Capitolo 4 ☆ Erica

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«Kai, te lo giuro, quest'anno ho la sconfitta in pugno. Mi ha già chiesto perché non andavo a cena con loro.»
Eravamo sdraiati su una coperta a quadri, in mezzo al bosco, poco lontani dall'anfiteatro. Davanti a noi erano disposti una serie di confezioni di plastica con schifezze che ero riuscita a rubare dalla dispensa prima di pranzo. Ero rimasta sorpresa dalla varietà di caramelle della Haribo di cui disponevamo.
«Ne sembri veramente sicura. Spero solo che non ti adagerai sugli allori.»
«Non lo farò, non te ne devi nemmeno preoccupare» dissi, allungandomi verso una patatina.
Passò qualche secondo di silenzio prima che Kai parlasse di nuovo: «Sicura che non ti piaccia?»
«Sì, ne sono sicurissima. E poi non penso le interessino le ragazze. Vuoi provarci con lei?»
Kai si strinse nelle spalle. «È carina, non puoi negarlo. Inoltre, solo perché sembra una tipa normale questo non vuol dire che sia etero.»
«Immagino, ma non mi interessa.»
Mi guardò per qualche secondo con molta attenzione, prima di replicare: «Ti darò un mese, poi tenterò la mia mossa.»
«Ti sto dicendo che non mi interessa, puoi tentarla subito, la tua mossa» risi di rimando.
Era carina, era vero, ma non era per nulla il mio tipo. Sembrava più simpatica di quanto non avessi pensato a primo acchito, ma non riusciva nemmeno a ridere alle mie battute. Con una come lei non sarei riuscita nemmeno a diventare amica, figurarsi qualcosa di più.
«Ti darò comunque un mese, in caso cambiassi idea. Non un giorno di più, non un giorno di meno.»
La cena era finita, i ragazzi si stavano riversando nell'anfiteatro ai nostri piedi, riempiendo le varie scalinate. Erano tutti suddivisi per cabina, i colori a formare un vero e proprio arcobaleno nella notte. Un grande falò rosso e arancione si alzava dal focolare al centro.
La vidi, seduta in mezzo ad Alex e a Jamila, mentre chiacchieravano di non so cosa. Stavano ridendo, indicando Edoardo. Forse si era infilato qualcosa su per il naso a cena, lo faceva tutti gli anni, anche se ormai aveva finito le elementari.
Sarah, il capitano della cabina uno, stava salendo sul palchetto con una grande scatola marrone.
«Dovremmo scendere a distribuire i marshmallow?» chiese Kai, osservandola. Era uno dei nostri compiti, ma spesso lasciavamo che fossero gli altri a distribuirli al posto nostro, in cambio avremmo messo in ordine a fine serata.
«Oh, certo. Non voglio tenerti lontano da lei per troppo tempo. Scusa per il disturbo.»
«Ho solamente voglia di mangiare marshmallow arrostiti su un bastoncino» replicò, incrociando le braccia. «Ho voglia di dolci, vuoi negarmeli?»
«Tutto questo ben di Dio che ti ho preparato non ti basta? Dovresti essere più grato per la tua migliore amica che ha rischiato di venir uccisa per prenderti questa roba» esclamai indicando i pacchetti di patatine e caramelle davanti a noi.
«Ti sono estremamente grato, mia migliore amica, ma non partecipare alla tostatura dei marshmallow è troppo triste, anche per noi comuni ribelli» disse infine, alzandosi e spazzolandosi i pantaloni.
Con riluttanza mi alzai anch'io.
Forse aveva ragione, in fondo mangiare o non mangiare i marshmallow non ci avrebbe aiutato nella nostra sfida verso la sconfitta. Non avremmo infranto alcuna regola non partecipando ad un'attività serale e Sarah non sarebbe mai andata a dire a mia madre che non stavamo svolgendo uno dei nostri compiti da capo-squadra.
Mettemmo a posto le nostre cose in un piccolo cestino da picnic e ci dirigemmo all'anfiteatro, dividendoci per andare dalle nostre rispettive cabine.
Gli altri animatori avevano già distribuito marshmallow a tutti e riuscii a recuperarne un po' per me da un sacchetto lasciato mezzo vuoto su una panchina.
«Guardate un po' chi ci ha degnato della sua onorevole presenza!» mi salutò Alex, non appena iniziai a salire i gradini degli spalti per raggiungerli. Si erano messi in cima, dove i sedili di legno lasciavano posto alla foresta e al terriccio. Scelta che approvavo.
«Non potevo certo perdermi i marshmallow» borbottai di rimando, sedendomi al lato della comitiva, vicino a Sofia.
Tutti mi stavano osservando con occhi scettici e dovetti trattenermi per urlargli che cazzo volessero.
«Immagino sia troppo sperare che quest'anno tu abbia deciso di gareggiare come si deve?» chiese alla fine Sofia. Tutti annuirono, eccetto Bianca e i due nuovi bambini. Quindi era quello a cui stavano pensando.
«Cosa devo dirvi? Ormai mi conoscete meglio di me stessa» sbuffai, affondando con la schiena contro la parete alle mie spalle.
Li sentivo ancora osservarmi con i loro occhietti tristi, ma feci finta di nulla. Non mi avrebbero fatto cambiare idea.
La cerimonia del falò avveniva tutte le sere, non era obbligatorio parteciparvi, ma se non lo facevi eri obbligato a tornare in cabina subito dopo cena, quindi l'affluenza era sempre quasi massima. Ci si metteva in fila, in ordine di cabina, per arrostire i propri marshmallow, e dopo che tutti li avevano mangiati qualcuno saliva sul palchetto per suonare qualcosa con la chitarra, raccontare una storia di paura o qualsiasi altra cosa venisse in mente di fare. La maggior parte della serata però si passava a chiacchierare con gli altri, esaminando le sfide di quella giornata, chiedendosi cosa avrebbero potuto fare per avere più punti il giorno dopo. Le prime settimane si passavano a conoscersi, a raccontarsi della vita di tutti i giorni, che scuola facevano, qual era il loro colore preferito, cose del genere.
La mia cabina, come tutte le altre, sembrava non finire mai gli argomenti di discussione e un continuo chiacchiericcio si levava verso il cielo. Bianca, Marco e Zaccaria, in quanto novellini, vennero presi di mira da una raffica di domande e altrettanti avvertimenti su quello che sarebbe accaduto nei prossimi giorni. Gli raccontarono di come ogni anno c'era una caccia al tesoro e che, se fossimo stati fortunati, la notte di San Lorenzo saremmo andati a vedere le stelle cadenti in mezzo al bosco. Io li stavo ad ascoltare solamente per metà.
Dopo aver mangiato un paio di marshmallow, decisi che era arrivato il momento di tornarmene in camera, gli altri se la sarebbero cavati da soli.

Summer Nights ☆ {GIRLxGIRL}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora