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IVY

Restai nella vasca da bagno per un tempo indefinito, immersa fino al collo nell'acqua bollente. Il vapore coprì la parete vetrata e creò un'ambiente pacifico che mi rilassò, liberandomi da tutta la stanchezza che avevo addosso, racimolata dalle varie giornate scalmanate. Sospirai fissando la parete vetrata che dava sul giardino ed infine, allungai la mano e disegnai su essa una H. Fu un gesto talmente futile ma che mi fece sentire viva. Eppure, tutto intorno a me stava morendo . Pensai a tutto e pensai a niente. A lui, a noi, a ciò che accadde fino a pochi istanti prima, rivivendo ogni cosa con nitidezza sotto forma di una raffica di foto istantanee che sarebbero per sempre rimaste appese alla parete della mia memoria. Una parte di me desiderò che si ripresentasse lì. Che facessimo di nuovo l'amore fino a bruciare le ultime energie rimastomi in corpo. Fino a prosciugarci totalmente nelle bocche di l'un l'altra. Leccai le mie labbra percependo ancora il suo sapore, infine, le sfiorai istintivamente con le dita fissando ancora quella H impressa sulla vetrata e che ormai, vittima del vapore, stava sbiadendo. Che passione inarrestabile, pensai tra me e me, ripercorrendo ogni cosa.
Sguardi, baci, gemiti, morsi.
Mi sentii accaldata non riuscendo a contenere più l'ondata di emozioni che mi travolse. Eppure, lui non era lì con me e la cosa mi feriva a tal punto da turbarmi. Non seppi più come interpretare le sue azioni. Sembrava dannato, come se mi desiderasse più di ogni cosa, ma vederlo uscire in quel modo dalla stanza mi aveva ferita. Percepii dell'amaro in bocca quando deglutii. Non ero stupida e la mia parte razionale e paranoica mi disse che lui mi avesse solamente usata a discapito delle sue esigenze, sodisfando i suoi piaceri carnali.

Sbuffai immergendomi totalmente in acqua, testa compresa. Stavo soffrendo, non lo negai.
Non ero illusa, ero solo umana. Un'umana incapace di obbligare il suo cuore a non battere più per quell'uomo. Tuttavia ero più giovane ed inesperta di lui, e ciò non giovava a mio favore perché a me riusciva difficile resistergli o nascondere le mie emozioni.

Quando riemersi in superficie boccheggiai riempiendomi i polmoni d'aria, percependo una terribile fitta tra le gambe e nel basso ventre. Come se mi avesse lacerato la pelle. Mi diedi un'occhiata e mi toccai nei punti dolenti dove le sue mani avevano esercitato tanta violenza.
Tanta disperazione.
Tanto piacere.

Conoscendolo, o almeno, conoscendo la versione di lui di cui mi ero innamorata, fui certa che una volta uscita di lì l'avrei trovato sul mio letto. La frenesia di quell'illusione si fece spazio nel mio petto, così, una volta indossato l'accappatoio e lavati i denti, abbandonai il bagno scoprendo che non ci fosse.

In quel momento, più che mai, il mio cuore si sentì tragicamente svuotato. Certo, lo amavo ancora, ma non mi meritava e non meritava il mondo che avevo da offrirgli. Decisi di prendere una boccata di aria fresca scoprendo che avesse pure serrato a chiave la porta che dava sul balcone, lasciandomi prigioniera dei miei più funesti pensieri.

Rassegnata, salii sul letto e mi raggomitolai su me stessa fino a che mi addormentai in un mare di lacrime.





HUNTER

«Perché mi guardi?» Chiesi a mio fratello versandomi del caffè. Erano le sette e quarantacinque del mattino , ma di lei ancora nessuna traccia. Desiderando comunque vederla prima di uscire, ordinai ad una domestica di andare a controllare se stesse dormendo o meno.

«Niente.» Sogghignò assaporandosi le sue uova strapazzate. «Anzi no, una cosa da dire ce l'ho, in realtà!»

Sorseggiai il mio caffè mostrandogli indifferenza.

«Sai, questa villa è gigantesca....» ci girò attorno «...ma non c'è villa che tenga per dissimulare quei suoni-...» si corresse «..- quelle grida provenienti dal piano superiore. Grida sofferenti, gemiti, oserei dire. Tu per caso non hai sentito niente?»

HUNTERDove le storie prendono vita. Scoprilo ora