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IVY

"Mi sono iscritta ad una scuola guida qui vicino casa ed inoltre sto dando un'occhiata ai vari corsi del college." Informai il nonno in telefonata mentre misi con cura lo smalto sulle unghie dei piedi. "Non ho ancora realizzato bene il fatto che tu mi abbia preso un appartamento oltre ad avermi concesso il permesso di poter vivere da sola, nonno. Non smetterò mai di ringraziarti per questo!"

"Ormai sei diventata una giovane donna ed è giusto che tu faccia le tue esperienza. Sappi solo che la villa rimarrà sempre casa tua."

Sorrisi domandandomi che cosa avrebbe pensato di me il nonno per il fatto che mi stavo frequentando con un ragazzo molto più grande. "Lo so."

"Non appena rientrerò in città che ne dici se usciamo a cena insieme? Ti va? Non ti vedo da qualche giorno e già mi manchi."

"Anche tu mi manchi, e sì, sarei tanto felice di trascorrere del tempo con te. Ti voglio bene, nonno."

"Anche io piccola mia."

Lo salutai e continuai a mettere lo smalto fino a che qualcuno suonò al citofono. Maddy? Nah...mi avrebbe avvisata. Che fosse Hunter? Il mio campanello era l'unico senza nome, impossibile da sbagliare. Però con Hunter mi sarei dovuta vedere la sera ed inoltre mi aveva detto che aveva delle faccende da sbrigare e che lo avrebbero tenuto occupato . Ciononostante ebbi la netta sensazione che si trattasse di lui, così, col cuore in gola e le farfalle allo stomaco corsi ad afferrare la cornetta del citofono.

«Sì?»

«Ho un pacco per Ivy.»

Aggrottai la fronte. «Sì, sono io.»

«Te lo porto di sopra?»

«No, ora ti apro e scendo...» mormorai «...lascialo pure al custode, grazie.»

Uscii di casa e corsi verso l'ascensore curiosa di scoprire di che cosa si trattasse. Non appena le porte metalliche si spalancarono al piano terra mi imbattei nel signor Samuel, il custode del condominio. Reggeva quello che capii fosse il mio pacco e non appena mi riconobbe mi sorrise cordialmente. i miei occhi scintillarono dinanzi al fiocco enorme legato attorno alla mia sorpresa.

«Signorina, stavo giusto salendo da lei.»

«Grazie, è stato gentilissimo!»

«Non c'è di che.» Mi salutò mentre premetti l'ottavo piano conducente al mio attico fremendo dalla voglia di scartare il mio regalo, e soprattutto, di scoprire da parte di chi fosse. Pensai perfino che me lo avesse spedito il nonno. Giunta a casa corsi e mi lanciai sul divano lanciando le ciabatte che finirono chissà dove. Levai con cura il fiocco cercando di non rovinarlo e lo aprii rimanendone ammaliata. Si trattava di un abito corto di raso color cipria, con le spalline sottili e lo scollo a forma di goccia. Abbinato ad esso c'erano anche un paio di sandali di una prestigiosa casa di moda francese, anch'essi rosa. Rovistai sotto la pregiata carta che ricopriva il tutto affine di trovare un bigliettino fino a che lo intravidi.

"Indossali stasera....H"

Sorrisi col cuore in fiamme stringendo l'abito contro il mio petto, scoprendo che fossero da parte sua. Dopodiché, terminati i miei milioni di film mentali, acchiappai il cellulare pensando di ringraziarlo e solo allora mi ricordai del fatto che non lo avessi mai sbloccato.
Lo feci e gli scrissi un messaggio.

*Ho appena ricevuto il tuo regalo. L'abito ed i sandali sono meravigliosi ed io ti ringrazio di cuore, ma non avresti dovuto spendere tutti quei soldi per me...*

Era stupefacente. Aveva perfino controllato che numero di scarpe indossassi? Non feci neppure in tempo ad appoggiare l'aggeggio sul tavolino che lui rispose al mio messaggio.

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