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HUNTER

«Novità?» Mi accomodai sul solito divano venendo servito immediatamente dal mio amico che prese posto accanto a me.

«Ha chiamato Ares.»

«Chi?»

Tristan sogghignò scuotendo la testa mentre assaggiai quel buonissimo bourbon del Kentucky.

«Dice che non rispondi alle sue telefonate.»

«Aveva qualcosa di importante da riferirmi?»

«No ma-...»

«In tal caso ho fatto bene a non rispondere.» Mi alzai di lì per raggiungere il bancone incitando il mio barman a riempirmi nuovamente il bicchiere. Mossi la testa pur di non perderla di vista rimanendo sempre all'erta, poiché non si sapeva mai con lei nei paraggi. Stava ballando con Santana che le raccontava qualcosa facendola ridere di gusto mentre il suo vestitino leggero le si muoveva tutto attorno alle gambe catturando non pochi sguardi indiscreti. Inutilmente, però, poiché i suoi erano tutti rivolti a me.

«Sei il fratello più stronzo che esista sulla faccia della terra, lo sai vero?» Ci pensò la voce di Tristan a riportarmi alla realtà, accostandomi al bancone prima di infilarmi una sigaretta in bocca. «Ecco, fumatene una così almeno smetti di sbavare.» Me la accese ed infine appoggiò i gomiti sul legno pregiato accanto al suo bicchiere, ammirandola da lontano. «A proposito, perché lei è qui?»

«Perché non ti tappi quella cazzo di bocca?»

Ridacchiò divertito guardandomi. «Perché è raro vedere Hunter Black in veste di babysitter. Ti piace quella ragazzina, non è vero?» Le gettò gli occhi addosso a distanza ma non sapeva era che lontano da ciò che in realtà provavo per lei. Lui continuò a parlare ma non ascoltai un emerito cazzo di ciò che mi riferì preferendo concentrarmi su una personcina in particolare. Espirai del fumo dalle narici ed incrociai accidentalmente i suoi occhi marroni che mi trafissero e parvero incendiarsi alla mia vista. Mi sorrise e non potei che torturarmi le labbra ricordando in modo nitido il sapore dolce delle sue. Delle notti trascorse insieme a scopare fino all'alba o di come o con quanto ardore gridava il mio nome mentre la facevo godere come una pazza. Svuotai il secondo bicchiere chiedendone un terzo. Qualunque cosa stesse accadendo in quel momento, il mio sguardo tornava inesorabilmente su lei.   «Mi ascolti o no?»

«No.» Risposi sincero mentre spalancò la bocca offeso.

«E con chi diavolo stavo parlando finora?» Sbuffò. «Questa ragazzina ti ha fuso il cervello amico mio.» Esclamò scolandosi un bicchiere di bourbon. «Ti ho detto che per giorni il mio uomo è rimasto fuori da quella villa. Ha seguito ogni movimento del resto dei Keller poiché Weston e Victor non si fanno vedere da giorni...» m'informò catturando la mia attenzione stavolta «... ha pedinato Luna, sua madre, qualche domestica e perfino gli autisti, ma niente. Di quella ragazza nessuna traccia il che sta a significare solo due cose. O che la tengono segregata, oppure non si trova lì. Non sappiamo niente sul suo conto, è un fantasma, capisci?  Mi domando dove la tenga nascosta il bastardo. Non ti sembra un po' troppo strano tutto ciò?» Mi fece riflettere molto quella frase.  «Siamo certi che questa tizia esista?»

Un po' strano lo era però Abel stesso, una volta, mi aveva riferito che Victor Keller avesse due nipoti. La figlia di Weston e quella di Jeremy.

«E sua cugina?»

«Non la vedo da un po' , pare che abbia cambiato anche numero probabilmente per via di quel coglione del suo ex.»

«Hunter!»

Tristan si voltò mentre io le gettai uno sguardo quando si avvicinò al bancone in modo grazioso  infilandosi tra me ed il mio amico. Era sudata, euforica e mi rivolse un sorriso che mi gonfiò il petto mentre le scostai i capelli intrappolandoglieli dietro le orecchie.

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