmi pronta per ciò che mi aspettava.

The boy in redDove le storie prendono vita. Scoprilo ora