Settembre ☆ Erica

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Chiedere aiuto non è mai stato il mio forte.
Sin da piccola ho sempre preferito fare tutto da sola, con le mie uniche forze, senza alcun sostegno da altri.
Eppure ormai avrei dovuto capire quanto Kai, quanto Bianca e quanto perfino qualcuno come Alex fossero la mia rete di supporto. Loro sarebbero stati pronti ad aiutarmi in un batter d'occhio, senza fare nessuna domanda, ormai lo avevano già dimostrato più volte.
Non avrei dovuto avere alcun problema a mostrare loro le mie difficoltà, a mettere il mio cuore a nudo per loro da dissezionare.
Invece stavo di nuovo allontanando tutti.
Era la stessa storia che si ripeteva e ripeteva in continuo.
Prima Luca, ora Bianca.
Non ero stata in grado di salvare la mia relazione con Luca e ora anche quella con Bianca era a rischio. Chi volevo prendere in giro, l'avevo già uccisa e sotterrata con le mie stesse mani. Non avevo nemmeno provato a darle un'opportunità di vita che già le avevo tarpato le ali, facendola sprofondare in un abisso senza fondo.
L'avevo letteralmente lasciata di punto in bianco, per una lista di motivi uno più stupido dell'altro, senza nemmeno darle il tempo di formulare una risposta alle parole pesanti che le avevo scagliato contro.
E ora me ne stavo disperata sul mio letto, a rigirarmi e rigirarmi nelle coperte, ripensando ad ogni momento passato insieme a lei e a come ero riuscita a cancellare tutto in uno schiocco di dita.
Ogni pensiero di lei mi riportava a pensieri di Luca, lei e lui erano su due piani completamente differenti, ma non per questo mi stavo comportando in modo molto diverso nei loro confronti. Le sofferenze di cuore che avevo affrontato allora e quelle che stavo attraversando negli ultimi giorni erano a livelli alquanto diversi, ma forse era solamente perché con Bianca avevo preferito proteggermi dal colpo finale, invece che farmi trovare impreparata come avevo fatto con lui.
Pensavo che lasciarla prima che lei potesse accorgersi di quanto pessima fossi sarebbe stata una buona idea. Pensavo che lasciarla prima di diventare il mostro appiccicoso che ero destinata ad essere l'avrebbe in qualche modo salvata. Pensavo male.
Non provavo meno dolore solamente perché avevo agito per prima. Ed ero sicura che anche lei non si fosse salvata.
Questo mi distruggeva ancora di più, perché sapevo che ero io la causa di quel pianto struggente, di quei respiri soffocati, davanti a scuola.
Mi alzai dal letto di scatto. Presi un grande respiro.
Ormai ero stufa.
Ero stufa di piangere, di pensare a Bianca triste nella sua stanza a chilometri di distanza, di rivivere ogni momento nella mia testa senza mai riuscire ad andare avanti.
Dovevo agire. Dovevo andare oltre la mia zona di conforto. Dovevo fare quello che per me era l'impensabile, anche se era da sempre stata la soluzione più ovvia.
Il telefono squillò più volte a vuoto prima che ci fosse una risposta dall'altro lato, ma non mi feci tentare dall'opportunità di scappare e buttare giù la chiamata.
Il mio cuore stava battendo come una percussione dentro al mio petto, cercando di crearsi una breccia nel torace, per potersene scappare libero, ma avrei dovuto imparare a tenerlo a bada.
Non ero disposta a perdere anche Bianca.

Summer Nights ☆ {GIRLxGIRL}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora