Capitolo 20 ☆ Erica

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La mensa era al massimo della sua vivacità: il vociare dei ragazzi non sembrava essere mai stato così alto, il rumore di posate e di piatti che si scontravano cozzava con lo scalpiccio di piedi e mani che venivano battute.
Con l'arrivo di luglio era arrivato anche il momento di far sapere a tutti la classifica provvisoria delle cabine, con tutti i rispettivi punti che erano stati guadagnati nel corso degli ultimi giorni.
L'estate era ancora lunga e ci sarebbero state ancora molte occasioni per gareggiare da lì a settembre, ma il senso di competitività era alle stelle.
Sarah ed Emma, con l'aiuto di Camilla, avevano ricontrollato che i calcoli fossero giusti almeno una decina di volte, per essere sicure di non dare false notizie ai campeggiatori.
Al nostro tavolo la competitività non sembrava ancora aver preso piede. In quanto caposquadra avremmo dovuto tenere un comportamento distaccato: felici per le nostre cabine, ma allo stesso tempo non troppo, per non far sentire male gli altri ragazzi. Per me e Kai non era un problema. Per Danilo, che amava fare a gara per qualunque cosa, lo era un po' di più. Se fosse stato per lui avrebbe festeggiato con coriandoli e dolcetti ogni vittoria della propria squadra, ma non erano queste le regole del campo. Per fortuna, oserei aggiungere.
«Chi vuole avere l'onore di annunciare la classifica?» chiese Sarah, alzando finalmente lo sguardo dal foglio su cui avevano calcolato i punteggi, passando in rassegna con lo sguardo tutti noi.
Non era affatto un onore essere scelti come ambasciatore di quelle notizie. Potevi diventare il paladino o il nemico di metà campo in una sola frase. Passare un'estate con quei bimbi era già difficile così, figurarsi se ti odiavano a morte perché avevi "truccato" la classifica per far finire la tua squadra al primo posto e la loro all'ultimo.
Non che mi fosse mai capitata una cosa del genere - la mia cabina non era mai arrivata così in alto -, ma lo avevo visto succedere a mia sorella e non esagero quando vi dico che era arrivata a settembre con la metà dei capelli che aveva a giugno.
Amavo i miei capelli, non volevo che facessero una fine del genere.
Sopratutto quell'anno, che sembrava avessimo una vera possibilità ad avere un punteggio decente, non mi sarei mai addentrata in un territorio simile.
Per fortuna non dovetti mettermi a litigare con nessuno, perché Kai si propose subito, in preda a non so quale atto suicida.
Prima che si alzasse dalla panca, busta alla mano stile presentatore televisivo, gli rivolsi un'occhiata dubbiosa, ma lui sembrò non notarla nemmeno.
Si issò sulla piccola piattaforma al centro della mensa, costruita praticamente con il solo scopo di annunciare la classifica.
«Ragazzi, vi chiedo di fare un po' di attenzione» si schiarì la voce. Ma non c'era nemmeno bisogno di chiedere silenzio perché tutti i campeggiatori erano all'improvviso ammutoliti, pronti a sapere i risultati della propria squadra.
Kai non si intrattenne in discorsi lunghi, ma tagliò subito la testa al toro, annunciando questo: all'ultimo posto, per sua grande gioia, c'erano gli Scoiattoli Verdi, molti punti al di sotto delle Marmotte Rosse. I Grilli Arancioni e le Rane Gialle erano finiti in qualche modo a parimerito, al secondo posto, battuti solamente dai Serpenti Azzurri di Danilo. Con mia grande sorpresa le Libellule erano arrivate quarte.
Guardai verso i loro tavoli, senza riuscire a nascondere l'urgenza di vedere le loro facce alla notizia. Sembravano anche loro sconvolti. Ma in maniera positiva. Sembrava che qualcuno stesse addirittura per mettersi a piangere dalla felicità.
Mi piacerebbe dire che questa loro reazione mi avesse fatto ripensare al mio comportamento degli anni precedenti. Mi piacerebbe dire che tutte le mie convinzioni fossero cadute e che stessi seriamente pensando di impegnarmi insieme a loro, per vederli contenti un'altra volta. Ma la verità faceva ancora più male.
L'unica cosa a cui riuscivo a pensare era il sorriso di Bianca e a come avrei perso la mia sfida con Kai pur di vederla di nuovo così emozionata e contenta.
Usciti dalla mensa, placcai subito Kai, trascinandolo dietro ad una piccola macchia di alberi, lontano da sguardi e orecchie altrui.
Non gli lasciai nemmeno tempo di registrare cosa stesse succedendo che iniziai a tempestarlo di domande, una mano ancora stretta intorno al suo braccio.
«Come sta andando con Bianca? Sei riuscito a parlarle un'altra volta? Sembra interessata?»
Il suo sguardo perplesso mi lasciava intuire che fosse alquanto preso contro piede da quella intervista improvvisa.
«Io- No, non abbiamo più parlato dall'altro giorno. Cosa sta succedendo?»
Lasciai andare la presa intorno al suo polso, cercando di darmi una calmata. Il mio cervello in quel momento stava viaggiando a mille e mettere alle strette Kai forse non era il miglior modo di fermarlo.
«Niente, volevo solo avere degli aggiornamenti sulla tua missione amorosa. Non me ne parlavi da un po', ma immagino sia perché non c'è nulla di cui parlare» dissi portandomi le braccia incrociate al petto.
Lui alzò un sopracciglio. «Sul fatto che non ci sia nulla da dire hai ragione, ma non ti credo che volevi solamente avere degli aggiornamenti.» Assottigliò gli occhi in due minuscole fessure mentre mi studiava con lo sguardo. «Ti stai comportando in modo strano. Molto strano.»
«Non mi sto comportando in nessun modo, men che meno in modo strano. Sono solo un'amica che vuole aiutare il suo amico innamorato perdutamente» replicai io, girandomi leggermente. Non riuscivo ad essere squadrata da quegli occhi dall'alto al basso senza sentire uno strano prurito sulla lingua.
Il fatto che sembrasse senza speranze con Bianca, per il momento, donava tanta speranza alla sottoscritta. E non era un bene. Non avrei dovuto sentirmi speranzosa. Sarei dovuta essere triste per Kai. Avrei dovuto voler trovare un modo di farli avvicinare a qualunque costo.
Non potevo essere egoista. Non dovevo esserlo.
«Oh, sì che lo stai facendo.»
Kai mi girò attorno, posizionandosi di nuovo in modo tale che la mia faccia fosse direttamente davanti alla sua. «Ti sei forse finalmente accorta di quanto Bianca assomigli a L-»
«Non dire il suo nome, per favore. Lo sai che il suo nome è proibito da pronunciare» lo bloccai prima che potesse finire la frase, borbottando tutta scocciata.
Sapeva benissimo che non ero il tipo di persona che amava rivangare il passato, sopratutto quando si parlava di lui.
«Comunque sì,» continuai poi, «si assomigliano, in qualche modo. Ma non è per questo che ti sto chiedendo come sta andando con Bianca.»
Kai grugnì, un verso a metà fra il frustato e il divertito. «Io invece credo che abbia tutto a che fare con questo.»
«Anche se si assomigliano non vuol dire che siano la stessa persona, Kai. Non puoi certo pensare che Bianca mi piaccia solamente perché si comporta come Luca.»
Mi morsi la lingua quando mi accorsi di essere appena caduta nell'errore che avevo chiesto a Kai di non fare.
«Io non ho mai detto che Bianca ti piaccia. Lo hai detto tu.»
Alzai le braccia in aria, completamente frustata da tutta quella situazione. Kai non stava aiutando, per nulla.
«Basta, me ne vado.»

Summer Nights ☆ {GIRLxGIRL}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora