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HUNTER


La vidi ritornare dai suoi amici, dopodiché, andarono via tutti assieme. Si lasciò perfino toccare da quell'idiota che le allacciò il braccio alla vita così saldamente che il petto mi scoppiò, come se mi stessero prendendo a pugni lì. Camminai percorrendo il tratto di corridoio rimasto affine di tornare da Ares e Tristan finché calpestai qualcosa di metallico. Inizialmente pensai si trattasse di qualche penny caduto a terra, ma poi, guardando meglio scoprii fosse la sua collanina. La farfalla che sino a poco prima era appesa al suo collo e che probabilmente gliel'aveva regalata lui. Mi inginocchiai e la raccolsi accarezzandola col pollice prima di infilarla in tasca.

«L'hai fatta scappare? Che le hai fatto?» Domandò Tristan mentre Ares aveva messo il muso. Non seppi esattamente se per il fatto che Ivy se ne fosse andata oppure perché avesse appreso che fosse unicamente mia. Non sarebbe mai stata sua a prescindere dalla sbandata che si era preso. Gli gettai un'occhiata, parve un cane bastonato, ma non riuscì ad impietosirmi. Quando si trattava di lei sarei stato capace di disertare perfino lui.

Sorseggiai del cognac che mi portò una delle ragazze facendomi sfacciatamente la corte, anche se non fui proprio in vena di badare a lei e la mandai via con un cenno di capo. «Vai da Ares...» le ordinai «...mi sembra un po' giù di morale.»

Nonostante lui si oppose lei si sollevò un po' la stoffa del vestito azzurro che le fasciava le curve e gli si sedette sulle cosce, agganciando il collo del moro con il suo braccio. Tristan rimase zitto a fissarmi, soprattutto quando ripresi in mano la sua collanina. Mi sentii una merda, non sapevo neppure che fosse il suo compleanno. Sarei dovuto esserci io al posto di quella sanguisuga bionda, ed invece, mi ritrovavo accerchiato da puttane pronte a farmi un pompino. Io dovevo renderle magica ed indimenticabile quella serata, non di certo loro.
O lui.
Inspirai sonoramente riempiendomi i polmoni quando nella mia testa si innescò un pensiero azzardato.
L'aveva baciata?
L'avrebbe baciata?
Erano usciti nell'arco di quei giorni in cui mi ero allontanato da lei? Ivy non si fidava più di me, ma me l'ero cercata io. I miei continui tira e molla l'avevano esasperata a tal punto da non riuscire neppure a ricambiare i miei sguardi e quelle poche volte che l'aveva fatto, mi ero reso conto che non fosse rimasto più traccia di me. Mi ero dichiarato forse troppo tardi e probabilmente, anzi, sicuramente neppure le ero apparso sincero e ciò mi dilaniava dentro. Ciononostante, sapevo come riconquistarla. Il punto era, volevo davvero farlo? Insomma, che ci avrebbe guadagnato da uno come me a parte guai? Un bel niente.
Era quella la verità.
Per il suo bene avrei dovuto lasciare le cose così, concedendole di viversi la sua vita e di frequentare gente della sua età.
Età acerba.
Era ancora così bambina.
Eppure, io ero un fottuto egoista ed il desiderio che nutrivo verso quella creatura cresceva a dismisura dentro di me ogni secondo che passava.

«Che hai da guardare?» Mi riferì a Tristan, assaporandomi un'ennesimo sorso di cognac mentre notai che Ares fosse diventato così intimo con quella ragazza tanto da ficcarle la lingua in gola.

«Niente.» Mormorò scrollando le spalle mentre infilai in tasca la collana riponendola al sicuro. «Ma hai la faccia di uno che ha appena incassato un due di picche.»

Mi appoggiai all'indietro accomodandomi per bene sul divano sotto gli occhi curiosi di lui.

«È così.» Ammisi abbassando le mie difese e puntando lo sguardo sulla folla di gente che si stava scatenando in pista.
Non aprì bocca.
Ero riuscito ad ammutolire perfino quel logorroico con la mia confidenza. Ma sapevo di poter contare su di lui per qualsiasi cosa, certo che non mi avrebbe mai giudicato. «Quella piccola stronza mi sta facendo impazzire.» Giocherellai col bicchiere ancora stretto nelle mani capendo quanto Ivy fosse capace di rendermi vulnerabile.

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