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IVY

«Wow.» Bofonchiai tra i denti fermandomi a guardare la maestosità di quella villa bianca sommersa nella natura. Avevano tagliato l'erba e sistemato il giardino circostante, rendendola così incantevole che non riuscii a staccarle gli occhi. L'esterno, da vicino, aveva un aspetto moderno ma ciò che mi colpì maggiormente, furono le pareti vetrate. L'ultima volta che l'avevo vista mi era parsa più trasandata ma dovetti ammettere che la ditta edile ingaggiata da Hunter aveva fatto un ottimo lavoro ed in così poco tempo. Certo, serviva una ripulita e bisognava ancora togliere le varie impalcature, ma già così parve più che perfetta.

«Signor Black, la stavo aspettando...» un uomo sulla trentina si avvicinò con un sorriso stampato in faccia. Strinse la mano prima a lui ed infine guardò me «...signora Black.»
Moro, alto, di fisico asciutto e molto sorridente.

«Ivy...» mormorai impacciata ricambiando il gesto «...noi non siamo sposati. Non siamo-...ecco, noi non siamo-...niente.» Le parole mi morirono in bocca e l'uomo annuì mortificato, mentre Hunter mi rivolse un'occhiata che però ignorai.

«Oh, domando scusa. Vi ho visti giungere insieme e ho frainteso.»

«Non importa.» Parlò Hunter invitandolo a mostrarci l'interno, al che, lì seguii sentendomi di troppo. Certo, la villa era bella, ma nella mia testa rimbombarono solamente le parole pronunciate con così tanto rancore da Hunter, poco prima. Badai poco ai loro discorsi e girovagai per il piano terra a curiosare pur di tenere la mente ben occupata e lontana dalla sofferenza recatami da lui.

«Le piace qui? L'interior designer ha rinnovato tutta casa come ordinato dal signor Black.» L'uomo di prima parlò alle mie spalle spaventandomi, poiché fossi totalmente assorta nelle mie pene interne. Lo fissai per un po' ed infine annuii. «Ivy, io sono Jack. Poco prima, da vero sbadato quale sono, non ho avuto modo di presentarmi adeguatamente con te.»

«Stai tranquillo.»

«Vuoi che ti faccia un tour più dettagliato della casa? Il piano superiore è bellissimo. Ho cercato di mantenere la storia racchiusa in queste mure ed in questa casa, dandole comunque quel pizzico di contemporaneità che mancava per essere perfetta. Mi segui?» Chiese esuberante, ma pensai fosse solo fiero di come i lavori stessero procedendo, fino a che voltandosi, per poco non si scontrò con Hunter piazzatosi alle sue spalle. Parve furioso e mi diede sui nervi.

«Dovresti farlo a me il tour visto che sono io che ti pago.»

Jack non fiatò per un po' mentre lui, portò gli occhi fissi a me riservandomi una rabbia del tutto ingiustificata . «Ma certo signor Black, prego seguitemi.» Lo feci, fingendo interesse, seguita verso l'enorme scalinata da Hunter che restò alle mie spalle. E che dire, Jack aveva proprio ragione. La cupola di vetro posta sopra le nostre teste mi lasciò così stupita che non riuscii a trovare un aggettivo degno per descrivere tutta quella meraviglia. Sottostante, dinanzi alla scala, c'era la veranda che dava sul giardino.
Parve più un bosco in realtà.
Un bosco infinito colmo di alberi e dove per mia sorpresa, adocchiai anche un lago. Già, un vero e proprio lago. Corsi ad affacciarmi sul parapetto della veranda e lo scrutai da lontano chiedendomi se ci fossero animali o se ci si potesse fare il bagno. Infine, rientrai imbattendomi in un quadro bellissimo appeso alla parete dinanzi a me.

«Questo è il lago -...» Corrugai la fronte pensando si trattasse di quello vicino alla villa, mentre notai Hunter in disparte, occupato in una telefonata .

HUNTERDove le storie prendono vita. Scoprilo ora