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LUNA


«Ciao Luna.» Udii la voce di Maddy provenire alle mie spalle fino a che la ragazza non si avvicinò con un vassoio retto in mano, ovvero la mia cena. In altre occasioni l'avrei sgridata affinché imparasse a bussare, ma mi ero scordata che il nonno avesse dato ordini precisi ; la porta di camera mia doveva rimanere sempre aperta. «Ti ho portato la cena.»

«Non la voglio, riportala in cucina.» Proferii con un filo di voce lasciandola lì in piedi imbambolata. «Non hai sentito quello che ti ho detto?»

«Sì, ma-...»
Le rivolsi un'occhiataccia.
«Sono giorni che non mangi...» mormorò come se gliene importasse qualcosa di me «...stai dimagrendo troppo e finirai per ammalarti.»

Scrollai le spalle nonostante le sue parole mi colpirono. «E a te che importa? Mi hai sempre detestata.»

«Forse perché mi hai sempre trattata come una merda.»

La guardai sorpresa, ma nonostante quella frase mi lasciò in bocca l'amaro della verità  , non potei negarlo essendo totalmente in torto. «Non vedevi l'ora di rinfacciarmelo, non è così?»

«Non volevo-..» si giustificò pentendosene.

«No, hai detto bene invece...» bofonchiai dandole totalmente ragione «...è la verità.»

Temporeggiò un po' sul posto, come se volesse ostentare altro. «Posso chiederti una cosa? Sai, sono preoccupata per Ivy.» Esordì. «Tu hai per caso avuto sue notizie?»

«E come avrei fatto secondo te? Stando chiusa qui e senza telefono?» Mi vennero le lacrime agli occhi poiché stavo letteralmente impazzendo.

«Lo so, hai ragione. Scusami. Se hai bisogno di qualcosa, chiamami pure. Rimarrò qui ancora per poco prima di andare da mia nonna.» Sussurrò quando mi coprii il viso con le mani pronta a piangere a dirotto mentre lei andò via lasciandomi morire nella mia solitudine. Spensi la luce, portai le ginocchia al petto e rimasi lì in silenzio, perdendomi nei miei mille pensieri e non sapendo più come uscire da quella situazione. Mi mancava mamma e mio padre lo vedevo pochissimo.

Mi asciugai il viso con le mani , ricomponendomi, finché puntata sulla mia finestra notai il riflesso di una fievole lucina proveniente da lontano. Inizialmente pensai che la mia mente stravolta mi stesse facendo uno scherzo, ma non appena mi affacciai, gettando l'occhio nel buio che sovrastava la villa, la vidi. Si spense e si riaccese in prossimità della quercia, sulla strada conducente alle stalle dei cavalli. Assottigliai la vista osservando attentamente in lontananza, finché l'uomo si puntò in faccia quella che capii fosse una torcia, mostrandomi il suo viso.

«Tristan...» sussurrai tra i denti, incredula.

Quell'incosciente era lì, e se solo avesse provato ad avvicinarsi, come minimo, quelli che sorvegliavano la villa l'avrebbero ammazzato.
O peggio ancora, l'avrebbero portato dal nonno.
E poi sarebbe toccato a me.
Pensai comunque a qualcosa finché mi venne in mente Maddy ed il fatto che sarebbe uscita dalla villa a breve. La chiamai senza catturare troppa attenzione, chiedendole di riportarmi la cena poiché avessi cambiato idea, ma quando raggiunse la mia stanza, ancora al buio, le portai via di mano il vassoio e le spiegai il mio piano.

«Dammi il tuo telefono!»

«Che hai intenzione di fare?» Corrugò la fronte. «E perché sei al buio?»

La trascinai con me nella direzione della finestra mostrandogli il ragazzo in lontananza. «Devi andare da lui Maddy-..»

«Cosa?...No!» Sgranò gli occhi terrorizzata nonostante provai a placarla.

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