*NB*
Questo capitolo contiene una scena più spinta (non c'è nulla di troppo trascendentale, in realtà, però è più spinto del precedente) e molte frasi cringe, se non vi va di leggerlo potete tranquillamente saltare il capitolo!
Buona lettura.Le avevo tirato giù i pantaloni senza nemmeno pensare a cosa avrei dovuto fare dopo.
Non avevo mai fatto sesso, tantomeno con una ragazza. Sapevo come funzionasse fra un uomo e una donna, anche se mi limitavo alla teoria. Fra due femmine invece... non sapevo nemmeno da dove avrei dovuto iniziare.
Okay, il primo passo ovvio era disfarsi dei vestiti, ma poi? Avevo delle idee al riguardo, tuttavia non sapevo se il mio istinto avesse ragione.
Speravo che Erica decidesse di prendere il comando della situazione, ma sembrava non capire perché continuassi a fermarmi. Sì, stavo cercando il suo consenso, ma stavo anche cercando un piccolo aiuto.
Invece lei se ne stava lì, tutta bella spaparanzava sul letto, i capelli rossi che le circondavo il volto in una specie di corona infiammata, i pantaloni calati e un sorrisetto compiaciuto in faccia.
Per quanto mi facesse fatica lasciarmi andare e seguire non la ragione, ma il pensiero irrazionale, presi un piccolo respiro e cercai di perdermi in Erica, con la speranza che il mio corpo prendesse il comando della situazione, da solo.
La baciai e continuai a baciarla finché non mi sembrò di non sentirmi più le labbra. Spinsi ogni centimetro libero di me contro di lei, cercando di diventare un tutt'uno con lei, di far sciogliere i nostri corpi in uno solo.
Poi lasciai che i miei baci vagassero per tutta la sua faccia - la punta del naso, le guance, il collo, fino ad arrivare alla stoffa della maglia. Gliela sfilai senza avere secondi ripensamenti al riguardo, rivelando un reggiseno sportivo nero e rosso. Il suo petto si alzava e si abbassava, con un ritmo costante, veloce, quasi affannato. Solo allora mi accorsi che anch'io avevo il fiatone.
Cercai di sfilarle anche il reggiseno, ma lei mi bloccò. «Aspetta» disse e il mio cuore sprofondò in fondo al mio stomaco. Sapevo che prima o poi avrei fatto qualcosa di sbagliato.
Ma lei non aggiunse altro, non mi rimproverò, non mi chiese di scendere dal letto e uscire dalla sua stanza e sparire per sempre dalla sua vista come mi aspettavo potesse fare. Si mise solamente a smanettare con il retro del suo reggiseno, borbottando fra sé.
«Non ho capito, cosa hai detto?» domandai, un po' troppo velocemente e un po' troppo impazientemente per poter nascondere la mia ansia.
Lei alzò leggermente lo sguardo, spostandolo dal suo petto verso i miei occhi. «Niente, scusa. Stavo solo pensando che è stato il peggior giorno in cui scegliere di mettermi quest'aggeggio. Ha tipo cinquanta strap sul retro da togliere per riuscire a-»
Quindi non avevo fatto nulla di sbagliato.
«Posso aiutare» buttai fuori, mezza imbarazzata mezza vogliosa di tornare subito a quello che stavano facendo. Fermarsi in quel modo era una vera e propria tortura. «Se vuoi.»
«Non ti preoccupare, ci sono riuscita» annunciò lei con sguardo trionfante, facendo finalmente scivolare il reggiseno su per le sue braccia, lasciandolo cadere da qualche parte sulle coperte, vicino alla sua testa.
La osservai per qualche secondo, in tutta la sua bellezza, prima di tornare a lasciare baci per tutto il suo corpo, partendo dalle clavicole e arrivando fin sopra il seno.
I suoi capezzoli erano in bella vista e una vocina mi diceva che avrei proprio dovuto sentire che effetto faceva passarci la lingua sopra. Così lo feci. E Dio se quella voce aveva ragione.
Dalla bocca di Erica uscì un gemito sommesso, riempiendo il silenzio della stanza. Quel suono, così estraneo per me eppure così familiare, mi spinse una vera e propria carica d'adrenalina giù per la schiena, fino a scaldarmi in mezzo alla gambe. Dovevo sentirlo di nuovo, dovevo sentire molto di più.
Continuai a giocare con i suoi capezzoli per un po' prima di finire la mia discesa a suoni di baci e avvicinarmi alla mia tappa finale. Arrivata poco sopra l'orlo delle sue mutande, cambia drasticamente direzione, finendo di sfilarle i pantaloni al meglio che potevo, e ripartendo da metà della sua coscia. Ogni parte del suo corpo mi trasmetteva diverse sensazioni al contatto con le mie labbra, ma l'interno della sua coscia doveva essere una delle mie zone preferite. Era così morbida e soffice che il mio cervello faceva fatica a comprendere come fosse possibile una cosa del genere.
«Bianca» grugnì lei, facendomi alzare la testa. Teneva gli occhi chiusi, serrati, le mani ai suoi fianchi stavano stringendo la coperta con grande forza, mentre teneva il mento alzato e la schiena leggermente incurvata. «Potresti andare direttamente al punto? Sto un po' morendo qui, io.»
«Scusa» mormorai di rimando. Ma non avevo alcuna intenzione di lasciare a metà il mio lavoro laggiù.
Tornai a baciarle l'interno della coscia, avvicinandomi sempre di più al centro pulsante di Erica, lei rilasciò un altro grugnito di stizza.
Infilai due dita nella parte più sottile delle mutande, poco sopra il suo fianco, tirandola leggermente verso il basso. E poi aspettai. «Posso?»
«Toglile e basta, Bianca. Lo sai che lo voglio.»
Lo sapevo, ma volevo comunque sentirglielo dire. Volevo sapere che lei mi volesse quanto io volevo lei. Necessitavo saperlo.
Con quella che fu probabilmente la mossa meno sensuale del mondo, cercai di abbassare del tutto le sue mutande, lei alzò il bacino per facilitarmi il compito, ma le mie dita sembravano essere diventate di burro e si comportavano come se non avessi mai sfilato delle mutande in vita mia.
Alla fine riuscii a farle arrivare fino a metà coscia, poco sopra dove erano rimasti i suoi pantaloni.
Mi alzai dal letto per non lasciare il lavoro finito a metà. Le tolsi i calzini - anche se non c'era un vero motivo dietro, ma pensarla tutta nuda con solo le calze mi faceva salire i brividi - per poi lasciar cadere i pantaloni e le mutande sul pavimento.
Vederla così dall'alto, senza nessun vestito addosso, mi riempì di qualcosa che non avevo mai sentito prima dall'ora. Non era solamente la voglia di fare sesso con lei, era qualcosa di molto più profondo, che andava oltre qualsiasi attività carnale avremmo messo in atto da lì a poco. Mi sentivo come se stessimo veramente per diventare un tutt'uno e la cosa mi eccitava e spaventava allo stesso tempo.
Tolsi la mia maglia e i pantaloncini in tutta fretta, per raggiungerla al più presto. Erica si alzò sui gomiti per potermi guardare mentre tornavo su di lei, solamente in reggiseno e mutande. Mi aveva già visto in quel modo, più di una volta, eppure i suoi occhi che mi scrutavano mi fecero innervosire. Probabilmente stavo arrossendo come un pomodoro.
La spinsi in basso, facendo aderire nuovamente la sua testa al materasso, per nascondere il mio imbarazzo. Sapevo che, qualsiasi cosa avremmo fatto di lì a poco, non sarei mai riuscita a dimenticare quella notte.
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Summer Nights ☆ {GIRLxGIRL}
RomanceOra disponibile su Amazon: https://amzn.eu/d/c1vqEYS Bianca sta cercando l'amore della sua vita. Erica vuole solamente far arrabbiare sua madre. Un campeggio estivo le porterà ad avvicinarsi l'una all'altra per poi non volersi più allontanare. ⚠️ATT...