VICTOR«Come procede qui?» Chiesi a Damian il quale mi accostò camminandomi di fianco , mentre le domestiche, ancora sveglie a quell'ora tarda, ci aprirono la porta principale della villa.
«Tutto bene, signor Keller.» Mi riferì.
«Colin?» Perché non era presente in villa? «Gli ho detto mille volte di trovarsi qui quando noi non ci siamo!»
L'uomo mostrò dello struggimento nel tono della sua voce. «Ha ragione, ma sua nonna sta poco bene e-...»
«Non me ne frega un cazzo della nonna! Chiaro?» Sbottai arrabbiandomi. «È pagato per stare qui.»
«Sì signore.» Si scusò.
«Quella disgraziata invece?» Chiaramente feci riferimento a Luna mentre proseguii nella direzione del mio studio, situato alla fine del corridoio alla sinistra della scalinata. «Mi auguro che non le abbiate permesso di scendere o uscire.»
«No signore, esattamente come aveva ordinato lei!»
«Ottimo.» Appoggiai le mie cose sulla scrivania e mi riempii un bicchiere di cognac giusto per rilassarmi un po'. Il viaggio di ritorno era stato abbastanza teso, un po' per via di un'affare non concluso ed un po' per il muso lungo di quell'imbecille di mio figlio. Parlai del diavolo e lo vidi sbucare alle spalle di Damian, al che, sospirai non potendone più di vederlo così afflitto. «Bene Damian, se non c'è altro...» lo congedai vedendolo annuire e poi allontanarsi.
«Oh no, aspetti-....» si fermò ad un passo dal varcare la porta «...- è passata la signorina Ivy e voleva parlare con lei. Sembrava trattarsi di qualcosa di importante.»
«Mi occuperò di lei domani. Grazie Damian!» Lo mandai via con un cenno di mano soffermando in seguito gli occhi su mio figlio. Parve come se si stesse trattenendo dal dirmi qualcosa, così, lo spronai ad accomodarsi e a bere un bicchierino per farmi compagnia. «Tieni.» Glielo riempii e glielo porsi in attesa che prendesse posto sulla poltrona di velluto dall'altra parte della scrivania. «Ciò che è accaduto oggi non voglio che ricapiti mai più!» Incalzai ammonendolo direttamente. «Mi hai lasciato nella merda davanti ai nostri soci più importanti per fare che cosa? Dov'eri?»
«Fuori, al telefono.»
Ghignai amareggiato. «Hai abbandonato la riunione per rispondere ad una fottuta telefonata da parte di quella viziata di Luna? E per giunta non ti sei più ripresentato? Che cos'ha più importanza per te...eh? Quali sono le priorità in questa famiglia? I tuoi doveri, ecco cosa!» Sbottai.
«È mia figlia, papà e aveva bisogno di me!»
«No, non lo è. Non è tua figlia!» Ringhiai sbattendo il palmo della mano sul tavolo di legno così forte che l'alcool nei bicchieri balzò in aria allagando tutte le mie scartoffie. «È una bastarda che quella puttana di tua moglie ha portato qui prima che vi sposaste. Chiaro? E tu, alle mie spalle, nonostante lo sapessi bene che fosse già incinta, le hai messo la fede al dito facendo il buon samaritano e regalando tutti questi privilegi a quella poco di buono che sperpera i nostri soldi come più le piace spassandosela con altri uomini.»
«Non parlare così di mia moglie, ti prego.» Disse. «Inoltre, Luna è mia figlia e considerando il mio problema....»
«Dillo, la tua sterilità! Sterile e cornuto.» Lo corressi mentre deglutì vergognandosene. Fosse stata la mia donna l'avrei ammazzata. «È fortunata, l'ha passata liscia con poco. Ma se me la dovessi trovare tra i piedi non ci penserei due volte ad aprirle un altro buco in faccia. Ti avverto!» La rabbia che colmò il mio studio fu così densa che potei affettarla con un coltello.

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HUNTER
Storie d'amoreStoria ad alta tensione ‼️ Presenta scene di sesso, violenza e tossicità , per cui, se ritieni di essere sensibile a certi argomenti, ti consiglio vivamente di non incominciarla a leggere 🚫 I Keller sono considerati la famiglia più temuta e rispet...