CAPITOLO 35

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"Ohana" significa famiglia

E famiglia vuol dire che nessuno viene abbandonato

o dimenticato.

Lilo & Stitch

SAM'S POV

Inizio flashback

Mi copro le orecchie con le mani mentre, seduto sul pavimento, ondeggio avanti e indietro cercando di calmarmi. Il mio corpo si muove lento come un ramo scosso dal vento.

Le urla aumentano sempre di più, i passi sono sempre più pensanti e i colpi più potenti. Mi rannicchio contro il letto e a voce bassa e flebile inizio a canticchiare.

🎵 Al corro de la patata comeremos ensalada

Lo que comen los señores, naranjitas y limones

A chupé, a chupé sentadito me quedé.🎵

Il mio corpo viene scosso da un brivido improvviso quando la voce di mia mamma diventa sempre più stridula e acuta mentre prega Boris di fermarsi. Vorrei solo che finisse tutto al più presto.

Scatto all'impiedi e giro la chiave nella toppa. Blocco una sedia contro la maniglia e torno a rannicchiarmi tra il comodino e il letto sperando che lui non venga qui.

🎵Al corro de la patata comeremos ensalada

Lo que comen los señores, naranjitas y limones

A chupé, a chupé sentadito me quedé.🎵

Le urla si affievoliscono, si interrompono. Acquattato mi avvicino alla porta e ci schianto sopra l'orecchio. I passi si fanno sempre più rabidi e furiosi e poi il tonfo della porta. Boris è uscito.

Tiro un sospiro di sollievo e cerco di calmare i battiti del mio cuore mentre apro la porta. Con le gambe che tremano mi muovo verso il salotto.

<< « ¡¿Mamá?!>> sussurro impaurito << ¡¿Mamá?! >>

Mamma non risponde. Se è lei ad essere uscita?

Inizio a tremare al solo pensiero che in casa ci sia lui. Se mi vede così terrorizzato mi picchierà come sempre.

« ¡¿B...Boris?! >> neanche lui risponde

Mi fermo in corridoio e respiro profondamente prima di farmi coraggio ed entrare il salotto. Lancio un urlo terrorizzato quando vedo la mamma a terra. Perde sangue dalla tempia e sembra addormentata.

« ¡¿Mamá?! >> urlo avvicinandomi a lei << Mamá despiértate, por favor >>

(t: mamma svegliati per favore)

La scuoto leggermente, accosto l'orecchio al suo petto che sento battere piano. Le mani mi sudano mentre afferro il cellullare. Mi gratto il capo in difficoltà.

"Non lo ricordo, non lo ricordo" – mi ripeto in continuazione mentre osservo lo schermo piatto del telefono – "Qual è il numero? Ricorda Sam, ricorda"

Poi quel film poliziesco che Boris guarda tutte le sere mi torna in mente e così con lo sguardo sfocato digito quei tre numeri: 911.

Squilli infiniti si susseguono prima di sentire una voce calda e gentile provenire dall'altra parte del telefono.

(IM)POSSIBILE AMARTI ~ la storia di DemonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora