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IVY

«Io?» Mi indicai con la mano, irrequieta. «Io sarei il tuo problema?»

Sorrise, al che decisi di andarmene.

«Ti stai burlando di me, basta, sono stanca dei tuoi giochetti!» Si piazzò dinanzi alla porta bloccandomi il passaggio. «Togliti immediatamente.»

«Perché dovrei?»

«Perché voglio io! Avanti, spostati!» Minacciai vedendolo lì impalato a sogghignare, segno che non mi stesse affatto prendendo sul serio.

«Se mi fai un pompin-....»
Oltraggiata, lo colpii con uno schiaffo in faccia annientando all'istante il suo fastidioso scherno e soprattutto la sua voglia di scherzare con me in quel modo.  Non reagì, bensì, si limitò a sospirare e a tendere e rilasciare costantemente i muscoli della mandibola come se stesse scaricando lì tutta la sua ira.

Ma con chi credeva di parlare? E soprattutto, per chi mi aveva scambiata?

«Fattelo da solo il pompino. Ora spostati!» Lo spinsi ma subito acchiappò le mie mani in una morsa ferrea portandomele ed immobilizzandomele dietro la schiena. Sollevai il viso per guardarlo e lui abbassò il suo per ricambiare mentre i nostri petti si scontrarono come se non ci fosse un domani.
Deglutii.

«La pagherai cara per quello che mi hai fatto!»

«E tu per quello che mi hai detto!» Sputai alterandomi, ribellandomi in ogni modo al suo corpo che mi travolse come una furia .

«Fai poco la stronza con me, intesi?» Minacciò. «Perché stai testando un po' troppo la mia pazienza!»

«E tu la mia! Ti ordino di lasciarmi.» La mia voce si fece molto più tenue e per nulla intimidatoria, al che, lui annuì ironico.

«Contaci.»

Camminò in avanti ed ad ogni suo passo io indietreggiai seguendo i suoi piedi. «Non sto scherzando, Hunter!»

«Ti credo.»

M'imbronciai.
«Se non mi lasci andare io-...io-...» pensai a che dirgli e lui sollevò le sopracciglia curioso di ascoltare cosa mi sarei inventata «...io mi metterò a gridare!» Le mie gambe si scontrarono contro il letto e solo allora liberò le mie mani per sollevarmi di peso gettandomi sul materasso, dove mi ritrovai distesa. Divaricò audacemente le mie cosce e si mise a carponi sopra di me, non premendomi però addosso il suo peso.

«Griderai comunque.» Disse secco avvicinando pericolosamente la sua bocca alla mia. «Griderai così forte il mio nome supplicandomi di fotterti ogni volta che mi vedrai.»

«Tu sei pazzo.» Osai sussurrare mentre osservò ogni minimo dettaglio del mio viso.

«Lo ammetto.» Incalzò ringhiando, imprigionando con una delle sue mani, entrambi i miei polsi sopra la mia testa. «Sono pazzo di te! Ti desidero dal primo istante che ti ho vista e non riesco a smettere di pensarti. Perfino i miei occhi non riescono a non cercarti in mezzo alla folla ovunque io sia.» Mi azzittì lasciandomi confusa e perplessa mentre la sua mano destra avvolse delicatamente il mio collo per poi scendere lungo il mio sterno tra i miei seni dove il mio cuore sbatté irrequieto. «Ti respingo e provo a scacciarti via dalla mia testa ma ho capito che più lo faccio, più di desidero e ne uscirò davvero pazzo se non ti avrò. Ti voglio, voglio renderti mia, Ivy. Voglio toccarti, morderti, assaggiarti e dominarti . Desidero fotterti, riempirti di me e farti male fino a godere dei tuoi gemiti. Dei tuoi implori. Credimi, piccola, tu non hai la minima idea di quello che potrei farti.....Di ciò che vorrei farti!» Tese i muscoli della mascella e la sua espressione facciale risultò burbera e priva di dolcezza. Io, invece, restai inerme con gli occhi sgranati e velati di lacrime quando avvolse uno dei miei seni e lo strizzò forte fino a farmi male. «E finché io sarò nei paraggi puoi stare certa che tu non apparterrai a nessun altro se non a me!»

HUNTERDove le storie prendono vita. Scoprilo ora