Settembre ☆ Erica

246 14 4
                                    

«Ma, Kai, ti sto dicendo che eravamo entrambe d'accordo per sentirci questa sera, al solito orario» mi lamentai per la terza volta, con la stessa scusa trita e ritrita.
La voce di Kai, proveniente dalle casse del mio telefono messo in vivavoce, arrivava leggermente offuscata alle mie orecchie, ma non per questo le sue parole non mi furono chiare. In fondo, stava usando la stessa identica frase per rispondere ad ogni mia identica lamentala. «Sono sicuro che ci si una spiegazione dietro a questa sua mistica scomparsa. Giusto per la cronaca: sto scherzando, non penso che sia scomparsa e certamente non penso che tu debba chiamare la polizia, quindi siediti e datti una calmata, per favore.»
Non sapevo nemmeno come facesse a sapere che in quel momento ero in piedi, nel mezzo della mia stanza, a fare avanti ed indietro come una forsennata. Mi buttai sul letto, il mio corpo sul copriletto come un masso che affonda in mezzo al mare. Sbuffai. «E se per caso le fosse successo qualcosa? Magari potrei chiamare sua madre.»
«Ma nemmeno per sogno! Stai forse scherzando?»
«Certo che no! Sono super-seria in questo momento.»
Bianca non si era presentata alla nostra ormai giornaliera videochiamata. Ogni sera, dopo cena, ci vedevamo su Skype, ormai era diventata una consuetudine, non c'era nemmeno bisogno di chiederci a vicenda se ci saremmo state oppure no. Era una nostra cosa, Kai non poteva capire.
Non era normale che Bianca non avesse risposto a nessuna delle mie tre chiamate e, sopratutto, che non mi avesse mai scritto di aver avuto un imprevisto e che quindi non avrebbe potuto rispondermi al momento.
«Sto per mettere giù la chiamata» mi minacciò lui con fin troppa svogliatezza.
Sapevo che non si sarebbe mai permesso di farlo, ma questa consapevolezza non mi fermò dal saltare sù con la schiena dritta e un broncio in volto. «Non ti azzardare a farlo o ti puoi considerare un uomo bello e morto!»
«Allora smetti di fare l'irragionevole e lasciami andare a dormire in santa pace. È già passata la mezzanotte e non sono più abituato a svegliarmi così presto la mattina, magari anche lei sta recuperando qualche ora di sonno persa.»
Alzai gli occhi al cielo, anche se lui non avrebbe mai potuto vedermi. «Lei si sveglia sempre presto la mattina, non è come te che hai bisogno di otto ore filate per riuscire a non sembrare uno zombie da appena sveglio. E poi avrebbe sentito la suoneria e mi avrebbe risposto, no?»
«Magari ha spento il telefono perché le hai dato noia per tutta la giornata e ora vuole riposarsi senza essere disturbata.»
«Io non la disturbo, se mai-»
«Ti prego, Erica, ti giuro sulla mia vita che Bianca sta benissimo.»
«E se le fosse successo qualcosa?» continuai imperterrita.
«Se le fosse successo qualcosa sarà colpa mia, okay? Ora andiamo entrambi a dormire e vedrai che domattina ti avrà mandato un messaggio chiedendoti scusa e spiegandoti che cosa le è successo» concluse lui, la sua voce era stanca, spossata. Anche se la sua risposta non era quello che volevo sentirmi dire decisi di lasciar perdere.
Avevo chiamato Kai per cercare conforto, sapevo che se avessi contattato Alex mi avrebbe detto che non avrei nemmeno dovuto chiamare Bianca una volta e che mi stavo comportando come una vera e propria deficiente. Non era certo quello di cui avevano bisogno.
Però anche Kai sembrava non essere in grado di darmi quello di cui avevo bisogno.
Lentamente, ma inesorabilmente, mi sentivo sempre più tagliata fuori dalla vita di Bianca e sembrava che al resto del mondo sembrasse una cosa più che logica. Per me non lo era.
Non volevo sembrare la fidanzata appiccicaticcia, che non ti lascia nemmeno respirare quando non sei con lei, eppure, senza sapere che cosa stava succedendo a Bianca, non riuscii a chiudere occhio quella notte, nemmeno per cinque minuti.

Summer Nights ☆ {GIRLxGIRL}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora