Capitolo 16 ☆ Erica

747 39 0
                                    

Emma e Sarah avevano indetto una riunione speciale per quel pomeriggio. Sembrava che finalmente avessero finito di organizzare la caccia al tesoro annuale e che quella sera saremmo entrati in azione anche noi.
Eravamo tutti seduti al nostro solito tavolo, nella mensa, il sole fuori dalle finestre che stava iniziando a tramontare, tingendo tutta la stanza di un caldo arancione.
Ognuno di noi aveva davanti a sé un piccolo plico di fogli con scritto tutto quello che dovevamo sapere per quella serata.
Era la prima volta in anni che decidevano di fare la caccia al tesoro di notte e, dal disegno che apriva i nostri appunti, sembrava che avessero anche deciso un tema molto preciso da seguire.
«Non sarà una semplice caccia al tesoro,» stava spiegando Sarah, «ma una vera e propria caccia all'assassino!»
Kai stava girando i fogli, un sopracciglio alzato mentre leggeva. «E volete che ognuno di noi si travesta in qualche modo? Non dovremmo seguire le nostre squadre?»
Girando pagina capii subito a cosa si stesse riferendo. Erano stati assegnati una serie di ruoli ad ognuno di noi sei caposquadra. «Perché io devo essere la poliziotta scorbutica?» chiesi io, leggendo cosa mi era stato appioppato.
Tutti gli altri avevano cose interessanti come il fantasma del bosco o l'infermiera psicopatica, perché io dovevo essere l'unica senza una storia decente? Non avevo nemmeno una sfida specifica da proporre ai giocatori, cosa che gli altri avevano.
Emma mi stava guardando come a dire "fai sul serio?", ma prima che potesse dire qualcosa, Danilo si intromise a sua volta. «Qui dice macellaio sanguinario? Cosa sarebbe?»
«È esattamente quello che sembra. Un macellaio che macella cose poco legali e che è tutto inzaccherato di sangue» rispose Sarah.
L'unica che sembrava soddisfatta del suo ruolo era Camilla, la quale ci stava bellamente ignorando mentre finiva di leggere il paragrafo dedicato al suo personaggio.
Emma si alzò, schiarendosi la gola. «Andiamo con ordine, va bene, ragazzi? Prima vi dobbiamo spiegare la storia dietro l'omicidio, poi passeremo a tutte le stazioni a cui dovrete presiedere e a che personaggio dovrete interpretare.»
Due ore più tardi, dopo una spiegazione molto dettagliata di un omicidio molto complicato, dopo aver cenato e dopo esserci cambiati nei nostri costumi di scena, eravamo seduti davanti al resto del campeggio, nell'anfiteatro.
Molti, come Danilo e Camilla, erano già alle loro postazioni, pronti per ricevere i primi campeggiatori e proporgli una serie di giochi da superare per ricevere degli indizi.
Solamente io, Sarah e un manichino steso per terra in una pozza di sangue molto poco credibile, eravamo sul palco, pronti ad iniziare quella recita.
Sarah faceva la parte della moglie, la quale aveva trovato molto casualmente il corpo del proprio marito, morto, nel bel mezzo di un villaggio pieno di pazzi in cui si erano recati per andare in vacanza e avrebbe dovuto fingere di raccontare a me - e a tutti gli altri "poliziotti" - quello che era successo nei giorni precedenti.
«Non ho idea di come sia potuto accadere! Siamo arrivati da pochissimo in città, eravamo solamente di passaggio, non conosciamo nessuno che possa portare dei rancori verso di noi» stava piagnucolando Sarah, le doti di un attrice nata che aveva tenuto nascosto a tutti fino a quel momento. Ero quasi impressionata da quella sua performance e all'improvviso mi era più chiara la scelta del mio ruolo.
«Quindi non ha nessuna idea su chi possa aver ucciso suo marito?»
Non avevamo un copione preciso da seguire, ma c'era una serie di punti che dovevamo discutere per far capire a tutti che cosa stava succedendo e che cosa avrebbero dovuto fare loro. Io mi stavo divertendo più di quanto non avessi dovuto fare ed era molto strano da ammettere.
Sarah scosse la testa con forza, portandosi una mano al cuore, gli occhi che brillavano sotto le luci aranciate dell'anfiteatro. «Nessuna, agente. Le sto dicendo la verità. Amavo mio marito, tutti amavano mio marito, non ha mai fatto del male a nessuno. Lo giuro.»
«Lei non deve giurarmi nulla, signora» cercai di calarmi nella parte tanto quanto stava facendo lei. «Sono io che devo giurare a lei di fare del mio meglio perché giustizia sia fatta.»
Sarah annuì, portandosi una mano alla faccia e passandosela sotto gli occhi, cancellando lacrime che non erano mai esistite. «Ho piena fiducia in lei, agente.»
Detto questo, Sarah scese dal piccolo palco e si diresse alla sua postazione, dove avrebbe anche lei dato delle piccole sfide ai tanti detective del campo.
Ora era arrivato il momento del mio monologo.
Mi girai verso la platea di ragazzi, fingendo di prendere appunti su un bloc-notes, mentre pensavo a voce alta.
«Sembra proprio che un killer sia arrivato in città e adesso è il mio compito quello di trovarlo. Ha già ucciso un uomo, non possiamo sapere quando attaccherà di nuovo - se attaccherà di nuovo. Quello che dobbiamo fare è catturarlo il prima possibile, prima che ne abbia la sola possibilità.» Presi una pausa, studiando il manichino per terra. «Devo trovare il colpevole, l'arma del delitto e scoprire che motivazioni lo hanno mosso per compiere questo insano gesto. Solamente quando sarò a conoscenza di queste tre cose potrò dichiararlo in arresto e chiudere il caso. Ma da dove dovrei mai iniziare?»
Mi fermai nuovamente, dando l'impressione di star ponderando la mia prossima mossa. Stavo per continuare il mio discorso che, vi svelerò, era completamente trascritto sul bloc-notes, ma qualcuno mi fermò prima che lo potessi fare.
Era un bambino, seduto fra le prime file. «Devi guardare il cadavere! Magari troverai degli indizi!»
Erica gli avrebbe urlato contro che lo sapeva benissimo, non era certamente stupida. Ma non ero Erica in quel momento, ero una poliziotta scorbutica. E per quanto fosse scorbutica, non potevo trattare male i ragazzini.
Feci finta di non averlo sentito, girandomi dall'altro lato.
«Quello di cui ho bisogno è una stuoia di aiutanti. Forse, qualcuno è in grado di aiutarmi a risolvere questo enigma.»
«Possiamo aiutarti noi!» gridò qualcun altro nella folla, ed ero abbastanza sicura che fosse Alex.
Ora che ci pensavo, mi venne in mente che, con tutta probabilità, le altre libellule non avrebbero più smesso di prendermi in giro per il resto dell'estate per quel costume e quella piccola parte da attrice provetta. Ma non mi preoccupava, avrei trovato qualcos'altro per dare noia a loro a mia volta, potete starne certi.
Quella era comunque stata la scusa perfetta per rompere la barriera fra palcoscenico e pubblico e poter finalmente dare il via alle danze.
Puntai lo sguardo verso dove pensavo la voce avesse parlato, puntando un dito nell'aria. «Hai ragione. Ho proprio bisogno del vostro aiuto» proruppi, un mezzo ghigno che si apriva sulla mia bocca. «A qualunque squadra mi sappia dire con esattezza assassino, arma del delitto e motivazione, darò un lauto compenso. Ma dovete esserne certi, non avrete seconde o terze opportunità. Solamente una. Io girerò fra voi, mentre farete le vostre ricerche, per assicurarmi che seguiate le piste giuste. Mi raccomando, esplorate tutta la città, chiedete ai cittadini che cosa sanno o che cosa hanno visto. Non lasciate perdere nessuna traccia. Potrebbe essere importante anche se non vi sembra.»
Così, la annuale caccia al tesoro, anche se in questo caso sarebbe stato meglio parlare di caccia all'uomo, ebbe inizio.

Summer Nights ☆ {GIRLxGIRL}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora