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HUNTER


«Finalmente a casa!» Parlò Ares raggiungendomi in veranda dove ammirai il panorama. Avevo atteso quasi dieci anni prima di ritornare nelle mie terre, ma da quando avevo messo piede lì, parve che i ricordi non facessero più così male. Il nonno, i miei genitori, i loro cuori che vivevano lì. Racchiusi in quelle mura. «Dovremo festeggiare.» Mi passò un bicchiere di cognac mentre ammirai come gli ultimi raggi del tramonto si amalgamarono al cielo.

«Festeggeremo quando Victor sarà sotto terra.»

Sbuffò. «E dai, fratellino...» mi diede una gomitata giocosa «...una festa potremmo concedercela ogni tanto, no? Abbiamo tutto il tempo necessario per pensare a Victor. Dopotutto, ora che tutta Sacramento è al corrente che ci troviamo in città, i Keller non si azzarderebbero ad attaccarci.»

Lo scrutai attentamente. «Stiamo aspettando che ci attacchino, Ares?»

Scosse la testa essendosi probabilmente espresso male. «Dico solo che possiamo respirare un po' e dopo tutti questi anni, ce lo meritiamo!»

Tesi la mascella. «E come la mettiamo con Luna? Il nostro amico ha intenzione di portarsela con sé. Non credi che questo ci provocherebbe guai?» Lo vidi mordicchiarsi il labbro inferiore. «Va bene Ivy, ma farci carico anche di Luna sarebbe da pazzi!»

«A Victor neanche importa di quella ragazza.»

«A Victor no, ma a Weston sì!» Esclamai. «E Tristan sta agendo in modo impulsivo ed incosciente, senza pensare alle conseguenze che questa sua decisione potrebbe recarci. Se quella ragazza abbandonerà l'ospedale per andare via con lui, gli do due giorni, al massimo tre...» sbottai «...prima di ritrovarlo morto, gettato in qualche dirupo. Voglio Tristan qui stasera!»

«Certo, mi rendo conto che non gli costi molto attendere ancora un altro po'....»  mi assecondò «...almeno finché Victor non sarà fuori dai giochi. Ma lui teme che l'uomo le possa fare del male e probabilmente si sente in dovere di proteggerla. Che vuoi farci? È innamorato!»

Innamorato? Ghignai.
«L'ha vista sì e no due volte.»

«Ci si può innamorare di qualcuno anche al primo sguardo. Colpo di fulmine, mai sentito parlarne?»

Mi spiazzò.
Lo osservai attentamente non riuscendo a decifrare bene le sue parole. Se si riferiva a me oppure a se stesso. Che si fosse innamorato di Ivy? Strinsi forte i denti, ed infine, sorseggiai in silenzio il mio drink mentre i suoi occhi scuri si posarono alle mie spalle, quasi in lontananza.

«Quella non è...» assottigliò la vista «...la tua ragazza? Ma che fa?»

Mi girai di scatto, incazzato, poiché le avessi categoricamente vietato di uscire di casa.

«Merda!» Lasciai lì il bicchiere tra le risate di mio fratello che però mi seguì, divertito dalla scena. Scesi velocemente le scale ed uscii in giardino dirigendomi verso il lago mentre lui, ancora alle mie spalle, raccolse i suoi vestiti gettati sul prato, poiché la signorina avesse pensato bene di farsi un bagno nel lago. Raggiunsi il piccolo pontile di legno guardandola sguazzare in acqua assieme a delle piccole anatre che la rincorsero e dalle quali fuggì via. 
Ma perché non faceva mai quello che le dicevo? Non mi prendeva sul serio e ciò mi faceva uscire fuori di senno! Le mille luci che circondavano il giardino della villa si accesero, segno che fossero le venti . «Ivy...» catturai finalmente la sua attenzione «...esci!» 

Il suo sorriso si dissolse all'istante .
«Perché?»

Sollevai le sopracciglia. Come perché? Perché l'avevo ordinato io! Ecco perché.

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