Settembre ☆ Bianca

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Il primo giorno di scuola era sempre stato un motivo d'ansia per me, ma quell'anno lo sarebbe stata ancora più del solito.
Mi sentivo come a camminare su un sentiero di uova. Un solo passo più pesante del precedente avrebbe potuto trasformarsi in una frittata di dimensioni colossali.
E la giornata era appena iniziata, doveva ancora entrare nel suo vivo. Al solo pensiero di quello che sarebbe successo da lì a pochi minuti mi veniva il mal di stomaco. Per non parlare del fatto che avrei voluto raccontare alle mie amiche di Erica, ma non avevo idea di dove iniziare, e lei continuava a tempestarmi di messaggi stupidi su whatsapp, facendomi continuamente vibrare il telefono senza interruzione. Sicuramente il suo essere super energetica già all'alba del primo mattino non stava aiutando a farmi calmare o a farmi scordare della sua esistenza e di come non ci fossimo più viste dalla fine del campeggio e di come probabilmente avremmo dovuto aspettare Halloween per farlo.
La mamma mi aveva promesso che presto saremmo andate a farle visita, dopo averle raccontato di Erica si era come innamorata dell'immagine che avevo costruito di lei, aveva addirittura insistito per aggregarsi ad un paio delle chiamate che facevamo ogni sera, ma con il lavoro e la scuola non era facile trovare un momento adatto per passare la giornata fuori porta. E poi c'erano i nonni. Loro erano ancora all'oscuro di tutto e, mamma conveniva con me, lo sarebbero dovuto rimanere ancora per qualche tempo. Almeno finché non fossi stata sicura che quella con Erica sarebbe stata una relazione seria, aveva detto lei.
Io ero abbastanza sicura che Erica sarebbe stata la mia prima ed ultima fidanzata. Non riuscivo ad immaginarmi uno scenario dove lei ed io non stavamo più insieme, dove litigavamo fino al punto di volerci lasciare e non parlare mai più. Sopratutto non sapevo se, dopo un cuore spezzato, sarei mai stata in grado di amare qualcun altro nello stesso modo in cui avevo amato lei, o addirittura di più.
C'erano troppi pensieri che frullavano nella mia testa mentre aspettavo che la prima campanella suonasse e che la bidella ci lasciasse entrare nelle nostre classi.
Ero così persa che non mi accorsi nemmeno che qualcuno mi si stava avvicinando da dietro. Una mano apparve sulla mia spalla all'improvviso, cogliendomi totalmente alla sprovvista. Sobbalzai, ancora troppo concentrata sui miei pensieri per realizzare chi fosse arrivato alle mie spalle.
Giada se ne stava con il suo solito sorriso storto e il naso arricciato a guardarmi dall'alto al basso. «Allora? Come sono andate le tue vacanze estive? Sei scomparsa per tre mesi, non lasciarci sulle spine.»
Claudia e Aurora erano proprio dietro di lei, una alla sua destra ed una alla sua sinistra, come sempre. Non ci vedevamo da un sacco di tempo, ma in loro nulla sembrava essere cambiato. Invece io ero diventata un'altra persona rispetto alla Bianca che conoscevano da anni e avevano salutato ad inizio estate. Mi sentivo come un impostore che stava rubando la vita di una ragazzina del tutto normale, scombussolandola a dovere. Se gli avessi raccontato tutto di quell'estate, mi avrebbe continuato a riconoscere? O ai loro occhi sarei diventata una completa estranea?
Quello era uno dei dubbi che mi attanagliava di più. Ormai da settimane passavo le notti a rigirarmi nel letto e a chiedermi che cosa avrei dovuto fare. Avevo addirittura usato una delle pagine del mio amato bullet journal solamente per fare una lista dei pro e dei contro: avrei dovuto fare coming out con tutte oppure avrei dovuto fare finta di nulla? Ma in realtà sapevo già da tempo la risposta e probabilmente nessun contro avrebbe mai potuto farmi cambiare idea.
Sapevo che la mia sessualità non sarebbe dovuta importare a nessuno, in fondo, fare coming out è solamente un costrutto sociale, qualcosa che non dovrebbe nemmeno esistere, perché essere queer non è per nulla diverso da essere etero, e se le persone etero non si sentono mai in dovere di fare sapere al mondo quanto gli piacciono le persone del sesso opposto, allora perché noi sentiamo questa pressione? Non è per nulla giusto. Perché tutti non possono solamente assumere che mi piacciano le ragazze, senza che io lo debba urlare ai quattro venti? Mi sembrava come un invasione della mia privacy. Tuttavia, allo stesso tempo, mi sarebbe davvero piaciuto far sapere a tutto il mondo quanto io amassi Erica e quanto lei amasse me. Tra tutte le ragazze e i ragazzi sulla faccia della terra, lei aveva deciso di uscire con me e io mi sentivo estremamente fortunata. Volevo sbatterlo in faccia a tutti.
Così, una scelta che all'apparenza mi era sembrata difficile e arzigogolata, alla fine si era rivelata semplice. Il vero problema era metterla in atto senza morire prima.
«Perché ti guardi attorno come se stessero per venire a rapirti?» chiese Aurora, il suo solito fare scettico che le impregnava la voce. Alzò un sopracciglio, mentre aspettava una mia risposta.
«Nessuno sta per venire a rapirmi» borbottai io, senza nemmeno riuscire a guardare una di loro negli occhi. Avevo la sensazione che sarebbe stato ancora più difficile di quanto non avessi programmato. Al solo pensiero di raccontargli di Erica, di quanto mi piacesse, di come c'eravamo messe insieme, di quante volte c'eravamo baciate - perché lo sapevo, se avessero accettato di buon grado la nostra relazione, le loro domande sarebbero state subito quelle, facevano sempre così con i ragazzi - le guance mi si coloravano di rosso e un'ondata di calore mi si spargeva per tutto il corpo.
«Sei sicura? Perché dalla tua faccia si direbbe proprio il contrario» replicò ancora Aurora, ma ben presto Claudia si intromise, lasciando che quel piccolo interrogatorio svanisse nel dimenticatoio.
«Parliamo dei nostri problemi più tardi. Avremo tutta la mattinata per farlo. Adesso muoviamoci verso la porta o non riusciremo mai a prenderci i posti in fondo alla classe. Mi rifiuto di finire in seconda fila come l'anno scorso» sentenziò Claudia, mettendosi in testa al gruppo e facendo strada verso i grandi portoni di vetro del liceo.
Una piccola calca di ragazza stava già scalpitando lì davanti, tutti con lo stesso obiettivo in mente. Mi lasciai trascinare dalle altre, cercando di prendere un respiro e darmi una calmata.

Summer Nights ☆ {GIRLxGIRL}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora