Una volta entrate nel locale, una ragazza con una lunga coda di capelli dorati ci accompagnò al tavolo che Aurora si era fatta mettere da parte. Lei andava così spesso in discoteca, anche quando tutte noi le davamo buca, che ormai chiacchierava amabilmente con tutto gli impiegati del locale, come se fossero degli amici di lunga data che casualmente lavoravano lì. Avevo sempre ammirato questo suo fare allegro e disinvolto.
Non feci nemmeno in tempo a prendere posto nel divanetto semicircolare che, una dopo l'altra, le mie tre amiche sparirono. Una con la scusa di dover assolutamente andare a salutare un tipo che aveva conosciuto l'altra sera, le altre due offrendosi di andare ad ordinare il primo giro di drink per tutte, con il risultato finale di avermi lasciata da sola con una completa estranea con cui non volevo avere nulla a che fare, in quel momento.
«Allora... abbiamo già capito che io so tutto su di te, ma non so quanto tu sappia su di me» proruppe la nuova ragazza, spostandosi all'indietro il ciuffo di capelli chiari con una mossa lenta e ponderata.
La risposta mi salì alle labbra con una rapidità disarmante, e per fortuna riuscii a fermarmi prima che fosse troppo tardi: iniziare la nostra prima conversazione con un commento sarcastico su come neanch'io fossi sicura di conoscermi, quindi non c'era alcuna possibilità che lei sapesse tutto di me, era alquanto fuori luogo.
Così mi morsi due secondi l'interno di una guancia prima di proferir parola. «Perché non iniziamo con il tuo nome? Sono sicura che le altre me lo abbiano detto, ma non riesco proprio a ricordarlo.»
Forse nemmeno questa era la replica giusta, di sicuro non quella che si aspettava vista la sua faccia leggermente stordita. «Sicuramente una domanda più che lecita a cui so anche darti una risposta: Erica.»
Ogni muscolo del mio corpo si irrigidì al sentire quelle poche sillabe. Non era possibile. Doveva essere uno scherzo, giusto? Come faceva questa ragazza piombata fuori dal nulla ad avere lo stesso nome della mia fidanzata?
A rigor di logica, non ci sarebbe stato nulla di strano. Era un nome estremamente comune. Eppure il panico si impossessò di me lo stesso, facendomi muovere di scatto verso il fondo della poltrona, gli occhi assottigliati a due fessure, le labbra ceree.
«Scusa, penso di non aver sentito bene.» Probabilmente la musica troppo alta, il chiacchiericcio della gente e le luci troppo soffuse perché io le potessi leggere bene il labiale mi avevano fatto un brutto scherzo, facendomi sentire qualcosa che il mio subconscio voleva farmi capire.
«Ho detto che mi chiamo Federica. Va tutto bene? Sembri sul punto di svenire.» Federica si allungò verso di me, una mano in aria, quasi pronta a sentirmi la febbre o fare chissà cos'altro, un'espressione di pura preoccupazione in volto.
Mi allontanai da lei, scuotendo la testa. «Tutto bene, sto solo perdendo la facoltà dell'udito con tutto questo casino.»
Era vero, non stavo avendo alcun tipo di allucinazione, avevo solamente sentito metà parte del suo nome, l'altra metà persa a causa dell'inquinamento acustico di quel posto.
«Sembri comunque un po' pallida, forse è meglio se usciamo a prendere un po' d'aria, che ne dici?» propose lei, avvicinandosi nuovamente a me. Ormai mi trovavo sul bordo del sedile, nessun altro posto dove poter scappare dai suoi occhi gelidi ed inquisitori.
Mi alzai dal divanetto, aggiustandomi il vestito che si era tutto spiegazzato. Mi sentivo schiacciata, contrita da sentimenti che nemmeno capivo, analizzata da centinaia di sguardi che nemmeno mi conoscevano. Mi guardai attorno con fare erratico, senza avere la minima idea di cosa fare o dove andare, ma sicuramente non sarei rimasta lì con lei. «Devo andare al bagno.»
Mi diressi verso la piccola stanza illuminata con un solo lavandino e due stalli, ma c'era troppa fila fuori dalla porta e il mio senso di vomito si faceva sempre più forte ogni secondo che passava.
All'ultimo secondo decisi di fare una rapida svolta a destra, superando una coppia di camerieri che stavano continuando a far entrare gente nel locale, scaraventandomi fuori dalle porte nere, incespicando sul marciapiede proprio davanti al buttafuori.
Non feci nemmeno in tempo a raggiungere uno spazio nascosto del parcheggio, un angolo dove nessuno avrebbe fatto caso a me: vomitai oltre una ringhiera proprio lì, a pochi centimetri dall'ingresso, le mani strette intorno al pezzo di metallo gelido e una decina di occhi che mi fissavano schifati.
Due mani, altrettanto fredde quanto il metallo, si fecero strada lungo le mie braccia, prendendomi per i polsi e guidandomi lontana dall'ingresso, vicino ad una macchina rossa che non avevo mai visto, facendomi sedere sul sedile del passeggero.
«Te l'avevo detto che non avevi una bella cera» commentò Federica. Mi sentivo la testa girare, la visione offuscata. Anche la sua voce era come un suono lontano, proveniente da oltre un muro. Era come se mi fossi ubriacata senza nemmeno aver bevuto una goccia d'alcol. Che mi fossi presa una qualche specie di virus intestinale che girava in quel periodo?
«Mettiti la cintura, ora ti riporto a casa.»
Non ubbidii. Non mi sentivo di avere le forze per farlo.
Così lei sbuffò e lo fece al posto mio.
«Non mi aspettavo proprio che questa serata sarebbe finita così, sappilo» borbottò Federica mentre saliva al posto del guidatore e tirava fuori le chiavi da una delle tasche del suo giubbetto di pelle.
«Nemmeno io. Avrei fatto meglio a rimanere a casa, lo sapevo» replicai di rimando in uno stato di mezza confusione.
Non ricordo molto del viaggio di ritorno. Mi ricordo di averle dato il mio indirizzo, mi ricordo la voce di Google maps che le impartiva direzioni su dove andare, mi ricordo l'orologio della radio che segnava le dieci, mi ricordo la sveglia del mio telefono che suonava, ricordandomi di chiamare Erica, mi ricordo io che la spengo, spengo il telefono e spengo il mio cervello, cercando di non pensare più a nulla.
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Summer Nights ☆ {GIRLxGIRL}
RomanceOra disponibile su Amazon: https://amzn.eu/d/c1vqEYS Bianca sta cercando l'amore della sua vita. Erica vuole solamente far arrabbiare sua madre. Un campeggio estivo le porterà ad avvicinarsi l'una all'altra per poi non volersi più allontanare. ⚠️ATT...