Settembre ☆ Erica

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Mentre il telefono squillava, e squillava, e continuava a squillare, mi alzai dal letto. Iniziai a vagare per casa, per poi scendere gli scalini verso la porta principale e uscire nel bel mezzo del bosco.
Non riuscivo a stare ferma, l'ansia mi stava mangiando da dentro come un piccolo verme all'interno di una mela matura.
In qualche modo, senza nemmeno farci caso, finii proprio davanti al lago che quell'estate era stato così importante per noi. Forse era solo uno scherzo della mia mente, la memoria muscolare di fare quel percorso aveva preso il sopravvento su di me. Forse era un segno del destino.
All'improvviso Bianca rispose al telefono. Come se anche lei si fosse accorta di dove ero arrivata.
Prima ancora che potesse aprir bocca e pronunciare la minima parola, la bloccai. Sentivo che stavo per mettermi a piangere, o vomitare, o forse entrambe le cose allo stesso momento, ma avrei dovuto smorzare ogni mio istinto codardo e mettermi finalmente in gioco. Questa volta per davvero. Non come avevo fatto con Luca, non come avevo fatto qualche giorno prima. Era arrivato il momento di mostrarle Erica per davvero.
«Qualunque cosa tu stia per dirmi, per favore, aspetta un attimo» supplicai, la voce un fievole sospiro nell'aria che si era fatta ogni secondo più pesante.
Non era facile, riuscire a creare delle frasi che riuscissero a descrivere tutto quello che avrei voluto farle sapere. Le parole non erano mai state il mio forte, come ormai si è ben capito da molteplici situazioni.
Ma ero pronta a provarci. Non sarebbe stato facile, ma ne sarebbe valsa la pena.
Bianca, dall'altro lato della cornetta, rimase completamente in silenzio. Nemmeno un sospiro o uno sbuffo, niente che mi facesse capire che lei mi stesse realmente ascoltando. Tuttavia ero sicura che lo stesse facendo.
«Ho bisogno di vederti. Ho un sacco di cose da dirti, ma non posso farlo senza averti davanti a me» continuai, la mia voce più simile ad un lamento che ad un suono umano. «Non sarebbe giusto dirti tutto attraverso un telefono. E anche se fosse giusto non vorrei farlo a prescindere. Ho davvero bisogno di vederti e di vedere che tu stia capendo che cosa sto cercando di dirti...»
Iniziai a balbettare sempre di più, aggiungendo specificazioni che non erano assolutamente necessarie, ma ormai non riuscivo più a starmene zitta.
«Ho capito. Ho capito. Fermati.» Sbuffò sonoramente. «Verrò da te, ma ad una sola condizione.»
Il mio cuore iniziò a battere all'impazzata. Mi tirai su dritta con la schiena, in uno scatto rapido. Ed ero quasi sicura di riuscire a sentire anche il suo, di battito veloce, attraverso lo schermo del telefono.
«Che condizione? Qualsiasi cosa, farò in modo di riuscirci.»
«Che tu non ti azzardi a farmi fare un viaggio a vuoto.»
E così, tutto ad un tratto, buttò giù la chiamata, facendomi piombare nel più speranzoso dei silenzi.

Summer Nights ☆ {GIRLxGIRL}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora