Capitolo 46 ☆ Erica

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Stare sdraiata nel mio letto, con Bianca proprio di fianco a me, la testa appoggiata sopra il mio braccio che le girava intorno alle spalle, era una delle sensazioni più surreali che avessi mai provato.
Sentivo ancora tutte le gambe molle e il cuore che batteva all'impazzata, anche se eravamo in quella posizione da almeno mezz'ora. Avrei dovuto avere tuto il tempo di calmarmi, eppure non sembrava succedere affatto.
E la stessa cosa sembrava valere per Bianca. Il suo petto non aveva ancora smesso di alzarsi e abbassarsi velocemente, muovendo le coperte bianche sotto cui c'eravamo nascoste.
«Posso chiederti una cosa?» chiese ad un certo punto lei, rompendo il nostro silenzio. Sembrava che l'aria intorno a noi si fosse improvvisamente fatta più densa, come se il momento intimo che avevamo appena condiviso avrebbe portato ad altrettante confessioni.
La sua voce sembrava portare con sé un grande peso, quindi mi limitai ad annuire, aspettando che il suo cuore si aprisse con me.
Iniziai ad accarezzarle i capelli, mentre lei prendeva un grande respiro e cominciava a parlare.
«Che cosa siamo noi? Siamo solamente una coppia che si lascerà alla fine dell'estate?» chiese, la voce tremolante e gli occhi fissi sul soffitto sopra le nostre teste.
Io... io non avevo mai pensato a noi in quel modo. Pensavo che ci fossimo fidanzate e basta. Non che saremmo state insieme solamente fino a settembre per poi lasciarci alle spalle qualsiasi cosa passata assieme. E credevo che anche lei fosse sulla mia stessa lunghezza d'onda.
«Per quanto mi riguarda, vorrei essere la tua fidanzata il più a lungo possibile» risposi, senza smettere di far vagare le mie dita sulla sua testa, in piccoli cerchi. «Non che ti voglia obbligare a stare con me, ovviamente. Solo se anche tu sei d'accordo» aggiunsi poi, mezza impacciata. I sentimenti erano qualcosa che non ero troppo brava a trattare e non volevo che un mio cercare di rassicurarla sembrasse un ordine fuori luogo.
Ma lei si mise a ridacchiare, quindi sembrava che fosse tutto a posto. «Certo che lo voglio.»
«Perfetto» mi limitai a dire, perché davvero non sapevo in quale altro modo avrei potuto esprimere il senso di sollievo che aleggiava nel mio petto in quel momento.
Rimanemmo così, abbracciate, per i successivi cinque minuti, prima che Bianca trovasse un altro problema da sottopormi. Certe volte mi chiedevo come la sua mente riuscisse a pensare a tutti quegli scenari e a tutte quelle possibilità che le persone normali non avrebbero mai preso in considerazione.
Anche se, in quel caso, la sua preoccupazione era più che legittima.
«Io non ho mai fatto coming out con mia mamma. Nemmeno con i miei amici. In realtà non sapevo nemmeno che mi piacessero le ragazze prima di incontrare te» lasciò fuori tutto d'un fiato, mangiandosi un pochino le parole. Vederla così in panico era sempre una novità per me, ma ai miei occhi la rendeva solamente più dolce e speciale.
«Posso aiutarti io, se vuoi fare coming out, ma non devi sentirti obbligata. So che non tutti hanno genitori super supportivi come i miei.»
La testa di Bianca si girò leggermente verso di me. «I tuoi sanno già che ti piacciono le ragazze? Come glielo hai detto? Come hanno reagito loro?»
La sua curiosità era così dolce che non riuscii a trattenermi dal stritolarle una guancia con la mano.
«Non ho mai fatto un coming out vero e proprio, è come se lo avessero sempre saputo. Forse non sanno che mi identifico come bisessuale, ma certamente sanno che ho avuto delle cotte per delle femmine. E mi hanno sempre supportato in ognuna di esse» mi misi a ridere al solo ricordo. «Sai, la prima bimba che mi è piaciuta era una mia compagna d'asilo. Forse è stato questo a fargli capire che sono queer.»
Bianca sospirò con fare triste. «Io non ho mai avuto una ragazza. Figurarsi una cotta già all'asilo. Come hai fatto a capirlo così presto? Io non avevo nemmeno mai pensato che potesse essere un'opzione, per me.»
«Forse è proprio perché non penso. Tu pensi troppo. Alla fine mi hai baciata quando ti ho detto di lasciarti andare ed essere te stessa, no?»
«Hai ragione.»
Il silenzio cadde nuovamente fra di noi, solamente per essere interrotto ancora da Bianca.
«Ma come riusciremo a continuare a frequentarci? Insomma, mi sembra di capire che tu abiti qui tutto l'anno, io vivo a quasi un'ora di distanza in macchina. Tu hai la patente? Perché io di certo non ce l'ho ed è difficilissimo spostarsi con i mezzi fin quassù. E poi c'è la scuola, e l'esame. Come lo troviamo il tempo di vederci?» la sua raffica di domande mi stordì alquanto. Non sapevo a quale rispondere per prima. E, ad essere onesti, in quel momento la mia mente voleva soltanto rivivere l'ultima ora, dall'inizio alla fine, non pensare a tutti i problemi che ci aspettavamo fuori dalla porta della mia stanza.
Era vero, non avevamo tutto il tempo del mondo da poter aspettare prima dell'arrivo di settembre, ma sarebbe stato carino poter vivere quel momento in tutta leggerezza, non come se ci fossimo trovate alla gogna.
«Sono sicura che troveremo una soluzione» tentai. «Non sarà facile, ma la mia scuola è giù in città quindi non è che vivo tutto l'inverno in letargo in mezzo si boschi.»
Stavo cercando di rendere più leggera la situazione con una battuta, ma non sembrava aver avuto l'effetto sperato. Bianca mi diede un piccolo pizzicotto sul fianco. «Sono seria. Che scuola frequenti?»
Non avevo idea di cosa centrasse quale indirizzo avessi scelto in quel momento, ma le risposi lo stesso. «È così ovvio che vado all'artistico. Non sai che è proprio lì che si riuniscono tutti i gay e tutti quelli con i capelli tinti?»
Lei mi diedi un altro pizzicotto, questa volta ridacchiando. «Non credo in questo tipo di stereotipi. Io sono super lesbica ma vado ad un liceo scientifico.»
Ovviamente andava ad un liceo scientifico, non sapevo come avessi potuto ponderare altre opzioni, vista la sua indole.
«Tutti sanno anche che, il secondo posto con più persone gay, è il liceo scientifico. Dovresti informarti di più, sulla tua cultura.»
Bianca continuò a ridere, dandomi piccoli colpetti sul braccio. Le bloccai la mano, prendendole il polso e facendola abbassare. Mi allungai verso di lei, lasciandole un leggero bacio sulla fronte, mentre sorrideva.
In quel momento, mi sentivo come in un sogno. E non avevo alcuna intenzione di svegliarmi.

*Nota dell'autrice*

Piano piano ci stiamo avvicinando alla fine di questa storia. Ormai sono pochi i capitoli che ci separano dal finale e volevo cogliere l'occasione per ringraziarvi ancora una volta del supporto che mi state mostrando .
Mancano davvero pochissimi capitoli e, visto che la maggior parte sono già pronti e penso che sia meglio leggerli tutti di fila, arriveranno molto in fretta.
Nel frattempo, mi sono creata anche un account ig (@lovelace.writing), per ora ho pubblicato solo alcune mood board, ma spero di iniziare a postare di più molto presto~
Byez.

Summer Nights ☆ {GIRLxGIRL}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora