Capitolo 22 ☆ Erica

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Ormai avrete capito che c'erano molte cose che non mi piacevano di quel campeggio. La baby dance era ad un posto molto alto in quella classifica.
Mia mamma ci obbligava, praticamente ogni anno, a impararci le nuove coreografie che andavano di moda nei villaggi turistici per poi riproporle ai bambini più piccoli durante uno dei falò.
E i bambini amavano ballare. Chiedevano di rifarlo ogni settimana, senza capire quanto fosse stancante per noi - per me, in realtà, perché gli altri sembravano divertirsi tanto quanto loro. Persino Kai.
Per qualche motivo fortuito quell'anno ero riuscita a scamparmela fino ad inizio luglio, ma prima o poi arriva sempre la tua ora.
Kai mi aveva trascinato al falò e stavo aiutando lui e Danilo ad attaccare lo stereo con le canzoni ad un paio di casse datate. Quella era la tecnologia che ci era fornita dai piani alti: una pila immensa di cd e delle casse gracchianti.
In quel momento non si stavano accedendo ed ero a tanto così da arrendermi e lasciare che la serata baby dance andasse cancellata. Che grande sfortuna sarebbe stata.
«Hai provato a togliere e rimettere l'adattatore? Magari non è infilato per bene e basta fare così» stava proponendo Danilo, osservando ogni gesto di Kai mentre faceva come gli era stato detto, senza ottenere alcun successo. Le casse erano ancora morte.
«Forse hanno bisogno di una piccola spinta. Magari un pugno ben assestato risolverà i nostri problemi, funziona sempre con le macchinette a scuola» mi intromisi io, già pronta a sferrare un paio di colpi ben concisi a lato delle casse.
Danilo mi fermò a mezz'aria, scuotendo la testa. «Sono sicuro che non sia così che funzioni.»
Alzai gli occhi al cielo. Ero abbastanza sicura che avrebbe funzionato, ma va bene, non era un mio problema se non riuscivano a farle andare.
«Avete almeno acceso l'interruttore sotto?» chiese infine una voce alle mie spalle - quella di Bianca - guardando il nostro trio una persona alla volta, giudicandoci silenziosamente.
Fissai anch'io prima Danilo e poi Kai. «Già, ragazzi, avete almeno accesso l'interruttore?»
Non l'avevamo fatto e lo sapevamo bene tutti e tre.
Il silenzio si fece un po' troppo pesante prima che Bianca decidesse di prendere in mano la situazione e accendere lei stessa le casse. Subito partì a tutto volume - che era stato alzato fino al massimo da Danilo in uno dei tanti tentativi di far partire la musica - Baby Shark, la prima canzone che avremmo proposto ai bimbi.
Mi coprii le orecchie, già scocciata da quelle note altissime e dalle vocine che ripetevano gli stessi testi scemi. Kai abbassò subito il volume, fermando il cd e rimettendo tutto da capo, per essere pronti a farlo partire quando tutti i ragazzi sarebbero stati pronti a partecipare.
Il falò era finito da poco, i marshmallow arrostiti ormai avevano iniziato a stancare tutti e non li mangiava praticamente nessuno - c'era ancora un'alta pila di sacchetti intonsi che avevo i miei seri dubbi saremmo riusciti a finire prima delle data di scadenza. I più piccoli stavano cercando di rimanere svegli, tutti pronti a ballare prima di tornarsene a dormire nelle loro cabine. Il solo fatto che potessero stare in giro oltre il loro coprifuoco li rendeva tutti emozionati e pronti a scatenarsi fino a tarda notte. Avrei tanto voluto avere la metà delle loro energie per sopportare la successiva mezz'ora.
«Beh, non c'è stato bisogno di dare nessun pugno alla fine, anche se mi sarebbe piaciuto farlo» commentai io, alzando un sopracciglio.
Bianca mi rivolse uno sguardo incredulo prima di girare sui tacchi e tornarsene nel piccolo capannello che le libellule avevamo formato al bordo di quella che presto sarebbe diventata una vera e propria pista da ballo.
Lo spazio non era molto e i bambini si sarebbero dovuti stringere nello spiazzo sotto il palchetto, ma almeno noi animatori saremmo potuti stare belli larghi sul palco. Era l'unica cosa positiva che riuscivo a trovare in tutta quella situazione.
Quella sera saremmo stati solamente noi tre a seguire la baby dance, mentre le altre ragazze erano impegnate a preparare le sfide del giorno dopo. Capirete subito chi era considerato più essenziale nella parte di brain storming e chi era solamente un paio di muscoli da sfruttare.
Ma essere in tre mi dava una scusa per non partecipare ai balli in cui c'era bisogno di un partner per fare tutto in coppia. Erano poche canzoni, ma era già qualcosa.
Radunare tutti si rivelò la parte più facile della serata: persino alcuni dei più grandi, compresa Bianca, sembravano non vedere l'ora di iniziare e si erano impegnati molto per ottenere l'attenzione dei più piccoli e farli mettere su varie file, i più bassi davanti e crescendo piano piano fino ai più alti sul fondo, in modo che tutti potessero vedere le mosse da copiare.
In qualche modo Bianca era finita proprio nella porzione di pubblico davanti a me, se guardavo dritto incrociavo praticamente i suoi occhi. Se già non avevo molta voglia di ballare, il fatto che lei dovesse proprio seguire me mi metteva anche in un grande imbarazzo.
Sembrava così pronta e così carica che mi rendeva nervosa e vogliosa di buttarmi in una fossa per non uscirne mai più.
Non è che di punto in bianco mi fossi svegliata perdutamente innamorata di lei, ma stavo iniziando a capire che ci fosse qualcosa che il mio cuore stava cercando di dirmi da tempo. Non ero ancora sicura di cosa significasse, ma ogni volta che mi si avvicinava negli ultimi giorni sembrava rendermi nervosa.
Come quando, alla gara con l'uovo, si era avvicinata così tanto da poter annusare il suo profumo al limone e il mio cervello aveva smesso di funzionare per qualche secondo.
Cercai di non guardare nella sua direzione, rimanendo concentrata sulla prima fila di bambini e sui loro passi buffi e abbozzati mentre cercavano di stare dietro al ritmo della musica. Era quasi divertente vederli sbagliare e arrabbiarsi e diventare tutti rossi mentre cercavano di tornare al passo con gli altri.
Poi arrivò il momento del primo ballo in coppia e riuscii a convincere Danilo e Kai a farlo insieme, mettendomi al lato del palchetto e lasciando che fossero loro due a condurre le danze.
Alla fine, mi sarebbe convenuto ballare con Kai.
In men che non si dica, Bianca era scomparsa dalla folla di bambini e si era catapultata al mio fianco, comparendo quasi dal vuoto, come per magia.
«Sei rimasta senza partner di ballo?» mi chiese tutta sorridente.
«No, è solamente invisibile» risposi io. Era abbastanza ovvio che fossi da sola e che avrei preferito rimanere tale per il resto della canzone, ma lei sembrava non essersene accorta.
«Balliamo insieme, allora!» esclamò lei, prendendomi per un braccio e riportandomi al centro del palchetto, vicino a Kai e Danilo. «La canzone è già iniziata, sbrighiamoci.»
L'ultima cosa che volevo fare era sbrigarmi, ma la sua presa era così salda e sembrava essere così contenta che non ebbi la forza di oppormi più di tanto.
In fondo, era solo una coreografia stupida, non avrebbe avuto alcun significato. Tenersi per mano per due minuti di fila non avrebbe avuto alcun significato.

Summer Nights ☆ {GIRLxGIRL}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora