Capitolo 7 ☆ Bianca

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«Sei proprio sicura di voler andare in canoa? Potrebbe essere pericoloso per una novellina.»
Era la terza volta che Erica mi chiedeva se fossi così sicura di voler andare in canoa nell'arco di pochi minuti. Sembrava decisa a volermi far cambiare idea, ma sapevo benissimo che la mia non-partecipazione avrebbe portato la quadra a perdere dei punti e io non lo avrei mai e poi mai permesso. Era completamente fuori discussione.
«Ma tu sei brava, giusto? Danilo ha detto che non avrò problemi se starò con te. Non serve che vinciamo, basta provarci» le risposi io, infilandomi il giubbotto di salvataggio arancione che era stato distribuito a tutti i campeggiatori.
Dopo una piccola riunione all'anfiteatro per mettere tutti al corrente della gara ci eravamo spostati in riva al lago, dove i ragazzi più grandi stavano tirando fuori le barche dal ripostiglio e tutti gli altri si erano seduti su massi e tronchi per indossare l'attrezzatura composta da copri-ginocchia, copri-gomito, caschetto e salvagente. La cauzione non era mai troppa e fui felice che al campo la pensassero in quel modo.
«Non sono brava, me la cavo» mugugnò lei di rimando.
«È tutto quello di cui abbiamo bisogno. Come ho già detto: l'importante è partecipare, non vincere.»
Lei sbuffò, ormai desolata all'idea che non avrei desistito tanto facilmente come credeva avrei fatto.
Stavo cercando di allacciare il mio giubbetto di salvataggio, ma non riuscivo a capire da dove avrei dovuto far passare le cinghie nere che si srotolavano lungo il mio busto e i miei fianchi.
«Vieni qua, ti do una mano io» disse Erica facendo cenno con la mano di avvicinarmi a lei.
Prese uno dei nastri e gli fece fare un giro intero intorno alla mia vita, per poi legarlo nella sua fibbia, nella parte anteriore, e ripetendo la stessa procedura anche per l'altro. Mentre lavorava i suoi occhi erano seri, pensierosi, il grigio delle sue iridi era diventato quasi nero. Profumava di limone e arancia.
Quando finì rimasi imbambolata per qualche secondo. Perché ero così stupita dal suo buon profumo? Perché osservavo ogni più piccolo movimento agile delle sue dita intorno al mio corpo?
«Qualcosa non va? Troppo stretto? Sei un po' rossa» mormorò lei, avvicinandosi al mio orecchio. Le sue labbra erano incurvate all'insù, in un ghigno sardonico. Mi stava prendendo per il culo.
«No, è perfetto. Dovresti lavarti ogni tanto, però. Puzzi» replicai, allontanandomi. Era il commento peggiore che avrei mai potuto fare. Volevo dire qualcosa di perspicace, come faceva lei. Volevo rispondere a tono, ma non ce la facevo e mai ce l'avrei fatta. Stava giocando con il mio cervello come mai nessuno aveva fatto prima.
«Dovresti andare da Kai a farti controllare! Magari lui riesce ad allentarlo un po'!» mi urlò dietro.
Quella mattina me lo aveva presentato, quel suo strano amico. Avevo la netta sensazione che stesse cercando di farci diventare amici, ma era fin troppo stupido perché io potessi essere interessata a lui.
Mi allontanai a lunghi passi, dirigendomi verso il gruppo della nostra cabina, dove tutti i bambini erano già stati preparati dai più grandi che ora si stavano preparando a loro volta. Le coppie erano già state scelte in base a chi sapeva manovrare meglio la canoa.
La gara si sarebbe svolta in diversi round: si sarebbero sfidate sei coppie alla volta, una per ogni cabina, le prime tre ad arrivare di ogni manche si sarebbe aggiudicate un posto nella semifinale a tre da cui sarebbe uscita una coppia, la quale avrebbe partecipato alla finale. Per un gran totale di undici gare. Avremmo passato tutto il giorno in riva al lago e per chi, come probabilmente me, fosse stato eliminato al primo giro, non rimaneva altra opzione che rimanere sulla piccola spiaggia sassosa a fare il tifo per la propria cabina, sperando che arrivasse in finale.
Le libellule si erano ingegnate con un piano per riuscire a vincere, ma avevo i miei dubbi che avrebbe funzionato. Alex e uno dei fratelli avrebbero gareggiato assieme, in quanto migliori rematori di tutta la cabina, puntando alla vittoria; gli altri erano stati equamente divisi con un buon rematore e un pessimo rematore in ogni squadra, il che ci dava un cinquanta-cinquanta di riuscire ad arrivare in semifinale, un trentatré percento per la finale, tutto si basava sulla fortuna e sui nostri sfidanti.
Avevo la sensazione che tra tutte le coppie quella mia e di Erica fosse la pecora nera della cabina numero sei. Per questo decisi che il mio compito della giornata sarebbe stato mantenere alto il morale. Non ero un'atleta, ma avrei potuto tifare con tutte le forze che avevo in corpo.
«Siete tutti pronti, ragazzi?» chiesi, allargando le labbra in un grande sorriso. Tutti annuirono, rispondendo all'unisono che non vedevano l'ora di partire.
Era la prima sfida, quella che avrebbe aperto un'estate piena di avventure e i ragazzi, sopratutto i più piccoli, scintillavano dalla voglia di mettersi in gioco. Era così elettrizzante che il cuore iniziò a battermi più forte.
«Noi siamo più che pronti, sai meglio di noi chi ci preoccupa» disse poi Alex, alzando un sopracciglio e indicando con la testa in direzione di Erica. Si era spiaggiata su un masso, senza muoversi troppo da dove l'avevo lasciata. Aveva un gomito appoggiato sul ginocchio e la mano a sostenerle il mento. Guardava l'acqua del lago come un bambino avrebbe potuto guardare un compito in classe di matematica per cui si era scordato di studiare, ma tanto non gli importava veramente del voto, quindi avrebbe potuto benissimo lasciarlo in bianco.
«Non dovete preoccuparvi, è tutto sotto controllo. La farò partecipare. La vincita non è qualcosa in cui sperare troppo, però...» replicai, borbottano l'ultima parte.
Sofia mi sorrise, appoggiandomi una mano sulla spalla. I suoi occhi scuri dietro gli occhiali stavano ridendo. «Per quello abbiamo il nostro asso nella manica, pensa solamente ad arrivare sana e salva dall'altro lato, senza cadere in acqua!»
Annuii spostando lo sguardo sulle canoe che un gruppo di ragazzi stava iniziando ad allineare dietro due boe rosse, poco distanti dalla riva. Sì, quella sarebbe stata la mia vera sfida.

Summer Nights ☆ {GIRLxGIRL}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora