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HUNTER


«Che facciamo?» Domandò Ares seduto nei sedili posteriori mentre tutti e tre osservammo in lontananza la casa bruciare, nonostante i vigili del fuoco stessero facendo tutto il possibile per placare le fiamme. Per fortuna il danno non era enorme e l'unica zona distrutta parve solo quella anteriore.
L'ingresso.

«Niente.» Mormorai ripensando alle parole di Abel, il quale mi aveva scongiurato affinché non mi venisse in mente di fare qualche cazzata.

«Quel verme vuole assicurarci che siamo qui e che prima o poi usciamo allo scoperto.» Disse Tristan alla mia destra beccandosi immediatamente il mio sguardo.

«Chi si nasconde esce allo scoperto...» lo sgridai «...noi non ci siamo mai nascosti! Abel ha detto che Victor continua a ribadire che la nipote non si trova qui, eppure a Granite Bay Luna ha affermato il contrario. Giusto?»

«Me lo ricordo.» Mi assecondò. «Se solo sapessimo che volto o nome abbia sarebbe un gioco da ragazzi trovarla, però, neppure Luna si sta facendo vedere in giro ultimamente e questo gioca a nostro sfavore.»

«Noi sappiamo dove sta lui mentre lui non sa dove ci troviamo.» Prese parola Ares. «Io dico che una bella visita gliela possiamo fare, giusto per ringraziarlo di questo caloroso benvenuto.»

«Lo faremo...» bofonchiai «...ma maledirà quel giorno.»

Riportai un'ultima volta gli occhi sulla villa dove ormai l'incendio era del tutto smorzato. Dopodiché, misi in moto il veicolo ed andai via vedendo una volante della polizia avvicinarsi.

«Voi due dovrete fare una cosa per me.» Aprirono bene le orecchie. «Ad Abel è giunta voce che domattina Keller avrà un incontro speciale al Fort Sutter con un certo Dimitri Vojkovic, uno dei russi, al quale dovrà consegnare qualcosa di molto importante. Una lista. I maggiori capi dell'organizzazione del Cartello, i territori dove operano e la loro agenda.»  

«Che certezze abbiamo?» Intervenne mio fratello . «Dopotutto, non sappiamo se questo Dimitri verrà o meno.»

«Abel dice che le sue sono fonti certe.»

«Abel? E da quando in qua ti fidi di Abel, sentiamo?» Non potei biasimare Tristan ma tentare di scoprire qualcosa sarebbe stato meglio che non provarci affatto. «Abel potrà anche volerti bene, ma pur di pararsi il suo culo sacrificherebbe anche te senza pensarci due volte.»

«Non stiamo andando lì per lui o i suoi interessi.» Sbottai stringendo forte il volante tra le mani. «Ma voglio guardare in faccia quel figlio di puttana.» Spiegai loro il mio piano nei minimi dettagli affinché si mettessero immediatamente in azione. «Chiama il cecchino in Russia...» feci riferimento ad uno dei nostri «...lo voglio a casa di Dimitri.» E capirono bene il perché. «Quando il vecchio arriverà lì troverà pure me. Nel contempo, voglio che tutti i nostri uomini accerchino la villa dei Keller e facciano fuori chiunque passi davanti, indipendentemente da chi si tratta. Vuole giocare sporco? Bene, perché ha trovato pane per i suoi denti.»

«O dentiera!» Esclamò Ares mentre gli gettai uno sguardo tramite lo specchietto retrovisore.
Era incorreggibile...

«Sai bello, capisco che tu voglia sdrammatizzare tutto però direi che questo è un pessimo momento.»

Sbuffò alle nostre spalle mentre pensai cosa fare con Ivy. Sarebbe stato più opportuno limitare gli incontri poiché se qualcuno mi avesse vista assieme a lei, sarebbe diventata un bersaglio facile e di conseguenza l'avrebbero usata come leva per giungere a me. Quella notte non chiusi occhio. La testa era sovraccarica di pensieri e strategie , ed inoltre ero troppo agitato per riuscire ad addormentarmi o a rilassarmi. Attesi fremente le prime luci dell'alba dando indicazioni precise ad Ares e Tristan su come muoversi finché incominciai a prepararmi per quell'incontro speciale. Ricevuto il via libera dai ragazzi mi vestii e raggiunsi l'hotel dove sarebbe avvenuto l'incontro con Dimitri, in una delle sale più appartate del ristorante, lontano da sguardi indiscreti. Percorsi il corridoio della hall e raggiunsi il luogo vedendoli chiacchierare insieme dinanzi ad un'ottima colazione mentre provai un brivido gelido percorrermi lungo tutta la schiena. Il momento che tanto avevo aspettato era finalmente sopraggiunto. Avanzai nella loro direzione a passo lento ma deciso notando che il vecchio cacciò fuori dal suo dossier un foglio mentre Dimitri afferrò una valigetta, probabilmente colma di denaro. Venduto di merda, pensai tra me e me, ragione in più per farlo fuori una volta per tutte. L'unico scagnozzo che si era portato appresso non appena mi vide sollevò la mano camminando nella mia direzione, al che, con una scaltra mossa e senza pensarci due volte gliela piegai e gliela ruppi facendolo gridare e catturando l'attenzione dei due che parvero sorpresi di vedermi lì. Diedi un gancio secco all'uomo di Victor e lo misi a nanna per qualche ora mentre Dimitri scattò in piedi e mi puntò l'arma a debita distanza.

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