CAPITOLO 5

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Spero che i capitoli lunghi vi piacciano perché sono riuscita a superare la lunghezza del capitolo 3 😅 Vi attendono 27 pagine Word. Buona lettura

Il ricordo della felicità

non è più felicità;

il ricordo del dolore

è ancora dolore.

George Gordon Byron

DEMON'S POV

Che grandissima rottura di cazzo!

Il professor Sandoval ha la capacità di attirare la mia attenzione tanto quanto un documentario sulle formiche. Parla con quella voce lenta e strascicata che lo fa assomigliare a un bradipo che ha bevuto qualche strana pozione per rallentarsi ancora di più.

Ho sempre adorato chimica fino all'inizio di quest'anno quando, il professor Mcgee, è andato in pensione lasciando il suo posto a questa specie di cinquantenne con almeno ottant'anni in più dentro di sé.

Lascio cadere la testa sul banco producendo un rumore sordo e secco che attira su di me lo sguardo dell'intera classe. Sbuffo sonoramente, scocciato dalla lezione, e mi accascio sulla sedia appoggiando i piedi sul banco.

« Signor Drake... >> mi richiama lentamente l'insegnate << la sto per caso annoiando? >> domanda sarcastico

In realtà sì!

« No, si figuri >> borbotto derisorio << è interessantissimo, tanto quanto le mie palle >>

Sandoval sgrana gli occhi mentre alcuni dei miei colleghi si coprono la bocca con un pugno cercando di trattenere le risate.

« Drake! >> tuona indispettito

« Sì? >>

« Crede di essere divertente? >>

« Sinceramente sì >>

Le guance gli si arrossano mentre le vene del collo si gonfiano chiaramente arrabbiato dal mio modo di rivolgermi a lui. Sbuffo mentre lancio nello zaino il quaderno e la penna scattando, subito dopo, all'impiedi.

« Arrivederci >> borbotto educatamente dirigendomi fuori dall'aula

Non resisterei neanche un altro minuto ascoltando la sua voce soporifera e insopportabile.

Sfilo per i corridoi ricevendo occhiate di apprezzamento da tutte le ragazze che mi passano accanto.

Quante di loro avrò già scopato?

Proseguo indisturbato dirigendomi verso l'aula di medicina. Spalanco la porta senza disturbarmi a bussare attirando lo sguardo del professore su di me. Faccio un cenno di saluto con il capo e mi dirigo su per le scale raggiungendo il banco di Janette.

Afferro il suo quaderno, aperto sul banco, e lo stringo tra le mani dirigendomi nuovamente verso l'uscita dell'aula sotto lo sguardo sconvolto di tutti.

« Demon! >> mi richiama lei rincorrendomi

Il rumore fastidioso dei suoi tacchi che sbattono sul pavimento si fa sempre più vicino mentre lei mi rincorre nel tentativo di raggiungermi. Rallento quando sono ormai vicino al bagno delle donne.

Pochi secondi dopo, ignara delle mie intenzioni, Janette riesce a raggiungermi decisa a recuperare il suo quaderno. Allunga il braccio pronta a riappropriarsi di quel agglomerato di fogli quando l'afferro per un polso e con un colpo d'anca, secco e ben assestato, la spingo dentro al bagno.

(IM)POSSIBILE AMARTI ~ la storia di DemonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora