CAPITOLO 58

58 3 0
                                    


⚠️ Stiamo giungendo alla fine del libro quindi, come per l'altro libro, riprenderò a raddoppiare le pubblicazioni. Pensavo di pubblicare LUNEDÌ e VENERDÌ. Cosa ne pensate? ⚠️

Tutte le verità passano attraverso tre stadi.

Primo, vengono ridicolizzate.

Secondo, vengono violentemente contestate.

Terzo, vengono accettate dandole come evidenti.

Schopenhauer

2 ANNI PRIMA

DEMON'S POV

Cody è seduto ai piedi del mio letto, accanto a me. Stringe il joystick tra le mani mentre impreca per l'ennesimo goal che ho segnato e che lui non ha potuto parare. Mi lancia un'occhiataccia di sbieco prima di riportare l'attenzione sulla televisione.

Riesce a strapparmi la palla e la lancia verso la porta, sfreccia velocemente sul verde campo da calcio che lampeggia sulla mia televisione e sta già per esultare quando interrompo la partita mettendo in pausa.

« Ma che cazzo... >> mi guarda scioccato saltando all'impiedi << Stronzo, stavo per segnare! Falla ripartire subito! >>

Ridacchio scuotendo la testa prima di tornare serio e comunicargli con lo sguardo che ho bisogno di parlargli. Sbuffa e si lascia cadere accanto a me.

« Tu hai un pessimo tempismo! Ma non potevi farti venire in mente... qualsiasi cosa tu debba dirmi, tra due minuti? >>

Ridacchio e Cody mi osserva infastidito con le braccia incrociate al petto eppure lo vedo che è divertito. Le sue labbra tendono leggermente all'insù e la cosa mi rallegra maggiormente.

Sbuffa, certo di essere stato colto in fragrante mentre io ritorno serio deciso ad affrontare con lui il discorso che ho avuto questa mattina con la dottoressa McGrath. 

Mi sta occupando la mente ormai da troppo tempo e se non ne parlo con qualcuno finirò per pensarci tutto il giorno, questa notte non dormirò e domani mattina sarò ancora più nervoso e antipatico del solito. 

« Cody! >> lo rimprovero serio << devo dirtelo adesso >>

« Dimmi, ti ascolto >>

« Ho visto la McGrath oggi... >>

« Sì è figa, lo penso anch'io >> proclama di getto facendomi inarcare il sopracciglio

« Potrebbe essere mia madre >> gli ricordo inorridito

« Già... potrebbe! >> precisa << ma non lo è >>

« Ma sei idiota per caso? >>

Cody scoppia a ridere, scuote la testa e mi circonda le spalle amichevolmente tirandomi nella sua direzione. Mi intrappola la testa tra il braccio e la spalla e con l'altra mano, chiusa a pugno, mi scompiglia i capelli.

« Il piccolo Dem adesso prova attrazione per le più grandi >> mi prende in giro << stai crescendo. È tutto nella norma >>

« Tu sei proprio un coglione >> bercio spingendolo via << ed io volevo farti un discorso serio ma tu non capisci mai quando è il momento di scherzare e quando invece di restare serio! >> sbotto arrabbiato

Cody resta interdetto per un attimo. Il sorriso che lampeggiava sul suo volto si volatizza all'istante. Abbassa il capo e fissandosi i piedi coperti da un paio di calze antiscivolo con la stampa di Babbo Natale si gratta il collo imbarazzato.

« Mi dispiace >> borbotta << di cosa volevi parlare?>> domanda fissandomi da sotto le ciglia

« Oggi ha voluto fare un gioco... e non ti azzardare a chiedermi se era erotico perché ti spacco la faccia>> gli intimo << mi ha detto delle citazioni ed io dovevo comunicarle cosa mi trasmettevano >>

Cody annuisce restando in silenzio aspettando che continui il mio discorso. Si sistema meglio sul materasso incrociando le gambe tra di loro e mi osserva paziente. Prendo un respiro prima di comunicargli ciò che mi frulla per il cervello.

« Mi ha detto una cosa assurda. Ti ricordi Schopenhauer? >>

Cody mi guarda un po' spaesato. Credo stia cercando di rammentare dove abbia già sentito pronunciare quel nome.

Dall'espressione del suo volto in questo momento credo non ci sia riuscito.

« Non ho mai avuto l'onere di incontrarlo >> ribatte trattenendo un sorriso

« Eh dai, Dy! >>

« Chi era dei tanti? Quello che paragonava la vita a un pendolo? O quello del fiume in piena? >>

« Quello del pendolo >> borbotto facendolo annuire << Ecco lui ha parlato della verità... di quanto sia difficile accettarla >> gli spiego osservandolo con attenzione per essere certo che mi stia seguendo <<ha detto che attraversiamo tre stadi prima di arrivare all'accettazione. Nel primo la ridicolizziamo, nel secondo la confutiamo e alla fine, nel terzo, ci rendiamo conto che quella è la realtà dei fatti e ce la facciamo andare bene a prescindere da tutto >>

« Poetico... sicuro che la McGrath non voleva farsi scopare contro la scrivania?>>

« Cody cazzo! Smettila >>

Il mio amico torna a fissarsi le calze di Babbo Natale e so che questo suo comportamento è dovuto alla recente morte della madre. Nonostante lei lo abbia ferito più volte lui non ha ancora superato la cosa. Ma lo capisco, del resto neanche io ho superato quella di Pearl nonostante sia già passato un anno dalla sua scomparsa.

« Scusa... va avanti >> sibila grattandosi la testa

« Lei sostiene che io sia fermo al secondo stadio. Accuso chiunque dica che io non ho ucciso Pearl perché non sono in grado di accettare la realtà ovvero che io non centro niente >>

Cody annuisce. Fissa il soffitto, poi il pavimento e poi di nuovo me. Si passa la mano sulle labbra prima di trovare il coraggio di dirmi quello che gli frulla per il cervello e che io sono curioso di sentire.

« Secondo ma la dottoressa sexy ha ragione >> ribatte senza rinunciare alle sue constatazioni del cazzo << te lo avrò detto cento volte che tu dovresti smetterla di incolparti e che sei innocente me tu, mulo testardo, non ascolti nessuno >>

« Forse perché sono l'unico a vedere le cose per come stanno! >>

« O forse perché, come dice l'idiota del pendolo, non sei pronto ad accettare che tu non avresti potuto evitarlo. Che sarebbe successo comunque, se non in quel modo in un altro >>

« Non credo nel destino >> gli ricordo

« Questo è un problema tuo ma ciò non vuol dire che non esista >>

Scuoto la testa deciso a non ascoltarlo e porre fine alla conversazione. Afferro il joystick e faccio partire la partita. Sposto velocemente il portiere e paro quello che era un goal certo.

Cody lancia il suo telecomando sul materasso e mi si lancia addosso iniziando a prendermi a pugni contro lo stomaco mentre io mi contorco dalle risate.

« Brutto stronzo! Potevi lasciarmelo fare almeno un punto >>

E mentre lascio che si vendichi della mia azione penso che non potrei desiderare amico migliore di lui. 

💙💙💙💙

Capitolo finito e interamente dedicato ai miei adorati Demon e Cody. Spero che vi sia piaciuto e ci vediamo lunedì con il prossimo capitolo.

Ammie

(IM)POSSIBILE AMARTI ~ la storia di DemonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora