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IVY


Dopo la lezione di guida andai al supermercato a comprare qualcosa da mangiare. Canticchiai la canzone di sottofondo passeggiando tra i vari reparti con il cesto nella mano, pensando nel contempo a che cosa potessi preparare per cena poiché sicuramente sarebbe passato anche lui. Acchiappai una confezione di birre ed alcuni snack che ci saremo sgranocchiati come al solito dinanzi ad un bel film, finché sentii un paio di signore chiacchierare in fila alla cassa.

«Hai sentito anche tu? È andata a fuoco la villa dei Black.»

Inizialmente non badai molto a loro, finché vari dettagli del discorso mi fecero collegare tutti i puntini, giungendo alla conclusione che probabilmente si riferissero alla casa di ...
Hunter.
Come avevo fatto a non domandargli mai come facesse di cognome? E perché la villa era andata a fuoco? Ecco perché forse era andato via di corsa quella sera.

«Sì, ieri era su tutti i quotidiani...» replicò, al che, con nonchalance continuai ad ascoltare per scoprire qualcosa di più  «...meno male che è chiusa da tempo e all'interno non c'era nessuno.»

«Già, ma come ha fatto a prendere fuoco se non c'era nessuno?»

Mi accigliai avanzando di un passo poiché sussurrarono guardandosi bene le spalle.

«Pare che stessero facendo delle ristrutturazioni. Probabilmente la ditta che ha preso in carico la ristrutturazione avrà lasciato qualcosa acceso. Non so, sai che non me ne intendo di queste cose!»

«Può essere. Ormai se ne sentono di tutti i colori nei cantieri. L'altro giorno un uomo è precipitato da un'altezza di cinque metri, per fortuna non si è fatto tanto male ma pensa se-...»

Giunse il mio turno in cassa mentre le due si allontanarono con le borse ed il carrello. Il commesso passò tutti i miei articoli lasciandomi in mano una busta di carta all'interno della quale li infilai alla rinfusa , ripensando alla conversazione avvenuta tra quelle donne. Così, incuriositami, entrai sul cellulare per cercare più informazioni sul motore di ricerca.

"Villa Black Sacramento."

Le foto che comparvero mi confermarono immediatamente la mia teoria. Scorsi con le dita affine di cercare qualche articolo ma la voce del commesso spazientito mi fece tornare alla realtà.

«Scusi, c'è fila!»
Sputò.

Mortificata mi scusai, pagai e dopo aver afferrato le mie cose uscii dal supermercato finché in lontanaza vidi Hunter appoggiato sul cofano della Range Rover bianca che mi aveva regalato per il mio compleanno e che purtroppo non avevo mai usato. Indossava gli occhiali da sole e non appena mi vide gettò a terra il mozzicone della sigaretta, invitandomi a raggiungerlo.

«Come stai?» Mi avvicinai mentre mi portò via di mano il sacchetto, per poi stamparmi un bacio in bocca.

«Ora che ti vedo sto molto meglio.»

Sorrisi e feci per incamminarmi nella direzione del portone dell'edificio, ma lui mi fermò bloccandomi la mano. Ritornai dinanzi alla sua sagoma vedendolo stamparmi un bacio sul dorso della mano risvegliando tutte le mie farfalle nello stomaco.

«Aspetta...» disse «...l'altra sera volevi portarmi da qualche parte, non è così? È ancora valida l'offerta? Guido io.» Mi fece l'occhiolino facendo l'ironico con me, anche se captai in lui del malessere che parve volermi nascondere.

«Non che tu abbia altra scelta.» Lo abbracciai permettendogli di stamparmi una nidiata di lunghi baci sulla testa, dissolvendo immediatamente ogni mio pensiero negativo. «Vado a prendere le chiavi della macchina e ti raggiungo.»

HUNTERDove le storie prendono vita. Scoprilo ora