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HUNTER


«È giunto il giorno. Domani a quest'ora sigilleremo il patto con i Keller e tu sarai finalmente un uomo libero.» Parlò Abel alle mie spalle mentre guardai il cielo tramite la parete vetrata del mio appartamento.
Era incupito, ma non messo peggio della mia anima.

«Sarò libero solo quando avrò fatto fuori quel pezzo di merda.» Replicai soffermandomi a fissare un minuscolo raggio di sole che sbucò dal nulla. Era fievole ma prepotente, abbastanza coraggioso da oltrepassare la densità scura che aveva risucchiato l'intero cielo e la mia mente non potè che colmarsi del pensiero di lei.
Di come fossimo rimasti abbracciati nei sedili posteriori dell'auto in attesa dell'alba. Di come il suo cuore sussurrava al mio pianificando un plausibile futuro insieme. Di come l'avessi solamente annusata affine di memorizzare il profumo della sua pelle, o baciata, consapevole che sarebbe potuto trattarsi dell'ultima volta che avrei sfiorato le sue labbra.
Sospirai serrando a pugno le mani ; le stesse che l'avevano stretta forte al petto, non volendo fare nient'altro che quello per il resto dei miei giorni. Niente sesso, niente carezze provocanti.
Solo io, lei ed il cielo pronto a farci da testimone. Ma il prezzo di quella vendetta era così alto che sicuramente l'avrei persa per sempre e questo mi dilaniava. Mi annientava del tutto.
Soprattutto perché l'avevo riempita di promesse che mai avrei mantenuto, spingendola ad attendermi...

Non se lo meritava.

«Che cos'hai? Non era questo che aspettavi da così tanti anni?» Quasi mi rimproverò. «Non è un matrimonio vero, Hunter. È farlocco e sfrutteremo quest'occasione per avvicinarci maggiormente a lui e ai suoi loschi affari. Sai bene che alla prima occasione toglieremo di mezzo Victor.»

«Io...» ringhiai voltandomi a fissarlo duramente «...io toglierò di mezzo Victor!» Non mi avrebbe privato di quella soddisfazione.
Mai!

Lo vidi acconsentire. «Certo, tu...» mormorò «...ti ho dato la mia parola e la manterrò, ma ti dovrai comportare bene. Dovrai controllare la tua rabbia evitando di rovinare tutto!»

Tesi la mascella e mi massaggiai latesti dolente fino a che allungò la mano come se stesse aspettando che gli consegnassi qualcosa. Assottigliai la vista vedendolo fremere di gioia.

«Non ti darò quella lista.» Lo lasciai di stucco. La sua espressione facciale tramutò in un batter di ciglia, ed inutile aggiungere che mi guardò anche in cagnesco. «Non finché avrò stabilito le mie condizioni. Condizioni alle quali non potrai opporti!»

«Va bene, se è questo che vuoi tienila pure.» Esordì con tono pacato nonostante il sangue gli fosse arrivato al cervello. «L'importante è che non sia nelle mani di Victor.»

«Se dovesse accadermi qualcosa...» incalzai pronto al peggio «...dovrai prenderti cura di una persona.»

Sbigottito, sbatté le palpebre non capendo di che cazzo stessi parlando, ma poco importò perché avrebbe dovuto giurarmelo. «Lo farò. Di chi si tratta?»

«Te lo dirò a tempo debito.»

Restò impassibile ad ascoltarmi fino a che ghignò. «E per caso sei innamorato di questa persona?»

Non risposi, bensì, gli voltai le spalle tornando a guardare l'immensità del cielo e col cuore infranto notai che quel minuscolo raggio di sole fosse stato risucchiato in esso.
Non c'era più.

«Ci vediamo domani.» Lo invitai ad andarsene, desiderando restare da solo.

Non appena lo fece decisi di correre immediatamente da lei. Raggiunsi casa sua, bussai e non appena mi aprì la acchiappai in braccio reggendola di peso e forte a me.

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