Capitolo 49 ☆ Bianca

461 29 1
                                    

La luna era già alta nel cielo quando i primi marshmallows arrostiti iniziarono a girare per l'anfiteatro. L'estate stava lentamente preparandosi a lasciare il posto all'autunno e, anche se Settembre non era ancora ufficialmente iniziato, le giornate avevano già iniziato a farsi più corte.
I risultati della gara delle canoe non erano ancora stati resi pubblici: avrebbero aspettato di dirli insieme alla classifica finale, così da dover fare una cerimonia unica anziché due separate. Tuttavia sapevamo già tutti abbastanza bene dove c'eravamo posizionati.
Il primo posto era totalmente fuori discussione per noi libellule, ma eravamo anche sicuri di non essere stati i peggiori, il che ci aiutava a mantenere alto il morale.
Erica, per la prima volta in tutta la durata dell'estate, si era finalmente unita noi, sedendosi fra me ed Alex, al centro della comitiva, senza rimanere in disparte come faceva di solito. E stava letteralmente sorridendo ad una battuta stupida che aveva fatto uno dei ragazzi più piccoli invece di starsene tutta imbronciata in un angolo. Sembrava quasi che ci fosse stato uno scambio di persone tra la Erica di inizio giugno e quella di fine agosto.
Finalmente era arrivato il nostro turno di poter attingere al sacchetto di marshmallows e dirigerci verso il falò per cuocerli. Tre di noi si presero l'incarico di prepararli per tutti e, pochissimi minuti dopo, Jamila, Sofia ed Erica tornarono con le mani straripanti di stecchetti di legno con la cui estremità erano stati infilzati una serie di dolcetti. Al solo pensiero di tutto quello zucchero gommoso in bocca mi veniva quasi il voltastomaco. Non lo avevo mai fatto sapere, ma i marshmallows non mi piacevano così tanto. L'esperienza di arrostirli, tuttavia, la trovavo assai divertente.
«Io proporrei un brindisi, prima di mangiare» propose Alex, prima ancora che tutti avessero ricevuto il proprio stecco. Si alzò in piedi, guardando dall'alto al basso il resto di noi seduti. Con il suo pezzo di legno stretto fra le dita puntò verso di me, con fare eclatante, come se fossi appena stata scelta per un duello mortale.
«Io?» quasi mormorai, chiedendomi dove volesse andare a parare con tutta quella storia.
«Sì, te, Bianca. Sto indicando proprio te» disse Alex, facendo roteare leggermente gli occhi. «Il mio brindisi voglio dedicarlo in primis a colei che è riuscita far sentire tutti noi parte integrante di una squadra che - anche se non lo era affatto - riusciva a sentirsi fortissima, quando tutti lavoravano assieme.»
Di fianco a me Erica si irrigidì un pochino. Le parole di Alex erano una chiara frecciatina al suo comportamento menefreghista nei confronti delle altre libellule e lei sembrava essersela un po' presa.
«Non l'avevo mai pensata in questo modo» mi limitai a rispondere, sincera. Scossi leggermente le spalle. «Non è certamente solo grazie a me se siamo diventati un team così affiatato. Tutti hanno fatto del proprio meglio, anche chi si nasconde dietro una facciata solitaria, di questo ne sono sicura.»
Sperando che nessuno mi notasse, allungai una mano verso quella di Erica che stava riposando sulla trave di legno su cui eravamo sedute. Strinsi le mie dita nelle sue, infondendo in quel gesto tutte le cose che non potevo dire ad alta voce. Lei ricambiò la presa e le sue spalle sembrarono distendersi per qualche secondo.
Poi Alex si mise ad annuire tutto solenne e passò il bastone davanti alla faccia di Erica, di nuovo tutta ritta e impettita. «E questo ci porta al nostro secondo brindisi. La nostra amata caposquadra, che pensa tanto di poter far la difficile, ma che alle ultime prove ci ha regalato varie vittorie.»
Erica sembrava più interdetta che altro. «Vittorie?»
«Certamente! Non ti ricordi alla gara con l'uovo? Il nostro trio ha spaccato alla grande. E anche la corsa con i sacchi a pelo non è stata male. Per non parlare di quella costruzione fantastica con gli stecchi dei gelati» si mise ad elencare Alex. Tutti gli altri si misero ad annuire, ricordando tutti quei bei giorni passati durante l'estate.
«E, ciliegina sulla torta, non dimenticheremo mai la tua stupenda performance da poliziotta sexy che decide di uccidere suo marito. Quella sì che sarà ricordata per il resto dell'eternità» annuì Alex, tutto fiero di quel suo discorsetto improvvisato. «Ma bando alle ciance, devo fare anche un altro brindisi a tutti gli altri membri delle Libellule Viola. Non ci sarà mai nessun'altra squadra che potrà portare il nostro nome con così tanta eleganza come noi. Ora mangiate i vostri marshmallow o diventeranno freddi.»
Come se avessero aspettato la fine delle parole di Alex, Emma e Sarah comparirono sul palco, insieme alla madre di Erica, annunciando che avrebbero rivelato a tutti la classifica finale e i vincitori di quell'estate. Si erano preparate un piccolo tavolino con una decina di sacchetti di caramelle, intorno ad ognuno era stata legata una medaglia e quello che da lontano sembrava un piccolo bigliettino di carta.
Era la prima volta dall'inizio dell'estate che la donna a capo del campeggio si faceva viva in mezzo ai campeggiatori, ma Erica mi aveva raccontato che era una cosa normale. Nonostante avesse aperto un'attività rivolta per lo più a bambini, non amava passare molto tempo fra i piccoli.
Non le avevo mai parlato e non sapevo nemmeno se Erica le avesse raccontato di me, eppure mi sembrava che i suoi occhi scuri si fossero soffermati su di me mentre studiava la folla, il che mi rese alquanto nervosa.
Solamente quando il silenzio più assoluto si fece spazio per la platea le due ragazze iniziarono a parlare, dandosi ogni tanto il cambio. Sembrava che anche loro si fossero preparate un discorso.
«Siamo davvero felici che anche quest'anno un gran numero di voi abbia deciso di passare questi tre mesi con noi, qui al campeggio» aveva iniziato Sarah, per essere subito seguita da Emma. «E speriamo che anche a giugno dell'anno prossimo rivedremo molti di voi. Probabilmente non saremmo più nelle stesse cabine di quest'anno, probabilmente gareggerete con altri caposquadra e altri compagni, ma ogni avventura che vi aspetta sono sicura vi porterà grande gioia.»
«Tuttavia, c'è sempre una parte amara della storia» continuò Sarah, indicando il tavolo di fianco a loro. «Solamente una cabina può aggiudicarsi il premio finale, lo sapete tutti molto bene. Siete pronti a scoprire la classifica delle squadre?»
Una serie di urli e di boati si riversò fra i ragazzi che stavano aspettando quella serata probabilmente da settimane. Il vociare era sempre più potente, mentre i bambini si scambiavano ipotesi su chi potesse aver vinto e si auguravano di essere loro. Ma non appena Emma iniziò ad elencare le posizioni delle cabine tutto tacque nuovamente.
«Partiamo dall'ultimo posto, come sempre, nel quale troviamo... gli Scoiattoli Verdi, per il secondo anno consecutivo» ci tenne a precisare lei.
Cercai con lo sguardo Erica, per vedere cosa ne pensava che Kai fosse all'ultimo posto, ma non ne sembrava né triste né sorpresa. Immaginavo che in qualche modo se lo aspettasse e che non le importasse più nulla.
Al quinto posto, fu annunciato, si erano posizionate le Marmotte Rosse, subito seguite a poca distanza dai Grilli Arancioni.
Ad ogni squadra che veniva nominata il mio cuore mancava un battito. Sapevo che non potevamo aver vinto, non era statisticamente possibile, ma stavano veramente scalando la vetta.
«Al terzo posto, con grande sorpresa da parte di tutti, ci sono le Libellule Viola.»
Quando Emma disse quelle poche parole, tutte le libellule scoppiarono in grida e in applausi, gli occhi lucidi e le labbra aperte in grandi sorrisi, estremamente felici come non li avevo mai visti.
E con grande gioia vidi che anche Erica si era alzata in piedi, con noi, a battere le mani.
Non importava se le Rane Gialle erano prime, non importava se i Serpenti Azzurri avevano vinto la medaglia d'argento, perché sul podio c'eravamo anche noi e importava solo quello.

Summer Nights ☆ {GIRLxGIRL}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora