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HUNTER

Lo vidi scendere dal veicolo e feci lo stesso vedendolo accendersi un sigaro e chiamare qualcuno sotto la pioggia dirompente.
Nel frattempo rimasi vigile ed ispezionai il posto circostante. Weston non era un uomo astuto come suo padre, eppure, non era neanche scemo. Mi guardai attorno chiedendomi perché cazzo si stesse dirigendo in uno squallido motel e sopratutto, perché avesse deciso di parcheggiare il suo veicolo così lontano, ma poco prima di compiere un'ennesimo passo il mio telefono squillò e con un balzo, timoroso di poter mandare a puttane il piano, mi nascosi dietro la parete di un vecchio edificio adiacente al motel.

«Cazzo!» Sbottai tra i denti assicurandomi che l'uomo non si fosse reso conto di niente. "Che vuoi?...Senti, ho da fare!" Risposi a Tristan che sicuramente era con Ares, mentre i miei occhi rimasero fermi immobili sulla sagoma dell'uomo che si fece aprire la stanza da una donna. Probabilmente una puttana.

"Perché ti trovi nelle vicinanze di un motel sulla tredicesima?"

Sgranai gli occhi riportando l'attenzione sulla voce del mio amico. "E tu come cazzo sai dove mi trovo-....hai messo un localizzatore sul mio veicolo brutto figlio di una mignotta? Eh?"

"Ho dovuto. Sei tu che ci stai costringendo a comportarci così! Non ci dici più niente e come al solito fai sempre di testa tua. Hai bisogno di noi, hermano!"

Hermano un cazzo.
Digrignai i denti imprecando a bassa voce.

"Sei sulle orme di chi, Hunter? Di Weston , non è così?" Chiese mentre fissai a distanza le ombre dei due tramite la tenda della finestra illuminata. L'unica in mezzo a tutte quelle luride stanze. "Certo, di chi altri sennò? Il mio uomo mi ha riferito che il vecchio si trova alla villa e l'unico che è uscito è quell'idiota di suo figlio."

"Senti, devo andare."

"Che hai intenzione di fare, Hunter? ...Ma dico, sei impazzito?" Prese parola Ares stavolta mentre non potei far altro che tendere la mascella. "Se prenderai Weston, Victor potrebbe fare del male ad Ivy! Come fai ad essere così irresponsabile, me lo spieghi?"

Provai una lancinante fitta al centro del petto quando la nominò. Una saetta che mi percosse in lungo ed in largo, da cima a fondo, perforando ogni poro della mia pelle e bruciando ogni cellula del mio essere quando pronunciò il nome della mia rovina.
Della mia sanguisuga.
Del mio cancro....

"Lo farà, invece!" Tristan, agitato, m'interruppe.

"Stai tranquillo, Victor non farà un bel niente alla tua amichetta!" Controllai che il caricatore della mia arma fosse pieno. "Da cosa è dettata esattamente la tua preoccupazione, Tristan? Per Ivy...oppure per Luna?"

Fece una breve pausa di riflessione ma seppi perfettamente che la causa principale del suo disagio fosse Luna. "Per entrambe! E poi, come fai ad essere certo che non ammazzerà Ivy?"  Sputò arrabbiandosi mentre allontanai l'aggeggio dall'orecchio per monitorare il video in diretta fatto da cecchino, uno dei miei fidati, il quale teneva segregato il direttore della banca nazionale più importante della California in casa sua. L'uomo era notevolmente terrorizzato eppure, nonostante il buon vecchio Victor l'avesse risarcito per bene riempiendogli le tasche di denaro, davanti alla sua vita in pericolo non avrebbe mai messo una promessa fatta all'amico.

"Lo so e basta."   Ripensai alle parole di Anwar Roofs guardandolo legato alla sua poltrona.

Victor Keller giorni fa ha versato tutto a nome di Ivy Keller...

Così disse. Testualmente.

"Non la ucciderà. Le serve, altrimenti perde tutto!"

"Hunter, stai sfidando la sorte amico mio..." parlò Tristan "...Victor è imprevedibile, ragiona per favore!"

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