Capitolo XXXVII

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Nota dell'autrice
Se volete rendere ancora più magico ed emozionante questo capitolo, consiglio questa canzone》Don't give up on me di Andy Grammer . Credo descriva la parte più pura e bella della storia di Lisa e Max.

Il paesaggio monegasco iniziava a scorrere oltre il finestrino della macchina di Max e iniziai a respirare l’aria di quel posto che mi era mancato come non mai in quei giorni di lontananza. Per un attimo mi sembrò quasi di tornare all’anno precedente, al mese di Luglio quando Max mi aveva invitata a trascorrere l’estate a casa sua, quella volta però stavo andando a casa dell’olandese per restarci. 

Avevo accettato di vivere con lui senza nessuna esitazione, mi rendeva felice e ci eravamo salvati a vicenda, lo amavo in un modo in cui non pensavo nemmeno che fosse amare qualcuno, non c’era nessun altro posto dove avrei voluto essere. Il giorno prima mi avevano finalmente dimessa dall’ospedale, non avevo aspettato nemmeno un’ora a preparare i bagagli per il mio trasferimento, tutto sotto lo sguardo divertito e luminoso di Max che non mi perdeva di vista nemmeno un secondo stando sdraiato sul mio letto a riposare mentre facevo le valigie. 
Mi voltai ad osservarlo mentre guidava, con la mano destra stretta saldamente attorno al volante e il gomito sinistro a lato del finestrino,  le labbra incurvate in un sorriso leggero
<<Mi stai sciupando>> disse facendomi l’occhiolino 
<<Secondo me invece sei semplicemente in imbarazzo Emilian>> risposi a tono
<<Ti prego non usare il mio secondo nome, è quasi irritante>>
<<Sai una cosa Emilian?>> chiesi avvicinandomi
<<Dimmi>> 
<<Sei incredibilmente bello Emilian, persino mentre guidi un'auto qualunque e senza la tuta da pilota>> confessai posando la mano sul volante sopra la sua
<<Inizia quasi a piacermi il mio secondo nome. Stai suggerendo forse che dovrei togliermi i vestiti Lisa?>>
<<No questo lo stai aggiungendo tu, mio caro>> arrossì dalla testa ai piedi

La sua risata piena e melodiosa a cui poi si unì la mia riempi l’abitacolo, mi baciò la mano e la posò insieme alla sua sul cambio accelerando bruscamente facendo sfuggire un gridolino dalle mie labbra.

Quando arrivammo a casa sua Max mi chiese di rimanere in macchina mentre scaricava i bagagli e di non muovermi, non sapevo il motivo ma temevo che avesse qualcosa in serbo per me. Ritornò da me dopo circa venti minuti, aprì la portiera e mi lasciò un bacio sulle labbra
<<Da oggi diamo inizio ad un nuovo capitolo Lisa>> sussurrò prima di baciarmi un’altra volta

Il sole di Monaco mi scottò la pelle, era già molto caldo per essere Maggio e si iniziava quasi a respirare  l’atmosfera estiva cullata da una leggera brezza. In quel momento il mio sguardo scivolò sulla mano di Max tesa verso di me, proprio come la sera in cui ci eravamo conosciuti a casa di Pierre dopo la nostra prima chiacchierata, le stesse dita che si erano intrecciate alle mie senza allontanarsi più.
Intrecciai le mie dita alle sue e mi aiutò a scendere dalla macchina, sapevo dove voleva condurmi e quando riconobbi la scaletta ormai famigliare che portava al piccolo tratto di spiaggia davanti a casa sua cominciai a sorridere, era stato proprio lì che avevo iniziato a comprendere che io e Max eravamo legati da un legame molto più profondo di quanto potessimo immaginare. 

Non ci pensai due volte a togliermi le scarpe per sentire la sabbia sotto i piedi e invitai Max a fare lo stesso mentre si slacciava i lacci
<<L’ultimo che arriva al bagnasciuga fa il bagno completamente vestito>> urlai prima di iniziare a correre
<<Imbrogliona>> rispose goffamente mentre lanciava l’ultima scarpa in bilico su una gamba
Mi mancavano circa due metri per raggiungere il punto d’arrivo quando due braccia forti mi avvolsero da dietro sollevandomi facendomi urlare e ridere per la sorpresa. Quando tornai a reggermi in piedi mi girai verso Max che era ancora più bello con un’espressione da bambino e le guance leggermente arrossate dopo aver corso. 
Appoggiai  la mia fronte contro la sua prima di baciarlo stringendolo forte a me poi iniziò a schizzarmi con l’acqua mentre io cercavo invano di non bagnarmi e correre via.
<<Presa>> sussurrò prima di prendermi in braccio e correre verso l’acqua
<<Non osare>> lo minacciai
Si fermò stringendo le mie cosce attorno ai suoi fianchi e sospirai per il sollievo 
<<Per un attimo ho pensato che mi avresti fatto cadere in acqua Max>>
Sfiorò leggermente la mia guancia con le labbra prima di baciarmi 
<<Pronta?>> chiese 
<<Per cosa esattamente?>> erano talmente tante le cose nuove della mia vita che erano accadute in circa ventiquattr’ore che non sapevo nemmeno da dove iniziare 
<<Per tutto…iniziando da questo>> disse sulle mie labbra 

Nell’istante successivo si tuffò in acqua tenendomi ancora avvinghiata a lui mentre io lo supplicavo di non farlo. Quando riaffiorammo ero ancora ancorata a Max
<<Ti odio Max>>
<<Però vedo che ti tieni ben stretta a me>> il suo respiro caldo vicino all’orecchio fece ricoprire tutta la mia pelle di brividi
Tracciai i lineamenti del suo volto, le palpebre, le sopracciglia, la mascella, Max provò a far scontrare le nostre labbra mentre lasciavo umidi baci sul suo collo. Quando arrivai alla clavicola la sua presa sui miei fianchi diventò più decisa, le sue mani si spostarono sui miei glutei e quando notai le sue pupille dilatate che ardevano di desiderio quanto le mie mi fiondai sulle sue labbra. 

Nonostante fossimo fradici dalla testa ai piedi e l’acqua fosse quasi fredda continuammo per minuti infiniti fino a quando Max riaprì gli occhi e riuscimmo a fermarci, all’improvviso tutto il calore di prima era scomparso e iniziai a tremare leggermente, notai che anche la pelle di Max aveva la pelle d’oca
<<Inizio ad avere freddo ora>> ammisi
<<Allora forse dovremmo continuare>> rispose con un sopracciglio inclinato provocandomi
Scossi il capo ridendo<<Non così in fretta Emilian>> 
Scappai da lui correndo verso la spiaggia mentre mi rincorreva ma quella volta non riuscì a prendermi, a differenza di quando era in pista fu costretto ad arrendersi. 

Riuscì ad avvicinarsi solo all’ingresso di casa sua mi intrappolò in un piccolo spazio tra lui e la porta d’ingresso facendo aderire il mio corpo al suo, non mi tirai indietro, lo baciai con trasporto mentre lui cercava di aprire la porta. Non riuscivo a staccarmi da lui nemmeno un istante mentre le sue mani tracciavano le forme del mio corpo
<<Max stiamo bagnando tutto il pavimento, stiamo facendo un disastro>> riuscì a dire tra un bacio e l’altro
<<Sinceramente Lisa>> disse <<non mè nè importa proprio niente, quello che voglio ora sei solo tu>> 

Mi sollevò da terra riuscendo a fare le scale senza smettere di accarezzarmi fino a quando non arrivammo alla sua camera che da quel giorno sarebbe stata “nostra”. riuscì a divincolarmi e a spingerlo delicatamente sul letto mettendomi a cavalcioni su di lui, nel momento in cui le nostre iridi si specchiarono le une nelle altre ci fermammo un istante per assaporare quel momento. 
Incorniciò il mio viso con le mani avvicinando le nostre fronti, entrambi a corto di fiato mentre cercavamo di ricordarci come si faceva a respirare.

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