Settembre ☆ Bianca

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Svegliarsi, la mattina dopo, fu una vera e propria tragedia. Ogni muscolo del mio corpo sembrava essersi irrigidito e appesantito durante la notte, facendomi sprofondare affondo nel materasso, diventando un tutt'uno con le coperte ed il cuscino. Lasciai che la sveglia si rimandasse da sola per tre diverse volte prima di trovare la forza di trascinare i piedi sul pavimento.
Uno sguardo veloce nello specchio del bagno mi rivelò che il mio aspetto lasciava ad intendere tutto quello che provavo all'interno: avevo un grosso ammasso di capelli annodati proprio in cima alla testa, come uno strano bernoccolo, non mi ero mai struccata la sera precedente quindi l'eyeliner si era trasformato in una macchia informe di nero tutto intorno ai miei occhi, mettendo ancora più in risalto le mie occhiaie evidenti.
Cercai di sistemarmi al meglio delle mie abilità, facendomi una doccia fredda, dandomi una pettinata, e facendomi un paio di trecce molto morbide.
In qualche modo, anche se non mi ero svegliata all'orario prestabilito, riuscii ad arrivare a scuola con largo anticipo. Sono sempre stata una di quelle persone che, quando sa di dover far qualcosa, si inizia a preparare due ore prima, finendo sempre per stare a cazzeggiare al telefono per gli ultimi trenta minuti, se non più. Almeno quel giorno il mio essere sempre in anticipo aveva dato i suoi frutti.
Ero pronta a ritrovarmi le mie amiche, tutte una di fianco all'altra, con le braccia incrociate e gli sguardi omicidi, incavolate con me perché la sera precedente ero sparita senza far sapere nulla a nessuno. Non avevo nemmeno più acceso il telefono, ma sospettavo già una sfilza di messaggi e chiamate perse da ognuno dei loro tre numeri.
Ero pronta a farmi fare una strigliata di capo, a sentire la loro sfuriata su come ero stata una cattiva amica a non voler passare la serata con Federica che loro tanto amavano e ad inscenare un finto conato di vomito.
Ero pronta a vedere la delusione sui loro volti perché non avevo nemmeno pensato di fargli sapere che stavo male e che quindi preferivo tornarmene a casa.
Ma non ero pronta per quello che mi aspettava veramente davanti ai cancelli del cortile della scuola.
Lei, lì davanti, con quei lunghi jeans strappati e una felpa dai colori sbiaditi, era totalmente fuori posto.
Era come se due mondi che fino ad allora erano rimasti separati, si fossero uniti all'improvviso, senza alcun preavviso. Non sembrava nemmeno possibile fisicamente che una cosa del genere potesse realmente accadere, anche se razionalmente sapevo che non era così.
Tuttavia, vederla davanti alla mia scuola, dopo averla conosciuta solamente dentro un campeggio estivo, mi dava una strana sensazione.
Erica stava percorrendo tutta la strada principale con lo sguardo, studiando ogni persona che passava con nonchalance, ma io sapevo che era alla ricerca di qualcuno in particolare. Non mi aveva ancora notata, leggermente nascosta dai portici dei negozi sull'altro lato della strada. Per un breve secondo ebbi l'istinto di scappare, di andarmene prima che lei si accorgesse di me, prima di dover fare i conti con la realtà dei fatti. Durò solamente un secondo prima che il mio piede si muovesse verso di lei, il mio stesso corpo a ricordarmi quanto mi mancasse. Era da stupide voler scappare dalla cosa che ami di più al mondo, no? Anche se, certe volte, amare non è così semplice.
Attraversai la strada che ci separava di impeto, senza neanche raggiungere le strisce pedonali a pochi metri da me. Sentivo che qualche lacrima stava combattendo per uscire, la gola improvvisamente chiusa mi lasciava respirare a fatica. Avere Erica lì complicava le cose ancora di più, ma al momento l'unica cosa a cui riuscivo a pensare era quanto tempo era passato dall'ultima volta che ero riuscita a baciarla, a come i suoi capelli stessero diventando sempre più lunghi mentre aspettavano di essere nuovamente tagliati, a come sembrava essere cambiata nelle ultime due settimane, ma allo stesso tempo era rimasta la solita Erica di sempre.
Le sorrisi, trotterellando verso di lei, più felice di quanto non fossi mai stata negli ultimi giorni. Però lei non sembrava affatto felice.
Quando i suoi occhi si appoggiarono su di me, il mio sorriso cedette. Mi stava guardando con così tanta rabbia nell'animo che sembrava sul punto di implodere su se stessa, le sue braccia erano conserte, la schiena dritta, la bocca corrucciata in una smorfia iraconda. E poi mi ricordai della chiamata persa della sera precedente, del fatto che il mio telefono era ormai rimasto spento da otto ore e che lei non aveva alcun modo per sapere che cosa mi fosse mai successo.
«Mi dispiace» iniziai subito io, senza neanche salutarla, senza neanche darle il tempo di iniziare il discorsetto che sicuramente si era già preparata. «Mi dispiace se-»
«Per che cosa ti stai scusando? Non sai nemmeno perché sono venuta qua» mi interruppe lei.
Arricciai le labbra, volgendo il mio sguardo al terreno. «Lo so, ma si vede che sei arrabbiata... E so anche benissimo che ti sto ignorando da ore.»
Un sorriso pieno di rammarico si fece spazio sul suo volto.«Quindi lo stai facendo apposta? Non ti si è rotto il telefono o altro, hai solo deciso che non valeva più la pena di stare dietro a quell'appiccicosa della tua ragazza.»
«Cosa? No.» Le sue parole mi mandarono in completa confusione. La guardai con le sopracciglia accigliate mentre annaspavo come un pesce alla ricerca delle parole da dire. «Le cose non stanno per nulla in questo modo, in realtà non so neanche perché ho sto facendo quello che sto facendo, è tutto così confuso in questo momento e l'unica cosa che voglio fare è trovare un modo per-»
«Per disfarti di me? Per lasciarmi? Sai, preferisco che tu me lo dica in faccia invece che ignorarmi.»
Mi sentii il mondo crollare a pezzi sotto i miei piedi, l'aria completamente fuori dai miei polmoni, il cielo stava pian piano diventando sempre più nero mentre il sole si spegneva inesorabilmente.
Tentai di guardare Erica, di pregarla con lo sguardo, di capire che cosa le stessi cercando di dire, ma anche la sua figura si stava riempiendo di tanti puntini neri che non sembravano aver intenzione di sparire.

Summer Nights ☆ {GIRLxGIRL}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora