Capitolo IV

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Alla fine ero riuscita a non pensare troppo per una volta e avevo accettato il suo invito, sentivo di potermi fidare davvero del ragazzo seduto accanto a me, lo osservai mentre guidava per le strade strette di Monaco, un leggero sorriso gli illuminava il volto mentre una brezza tiepida si posava sulle mie spalle facendomi quasi rabbrividire. 
Dopo dieci minuti parcheggiò l’auto nei pressi di una spiaggia e capì che avevamo raggiunto la nostra destinazione
<<Se volevi sbarazzarti di me in questo posto isolato devi cambiare piano perchè per tua sfortuna so nuotare>>
<<Tranquilla niente bagno notturno, sarebbe scontato e io non lo sono. Ho in mente qualcosa di molto più profondo ma dovrai fidarti di me>> disse aumentando la curiosità in me

Lo seguì senza aggiungere altro, maledicendo le scarpe con il tacco che indossavo, non erano l’ideale per camminare sulla sabbia perciò decisi di toglierle e lui fece lo stesso. Trovammo un punto in cui sederci, non avevo nemmeno notato che aveva con sé un piccolo telo, lo distese sulla sabbia aspettando che mi accomodassi vicino a lui. Non ero mai stata lì ma in quell’istante capì quanto mi fossero mancate le spiagge di Monaco, la luna piena era alta in cielo, era come se si stesse specchiando nell’acqua, la sabbia chiara aveva assunto le sue stesse sfumature argentee. 
<<Credo sia una delle poche spiagge di Monaco in cui non sono mai stata prima d’ora, è meraviglioso qui ed è così…>>
<<Tranquillo e silenzioso?>>
<<Esatto è come se fosse un posto completamente isolato dal Mondo e dalla vita reale caotica e piena di imprevisti>>
Per un pò ci limitammo a godere di quella vista e della pace di quel luogo, ma dentro di me sapevo che avrei voluto fargli almeno una decina di domande
<<Ti va di parlarmi di te Max? Di come sei cresciuto e hai passato gli anni della tua adolescenza, qualunque cosa tu voglia raccontarmi>>
<<Credo siano anni che nessuno me lo chiede più. Diciamo che la mia infanzia è stata chiaramente influenzata dal percorso che ho scelto di intraprendere nonostante questo non ho rimpianti, ho dei bellissimi ricordi dei viaggi per l’Europa con mio padre durante i campionati di kart. Sono cresciuto nella piccola cittadina di Bree in Belgio. Tu invece?>>
<<Tra Monaco e l’Italia, come sai viaggiavo anch’io parecchio per seguire mio padre dato che lavorava come meccanico, prima nei campionati di kart e poi in Formula 1, poi ci siamo trasferiti qui e quando gli hanno offerto il lavoro di meccanico a Maranello tornavamo spesso a casa in Italia>> raccontai a Max che sembrava interessato
<<E tua madre?>>
Sapevo che avrebbe fatto qualche domanda dato che non l’avevo menzionata 
<<All’inizio seguiva anche lei mio padre, come faceva tua madre con voi ma poi ha capito che quel genere di vita non faceva per lei così ha deciso di stabilirsi in Italia e tra di loro è finita quando avevo circa otto anni>>
Non fece nessun commento e non mi chiese nient’altro, non voleva turbarmi o rischiare di rovinare la serata o meglio la notte che aveva preso una piega più serena e tranquilla
<<Sai che uno dei ricordi più belli che ho di mio padre è anche uno dei più strani? Credo fosse il 2012, avevo perso in modo davvero stupido il campionato distruggendo persino il mio kart e alla fine della gara si rifiutò di aiutarmi a recuperarlo…non riusciva nemmeno a guardarmi, poi sai cos’ha fatto il buon vecchio Jos?>> 
<<Ti ha lasciato alla pista con il tuo kart a pezzi?>> 
Iniziò a ridere e la sua risata mi scaldò il cuore perchè sentivo che era vera e sincera, se il giorno prima mi avessero detto che mi sarei ritrovata alle due di notte su una spiaggia a confidarmi e scherzare con questo ragazzo non sarei mai riuscita a crederci
<<In realtà ci sei andata vicina, al primo distributore di benzina, vicino a Napoli, mi ha lasciato lì da solo, poco dopo è arrivata mia mamma che di solito viaggiava con noi con la sua macchina. Ricordo che mio padre non mi parlò per un’intera settimana ma è stata una delle lezioni più dure e utili della mia vita>>
<<Sai che per me è stata la stessa cosa quando i miei hanno divorziato? Sono momenti che magari ci sconvolgono quando siamo bambini ma in realtà ci hanno resi le persone che siamo oggi. Siamo sicuramente molto più forti e determinati di altri>>
L’avevo conosciuto davvero solo quella sera ma l’avevo visto gareggiare quando era un ragazzino e avevo percepito quanto fosse tenace e forte ma in quel momento né avevo la certezza assoluta. 
<<Ora direi di non concentrarci sul passato ma sul presente e di dare una svolta a questa lunga serata. Dimmi la prima canzone che ti viene in mente in questo istante, senza pensarci>>
<<Mi stai facendo quasi preoccupare però d’accordo in questo momento…direi “Give me love” di Ed Sheeran>> 
Senza dire nulla si alzò  e prese il cellulare, ero completamente disorientata perché non sapevo cos’avesse in mente ed era una delle poche occasioni in cui non avevo il controllo
<<Ci avrei scommesso che eri una di quelle persone ossessionate da Ed Sheeran e dalla sua chitarra>>
<<Mi hai ufficialmente offesa>> 
Senza rendermene conto in pochi secondi iniziarono a diffondersi intorno a noi le note di “Give me love”, per la seconda volta quella sera mi porse la mano che non esitai a stringere, mi aiutò ad alzarmi 
<<So che sei una ballerina ma io non lo sono affatto, ad ogni modo mi stavo chiedendo se ti andasse un ultimo ballo stasera, qui con…me. Prometti solo di non ridere data la mia incompetenza>> 
<<Non riderò di te, puoi stare tranquillo>> 
<<Insomma come…come dovrei fare? Non so nemmeno da dove iniziare>> 
Era stranamente timido e impacciato ma lo ero anch’io perchè non sapevo come avvicinarmi a lui, feci un passo in avanti mentre le mie mani tremavano leggermente. Non avevo avuto altri contatti fisici con altri ragazzi se non con Pierre negli ultimi due anni e anche se detestavo ammetterlo Max mi rendeva nervosa con la sua sicurezza, riuscì persino ad anticiparmi con i movimenti. 
<<Aspetta forse ho un’idea, posso?>>
Annuii senza parlare e le sue dita si intrecciarono alle mie mentre portava le mie mani dietro la sua nuca, appoggiò delicatamente le mani sui miei fianchi e per un attimo la mia pelle si coprì di brividi. 
<<Questa canzone dura cinque minuti  voglio che tu ti goda questo momento, che pensi solo a te stessa e al tuo presente magari a quello che il futuro potrebbe offrirti. E c’è un’altra cosa.>>
<<Cosa?>>
<<Voglio che ti lasci tutta questa oscurità che hai dentro alle spalle e che tu faccia splendere quella luce che mi hai mostrato nell’ultima ora>>
<<Affare fatto>>
Mi tenne stretta a lui dicendomi di lasciarmi andare per la prima volta dopo tanto tempo mi sentii libera, più leggera, nella mia mente le immagini di me e Charles iniziarono a sfarfallare e ad essere meno nitide, chiusi gli occhi cercando di farle sparire lasciandole finalmente nel passato. 
Sul finale trovai il coraggio necessario per guardare Max negli occhi, non sapevo se il giorno dopo o in quelli successivi l’avrei visto ma di una cosa ero assolutamente certa: gli sarei stata sempre grata per quello che aveva fatto pur non conoscendomi
<<Non voglio pensare a domani ma comunque vadano le cose voglio che tu sappia non mi dimenticherò di te e di ciò che hai fatto stasera, nessuno aveva mai fatto niente del genere per me>>
<<Sono io a doverti ringraziare Lisa, per una sera mi hai fatto ricordare cosa vuol dire essere una persona normale, cosa significa avere problemi della vita quotidiana e non sentire ogni giorno la pressione di troppe aspettative sulle spalle>> 
<<Tu sei un ragazzo normale devi solo ricordarlo a te stesso>>
<<In ogni caso non sarei così pessimista riguardo il futuro imminente, potrei esserci domani, il giorno dopo e i seguenti, sempre che lo voglia anche tu>> disse a bassa voce
Ed Sheeran smise di cantare e all’ improvviso il silenzio calò tra noi, le sue mani mi tenevano ben stretta guardandomi negli occhi e facendo promesse che in quel momento non riuscì a capire mentre la luna ci guardava dall’alto illuminando il paesaggio sottostante e i nostri cuori che per la prima volta  battevano allo stesso ritmo.

Nota dell'autrice
Prossimo capitolo 》 8.07

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