In materia amorosa i pazzi sono quelli che ne sanno di più.
Non chiedere d'amore agli intelligenti,
amano intelligentemente,
che è come non aver amato mai
Julio Cortazar
2 ANNI PRIMA
DEMON'S POV
La dottoressa Mcgrath mi osserva con la sua solita postura elegante e autoritaria, la biro stretta tra le dita della mano destra e il taccuino sulle ginocchia. Schiocca le labbra prima di prendere un respiro e tornare a parlarmi.
« Demon che ne dici di parlare di lei? >>
La fisso da sotto le ciglia cercando di decidere la risposta da darle. La dottoressa Mcgrath sta rispettando tutte le mie richieste a partire da quella più importante: non pronunciare mai il suo nome.
È sempre delicata, nei modi, nelle parole e nel modo di approcciarmi. Mi trovo bene con lei e forse dovrei fare un passo avanti prima che lei mi cacci come la Riggs per "rifiuto alle cure".
« La sogno spesso >> borbotto evasivo deciso a non raccontarle l'entità dei miei sogni
So benissimo quanto la mia speranza sia futile perché adesso chiederà sicuramente di parlarne ed io non ho intenzione di farlo quindi devo iniziare a trovare un argomento con cui cambiare discorso.
« Le parli? >> domanda
« Nei sogni? >> chiedo
Perché io le parlo sempre. La vedo sempre. Anche qui, nella stanza. Lei mi osserva nella sua pelle bianca, pallida e cadaverica ricoperta da quel rivolo di sangue che le macchia la tempia scivolando giù per la sua guancia fino a raggiungere il mento. Lei non fa altro che ripetermi quanto mi odi per quello che le ho fatto ed io non riesco a farmi perdonare da lei. A farle capire che non volevo succedesse tutto questo.
Lei non si ricorda che le ho fatto scudo con il mio corpo, crede che io l'abbia lasciata lì a morire, da sola, mentre scappavo via dalla macchina che si schiantava contro l'albero ma... è una bugia. Sono rimasto con lei fino a quando non ho perso i sensi. È stata lei ad abbandonare me perché quando mi sono risvegliato dal coma lei era già volata via.
« Anche >> ribatte << quanto spesso ti capita di parlarle? Quando sei sveglio >>
« Non le parlo quando sono sveglio >> ringhio mentendo << non sono pazzo dottoressa. Sono qui per qualcosa che non riguarda le allucinazioni. Dovrebbe saperlo >>
La dottoressa scuote la testa, scioglie le sue gambe incrociate e si sporge verso di me. Gomiti sulle ginocchia, mani incrociate su cui poggia il mento ed io so già che mi aspetta uno dei suoi discorsi filosofici e motivazionali.
« La pazzia è un concetto relativo >> afferma con un sorriso che mi fa storcere il naso << la psicologia dà di pazzia un significato diverso da quello che danno i filosofi. Gli uomini ne danno un altro ancora. Siamo noi a dover determinare cosa significhi per noi >> ribatte
« E per lei cosa significa dottoressa? >>
« Nulla >> risponde sincera << per me i pazzi non esistono. La pazzia è solo un epiteto. Un termine, a mio avviso dispregiativo, per dire che qualcuno si porta dietro la sua croce. Siamo tutti un po' pazzi e non c'è niente di sbagliato in questo >>
« Quindi se io le dicessi che lei in questo momento è seduta sul pavimento? Che mi fissa e che continua a dirmi che l'ho uccisa e dovrei raggiungerla così che possa punirmi, non sarei pazzo? Lei non scriverebbe questo su quel taccuino a cui tiene tanto? >>
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(IM)POSSIBILE AMARTI ~ la storia di Demon
RomanceLEGGERE DOPO "IMPOSSIBILE NON AMARTI". Demon è un personaggio oscuro, misterioso, che nasconde dentro di sé una grande sofferenza. Solo quando conosce Stacey, nella sua vita torna la luce. In questo nuovo romanzo è Demon a raccontare la sua travagl...