CAPITOLO 32

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Solo tre cose sono infinite.

Il cielo nelle sue stelle,

il mare nelle sue gocce d'acqua

e il cuore nelle sue lacrime

Gustave Flaubert

4 ANNI PRIMA

PEARL'S POV

Resto acquattata contro la parete con le orecchie tese ad ascoltare quella che sembra una discussione carica di preoccupazione. Papà parlotta sottovoce mentre la mamma cerca di tranquillizzarlo come meglio può.

Negli ultimi mesi lui è strano, perennemente, e la mamma cerca di non farci notare la cosa trovando sempre un pretesto per scherzare quando condividiamo dei momenti tutti insieme.

« Elisa non ne usciamo da questa situazione! >> ringhia sottovoce papà

« Sta tranquillo, risolverai tutto, so che c'è la farai. Sei un professionista >>

« Non centra niente la bravura o l'esperienza Elisa>>

Il modo in cui pronuncia il nome di mamma è chiaramente di rimprovero eppure il suo amore per lei è palese e limpido in ogni lettera che lascia uscire dalle sue labbra per richiamarla. Lancio un'occhiata dentro la stanza e la mamma scuote la testa con le lacrime agli occhi.

« L'azienda non ha possibilità... chiuderemo e lo sai>>

Cosa? L'azienda chiude? Ma di cosa sta parlando? Della nostra azienda? La Harper & Co?

« Ma Roy... >>

« Siamo in fallimento Elisa >> mormora conciso e freddo << sto compilando le trattative per vendere, non abbiamo altre opportunità. Se continuiamo così non ci salva nessuna dalla banca rotta >>

La voce della mamma che cerca di consolare papà è rotta dai singhiozzi mentre io scivolo contro la parete con la testa tra le mani. Non so cosa fare per aiutarli e probabilmente, essendo la figlia maggiore, subito dopo Sean dovrei fare qualcosa.

Mio fratello lavora già con papà e probabilmente è perfettamente a conoscenza del problema mentre io e i miei fratelli ne siamo all'oscuro. Forse se trovassi un lavoretto dopo la scuola potrei dare una mano.

Resto lì, a terra, con la testa tra le mani a tirarmi i capelli mentre la mente vaga tra mille ipotesi diverse. Solo una mi sembra fattibile: chiedere ad Isaac se nel ristorante dove lavora hanno bisogni di altri camerieri.

Scatto all'impiedi e mi asciugo le lacrime quando una mano grande e calda si posa sulla mia spalla prima che possa dirigermi verso la porta.

« Pearl che ti succede? >>

« Nulla, Thomas >>

Inarca il sopracciglio per nulla d'accordo con le mie parole. Si gratta il capo prima di piantare i suoi occhi nei miei.

« Guarda che ho sedici anni, non tre >> mi rimprovera << che ti succede? Hai litigato con Demon? >>

Annuisco decisa a non turbare anche lui con i problemi familiari in cui sembriamo essere precipitati da un giorno all'altro. Thomas mi sorride mentre mi carezza la spalla cercando di confortarmi.

« È normale litigare in una coppia. Si risolverà tutto, vedrai >>

« Già, sì, lo so >> borbotto prima di salutarlo correndo fuori di casa

(IM)POSSIBILE AMARTI ~ la storia di DemonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora