CAPITOLO 2

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A volte i ricordi diventano il presente
e

il presente svanisce come un ricordo lontano.
Massimo Valerio Manfredi



SETTE ANNI PRIMA


DEMON'S POV

« Vado, ci vediamo dopo >> urlo mentre apro la porta salutando la mamma intenta a sciacquare le tazze della colazione

« Aspetta tua sorella >> grida di rimando facendomi sbuffare

Lancio un'occhiata all'orologio che porto al polso e mi accorgo che come al solito Stella è in ritardo. Mi domando perché ci impieghi tanto a prepararsi. Deve andare a scuola mica a una sfilata di alta moda. Inizio a picchiettare il piede sul pavimento appoggiando, sconsolato, il capo conto la parete.

Se arrivo in ritardo anche oggi la Shaffer mi ucciderà di sicuro.

« STELLA! >> urlo << muoviti >>

In risposta ricevo solo un lungo e fastidioso silenzio. Che fastidio, cazzo! So che mi ha sentito quella peste! Prendo un sospiro cercando di calmare i battiti furiosi del mio cuore. È una vera palla al piede, cazzo.

Mi ripeto di star calmo per almeno due secondi prima di marciare spedito verso la sua camera.

« Demon! >> mi richiama mia madre quando mi vede superare la porta della cucina con una falcata decisamente troppo furiosa

La ignoro e inizio a salire le scale, mi fermo davanti la stanza di mia sorella e spalanco la porta senza bussare trovandola davanti allo specchio intenta a mettersi una strana cosa nera sulle ciglia.

« Quel pennello te lo ficco nell'occhio se non scendi subito! >> sbraito incrociando le braccia al petto

« Calmati fratellino, arrivo! >>

Respira Demon! Respira!

« Ti ricordo che sono più grande io, sorellina >> ribatto facendole alzare gli occhi al cielo << Stella sto perdendo la pazienza >> le comunico schietto <<conto fino a tre e poi per me puoi venire a scuola a piedi! UNO... >> inizio sollevando l'indice << DUE...>> la vedo chiudere il barattolino con una lentezza degna di Guinness Word Record << TRE >>

Mi guarda con tranquillità e con la sua solita calma si avvicina al letto e afferra la sua cartella saltellando verso di me sorridente. Si mette in punta di piedi e mi lascia un bacio appiccicoso sulla guancia.

« Sei sempre così ansioso Demon >> proferisce cantilenante << dovresti considerare l'idea di prendere la camomilla la mattina >>

« Stella... >> la richiamo decisamente troppo infastidito

« Sì... sì... come vuoi! Andiamo, adesso!? Sei sempre così lento! >>

« Stronza >> ringhio infastidito dalla sua beffardaggine

« Ti voglio bene anch'io... ora muovi i piedini Demon... così... piede destro avanti, piede sinistro avanti, piede... >>

« Sta zitta e cammina >> borbotto facendola ridacchiare

Dio, perché? Chiedevo solo una sorella normale!

Salutiamo la mamma prima di chiuderci la porta alle spalle e salire in macchina in direzione della scuola. Stella al mio fianco smanetta sul suo cellulare continuando ad inviare messaggi mentre rumina fastidiosamente masticando una chewing gum alla liquirizia.

(IM)POSSIBILE AMARTI ~ la storia di DemonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora