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HUNTER


«A che punto sei con la villa?» Chiese Abel indossando la sua giacca poiché aveva un volo che lo attendeva mentre rimasi dinanzi a lui con le mani in tasca.

«La ditta edile è già all'opera ...» lo informai più dettagliatamente «...tempo qualche giorno e potremo rientrarci.»

«E con la ragazzina? Che intenzione hai con lei?»

Che intese? Strinsi i denti accentuando la mascella, poi cacciai un sospiro non volendo proprio udire nulla sul suo conto. «La terrò qui finché Victor verrà a riprendersela.»

Scosse la testa accendendosi un sigaro.
«Non verrà.»

«Io dico di sì.» Ribadii fermamente. «Inizialmente ho pensato che non avrebbe mai acconsentito a portarmela qui considerando l'amore e la protezione smisurata che nutre nei suoi riguardi, con la consapevolezza che avrei potuto farle del male -...»

«Appunto!» M'interruppe.

«...ma lui l'ha consegnata a me fin troppo facilmente e la cosa mi fa pensare che stia bluffando. Victor vuole farmi credere che non le importino le sorti della nipote , cosa che di conseguenza lo rende intoccabile.»

«Ti sbagli...» intervenne di nuovo «...come può non importarle se Ivy è l'unica vera Keller.»

«Che cosa?» Aggrottai la fronte vedendolo annuire come segno di conferma.

«Quando Weston Keller ha sposato sua moglie la donna era già incinta di qualcun altro e Victor questo non l'ha mai accettato. Per questo ti ha proposto immediatamente Luna!»

«Tu lo sapevi?» Sbottai girovagando sul posto, frastornato dalle parole di Abel il quale mi aveva tenuto all'oscuro di un'informazione così importante. «E perché non me lo hai detto? Avresti acconsentito che mi sposassi con Luna nonostante non fosse una vera Keller?»

«L'ho fatto per proteggerti!» Disse secco. «Sono sceso a così tanti compromessi per te, solo ed esclusivamente perché non ti accadesse niente. Ti avrei preferito con Luna o con una qualsiasi, purché vivo.»

Scossi la testa dalle sue assurdità mentre sbatté la mano un paio di volte sulla mia spalla prima di camminare nella direzione della porta d'entrata, dove indossò i suoi stupidi occhiali da sole.

«Quando organizzerai il matrimonio, mi inviterai, vero?»
Ridacchiò.

Risollevai gli occhi puntandoglieli addosso come una furia. «Non ci sarà alcun matrimonio, Abel. Se Victor Keller vuole così bene a sua nipote, proporrò a lui uno scambio alla pari. La sua vita, per quella di...lei.» Deglutii non riuscendo a pronunciarle il nome mentre lui espirò del fumo dalle narici.

«Giungerà anche il suo momento...» replicò «...ma non ora!»

Mi salutò con un cenno di capo chiudendo la porta alle sue spalle lasciandomi lì inerme sul posto a pensare, guardando la domestica apparecchiare la colazione sull'enorme tavolo, in sala. L'orologio appeso sulla parete alle spalle della vecchia donna segnò le otto, ma di lei, nessuna traccia. Che non si fosse ancora svegliata?

«Hey, bello!» Ares catturò la mia attenzione, al che, ancora furioso con lui, gli gettai un'occhiata di sbieco e lo ignorai sorpassandolo. «Abel è già andato via? Senza fare colazione?»

Mugugnai confermandolo, raccogliendo le chiavi della macchina ed il portafogli dal mobile accanto alla parete della sala.

«Tristan?»

«È uscito presto stamattina. Aveva da fare!»

Non fiatò per un po' captando il mio distacco. «Senti, se ci sei rimasto male per ieri -...»

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