Settembre ☆ Bianca

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Lo specchio rifletteva un'immagine a cui non riuscivo più a dare un nome. Il vestito nero che indossavo era la mia solita scelta per quando dovevo uscire con le mie amiche, così come lo era la leggera linea di eye-liner e gli stivaletti neri.
Eppure, anche se era qualcosa di così familiare, mi sembravo una completa estranea.
Un tempo mi sentivo a mio agio in quegli abiti, ora era come se mi stessi guardando dall'alto, non più dentro al mio corpo, non più la protagonista della mia stessa vita.
Ed era inutile sentirsi in quel modo, perché sarebbero bastate poche parole per mettermi l'anima in pace e farmi sentire meglio. Lo sapevo, ma non facevo nulla al riguardo.
Ormai la mia vecchia vita non mi sembrava più tanto mia. La voce di Claudia dall'altro lato del telefono che mi diceva di scendere, la piccola panda blu di Aurora con una decina di portachiavi attaccati allo specchietto retrovisore, la strada verso l'unica discoteca in cui eravamo mai state durante il liceo, l'ingresso leggermente rialzato rispetto al livello della strada principale, i muri completamente dipinti di nero e scritte illuminate nella notte. Era tutto così familiare, ma allo stesso tempo irriconoscibile.
Giada fu la prima ad aprire la portiera, una volta parcheggiata la macchina nel retro del locale. Tutte le altre la seguirono a ruota, io l'ultima a mettere i piedi sul pavimento selciato. Faceva ancora molto caldo per essere settembre inoltrato e quasi mi pentii del mio abito scuro.
«Ah, è già qua!» esclamò Claudia mentre ci avvicinavamo con passo lento all'ingresso della discoteca, le borse e i tacchi che facevano rumore ad ogni nostro movimento. Sapevo a chi si stesse riferendo, non erano state zitte un momento su come la loro nuova amica si sarebbe unita a noi quella sera. Stavo iniziando a chiedermi come mi avessero convinta a venire, quando si capiva benissimo che non gli importava nulla della mia presenza lì. Era già tanto che mi avessero portato in macchina e che non mi avessero lasciata per i fatti miei, solamente per liberare un sedile per lei.
Cercai con lo sguardo una persona che potesse sembrare la mia nuova sostituta feroce, ma dall'altro lato del parcheggio mi risposero solamente un paio di occhi chiari e molto sorridenti.
Non c'erano molte persone, ma lei era l'unica da sola, per non parlare del fatto che ci stava guardando con intenzione, come se conoscesse già tutte.
Più mi avvicinavo e più le mie sopracciglia si corrucciavano, una strana sensazione allo stomaco. Non sembrava per nulla il tipo che avrebbe potuto prendere posto dentro al nostro gruppo.
Con la sua giacca di pelle riempita di borchie e scritte a pennarello, i capelli corti pettinati su un lato, i cargo neri di almeno due taglie troppi grandi per lei, sembrava... sembrava proprio qualcuno con cui la nuova me sarebbe andata d'accordo. Questo mi confuse ancora di più. Che cosa cavolo stava succedendo?
Senza nemmeno salutare le altre, il nuovo membro della combriccola si rivolse subito a me. «Quindi sei tu la famosa Bianca di cui ho sentito parlare per tutta l'estate! Finalmente posso associare un volto a tutto quello che mi è stato raccontato di te.»
Guardai confusa prima Aurora e poi Claudia. Nessuno mi aveva detto che le era già stato raccontato di me, che mi conoscesse al punto di ricordarsi il mio nome.
«Le abbiamo detto solo cose belle, ovviamente! Non ci guardare con quella faccia» ridacchiò Claudia mettendomi un braccio intorno alle spalle e facendomi sentire piccola piccola in quella situazione.
«Oh, certamente. Per tutte le volte che ti buttavano in mezzo alle conversazioni, dicendo come tu avresti capito cosa stavano dicendo o come tu avresti trovato una soluzione migliore perché molto più intelligente, all'inizio pensavo che fossi appena morta, non andata in vacanza per tutta l'estate.»
«Morta?» chiesi titubante. Quel discorso aveva così poco senso che l'unica parola che mi era rimasta in testa era quella più strana di tutte. Che cosa voleva mai dire che sembrava che io fossi morta?
La nuova arrivata mi sorrise, gli occhi chiusi e una fossetta magicamente comparsa sulla guancia destra. «Sai, quando si parla così bene di qualcuno è perché ormai sono passati a migliore vita e si rimpiange la loro presenza. Per loro, anche se sei stata via per pochi mesi, è stata una perdita immensa.»
«Dai! Non metterci in imbarazzo in questo modo, senza nemmeno aver bevuto qualcosa prima» brontolò scherzando Giada, dandole una pacca sulla spalla. «Propongo di entrare prima che il buttafuori decida che c'è gia troppa gente dentro e ci lasci a marcire qua fuori.»
Claudia, ancora con il braccio intorno alle mie spalle, mi rivolse un piccolo sorriso imbarazzato e divertito allo stesso tempo, il quale mi riscaldò inaspettatamente il cuore. «Ha ragione, le abbiamo fatto una testa tanta parlando solo di te. Ma, hey, come non avremmo potuto menzionare in continuazione la nostra migliore amica che ci mancava da morire?»
Osservai i suoi occhi scuri per qualche secondo prima di spostare il mio sguardo sulla strada davanti a noi. Un improvviso senso di colpa mi attanagliò lo stomaco, facendosi spazio dentro di me con i suoi artigli appuntiti. Loro non si erano scordate di me durante l'estate, avevano continuato a volermi bene come se avessi passato ogni momento con loro, come se non me ne fossi mai andata.
Invece io avevo ucciso la Bianca che tanto amavano e l'avevo rimpiazzata con una versione di lei che avrebbero odiato.

Summer Nights ☆ {GIRLxGIRL}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora