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IVY

Ci baciammo in modo rude ed incontrollabile dimenticandoci di respirare. Sopravvivendo di l'un l'altra. Hunter era capace di stordire tutti i miei sensi mandando a puttane ogni mia misera obiezione. Attraversammo alla cieca l'enorme soggiorno sbattendo un po' ovunque pur di non staccarci e proseguimmo lungo il corridoio conducente verso la sua camera da letto. Mi indirizzò lui, quasi di peso, poiché io non potei far altro che arretrare in punta di piedi aggrapparmi al suo collo. «Devo averti.» Sussurrò ansimante, leccandomi la lingua quando la cacciai fuori. Facendomi sopraffare da un tumulto di sensazioni che mi esplosero nel ventre, travolto dal fremito del piacere. Quello che solo lui era capace di provocarmi. Le sue mani mi perlustrarono ferocemente rendendomi carne rovente. Ero un fiammifero che si inceneriva sotto ogni suo tocco. Mi fermò staccando le nostre bocche pur restando con le labbra incollate alle mie, al che, il mio sguardo cercò immediatamente il suo. «Devo averti subito...» divorò la mia bocca un'ennesima volta in modo esigente e feroce «... o giuro che impazzirò.»

Mi possedeva l'anima fino all'ultima goccia.
Ero debole e bisognosa di lui. Succube di quell'uomo da capo a piedi. Afferrai con entrambe le mani l'orlo della sua maglietta e gliela sollevai facendogliela passare attraverso la testa, cosa che gli fece arrestare il respiro per un attimo poiché un secondo dopo mi sollevò in braccio ed allacciai le gambe attorno al suo magnifico corpo attrirandolo a me più che potei, poco prima che ci addentrassimo nella sua camera da letto. Avevo il suo cuore che batteva forte contro il mio, all'unisono, esattamente come il suo respiro dentro la mia bocca mentre le sue mani sfioravano ogni curva del mio corpo rendendomi cera malleabile a suo piacimento.

Mi desiderava ed io volevo lui più di qualsiasi altra cosa al mondo.

I miei piedi toccarono nuovamente il pavimento solo a due passi dal suo letto. Baciandomi con violenza si sbottonò i jeans ed abbassò la cerniera prima di dedicarsi a me. Mi liberò del mio vestito lanciandolo a terra da qualche parte e lasciandomi con solamente addosso gli slip.

«La mia dea...» mi divorò il collo e massaggiò i seni nudi facendomi gemere e provocandomi una sensazione pungente tra le gambe «...la mia piccola dea.» Si inginocchiò dinanzi a me con lo sguardo fisso sul mio. Baciò ognuno dei miei seni racchiudendo tra le sue labbra prima il capezzolo destro e poi quello sinistro, che infine succhiò e morse forte. Non ressi l'intensità dei suoi denti ed ansimai dolente tenendo stretta la sua testa con le mani.
Giusto per reggermi a qualcosa.
La mia reazione addolorata parve averlo compiaciuto a tal punto che i rantoli del suo respiro furono ben udibili nella stanza. Lottai contro me stessa fino all'ultimo affine di tenere a bada tutte quelle emozioni ma le ondate del piacere che mi stava creando la sua bocca unita a quegli sguardi da predatore si riversarono in me come uno tsunami, travolgendomi e disintegrandomi sotto ogni forma.
Le sue possenti mani avvolsero i miei fianchi per tenermi ferma e per un'istante schiusi le labbra ma restai comunque senza fiato. Scese nella direzione del mio ventre dopo una lunga scia di baci umidi con tanto di lingua fino a che mi annusò l'intimità appoggiandoci contro il suo viso ed emettendo da quella bocca affamata di me un ringhio di approvazione.
«Tutta bagnata e tutta mia.» Esclamò con voce rauca e virile ed io non potei far altro che abbandonarmi alla devastante tensione accumulatasi all'altezza della mia pancia , sommate a quell'improvvisa sensazione di rilascio dei miei umori.

Mi stavo bagnando per lui.
Mi succedeva sempre, ogni volta che ce lo avevo accanto.

Deglutii la poca saliva rimastami in bocca quando infilò due dita tra l'elastico degli slip e la mia pelle per abbassarmeli. Sempre con così tanta delicatezza. Il mio indumento intimo cadde sul pavimento, ai miei piedi. Portò le sue mani dietro le mie cosce e risalì fino a stringermi le natiche avvicinandomi a sé mentre mi ressi sulle sue spalle quando fiondò la sua bocca contro la mia intimità. Piagnucolai e gettai la testa all'indietro sentendomi leccata e violata dalla sua lingua in quel modo così irruente ; allargai perfino le gambe ormai tremanti volendo sentire quel calore sempre più dentro e sempre più a fondo. Sapeva bene dove e come stuzzicarmi o come farmi raggiungere quel sollievo che tanto bramavo. Sollevò una delle mie gambe e la appoggiò sopra la sua spalla destra aprendomi di più ed io non potei far altro che lasciarmi inghiottire da quell'ondata di inspiegabile tormento, premendo maggiormente il bacino contro il suo muso. Il tocco ruvido della sua barba contro la mia carne morbida mi fece sprofondare nel baratro più profondo, così, mi lasciai andare del tutto dando sfogo ai miei impulsi più carnali ed incominciando a strusciargli contro la fica affinché mi fottesse con la lingua fino a farmi svenire. Ansimai e gridai desiderando raggiungere l'apice più appagante che potesse mai esistere.

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