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HUNTER


"Ivy.....Ivy...." gridai ininterrottamente richiamandola. La richiamai di continuo, ma il suo cellulare non suonò più.

«Che succede?» Chiese Ares mentre la mia anima parve staccarsi dal mio corpo temendo il peggio. «Hai perso la linea, vero? Insomma, è normale, siamo in alta quota, no?»  Forse volle solo rasserenarmi, eppure, Tristan riuscì a connettersi con i nostri uomini che la stavano raggiungendo.

«Sono a pochi minuti da dove si è fermato il suo veicolo.» Mi avvisò.
Una manciata di secondi che parvero interminabili, mi separava dal sapere che cosa stesse accadendo.

Me lo sentii fin dentro le ossa che fosse successo qualcosa. La gola si strinse per via dell'ansia ed il cuore si fermò, come se si ostinasse a dare cenni di vita. In preda al panico ed incapace di starmene con le mani in mano, mi sollevai e girovagai sconclusionato ed in modo convulso da un lato all'altro del jet, chiedendomi come avrei fatto ad attendere per altre quattro ore prima di essere lì con lei.
Assurdo!

«Non dovevo lasciarla da sola!» Scagliai la mia rabbia addosso ad uno dei sedili, che colpii con pugni e calci.

«Calmati!»

«Non dirmi di calmarmi, cazzo!... Non dirmelo, Ares! Non ti azzardare!» Gli sbraitai in faccia, fuori controllo, facendolo indietreggiare. Massaggiai con le mani la testa indolenzita e pronta ad esplodere per la sofferenza che mi travolse, finché Tristan scattò in piedi e con l'aggeggio premuto contro l'orecchio mi rivolse uno sguardo che mai avrei voluto ricevere.

Deglutii capendo.
Lo lessi nei suoi occhi neri e cupi, visibilmente rattristati e scossi, ma volli comunque sentirglielo dire.

«Hunter-...» parlò a bassa voce, schiudendo le labbra svariate volte, come se non riuscisse a proferire parola.

«Dimmelo!» Tesi i denti con le lacrime agli occhi. «Dimmelo e basta.»

Temporeggiò un po', facendomi assalire dai sensi di colpa più tormentanti che avevo mai provato. Avevo lasciato la mia donna lì, da sola ed indifesa. Che potevo aspettarmi?

«L'hanno trovata.» Mormorò facendomi andare in apnea, finché lo raggiunsi affine di capire. «La sua auto-...ecco-...il suo veicolo-...»

«Parla cazzo!» Lo afferrai per il colletto della camicia. «Lei dov'è?... È viva?»

Annuì. «Ma la stanno portando in ospedale ed Emir dice che le sue condizioni sono critiche. Non ha ferite da arma da fuoco, nonostante abbiano sparato addosso alla Range. Evidentemente è sbandata, è uscita fuori strada e si è ribaltata. L'hanno trovata priva di sensi e a testa ingiù.»

Emisi un ansimo straripante di dolore, prima che le ginocchia cedessero. Mi accomodai su una delle poltrone del velivolo, a testa china, lasciandomi andare in un pianto a dirotto e silenzioso mentre i due se ne restarono lì a guardarmi, non sapendo proprio come consolarmi.

«Andrà tutto bene!» Ares fu il primo ad appoggiare il palmo della sua mano sulla mia spalla. «È viva e starà bene, credimi. Questo è ciò che più conta!»

«Ares ha ragione...» appuntò Tristan, mentre le loro voci giunsero a me ovattate «..tra poco Emir ci farà avere notizie.»

«Dove cazzo è andata? Perché è uscita senza dirmi niente, porca troia!» Sbottai in un mare di lacrime non riuscendo a perdonarmelo. Se non avessi messo quel localizzatore sul suo veicolo, di sicuro a quest'ora sarebbe ...- ahh...
«Doveva avvisarmi!» Gridai non accettandolo mentre la mano di mio fratello si mosse sulla mia schiena. «Non doveva uscire senza scorta!»

HUNTERDove le storie prendono vita. Scoprilo ora