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IVY

Guidò come un pazzo e senza una meta ben precisa poiché imbucò la circonvallazione opposta a casa mia, casa sua ed il suo locale. «Puoi andare più piano?»
Era impazzito? Pensava che ci fosse solo il suo veicolo in strada? Terrorizzata gli lanciai qualche sguardo che però ignorò, così come i miei richiami. «Hunter!....Hunter, basta!» Lo scongiurai vedendolo accelerare e sorpassare le vetture come se fossero birilli mentre il cuore mi smise di battere per la paura.

«Chi era quello?»

«Chi?»

«Lo spaventapasseri che hai baciato al Karma, Ivy!»

«Hunter, fermati!» Implorai un'ennesima volta stringendomi alla cintura di sicurezza quando raggiunse i duecento chilometri orari o poco più. Era un folle alla guida ed io stavo tremando come una foglia secca preda del vento autunnale.

«Era il tizio di Granite Bay, vero?»

Strinsi i denti e serrai gli occhi ormai gonfi di lacrime quando usò la corsia addetta agli autobus. «Hunter, fammi scendere....basta, ti prego, ho paura!» Gli urlai contro fino a che rallentò e ci ritrovammo fermi con le quattro frecce in una sosta di emergenza.
Scesi dal veicolo, necessitavo aria.
Respirai a fatica.
Andai in crisi.
La gola era stretta in una morsa immaginaria e le ginocchia molli come gelatina, tant'è che dovetti piegarmi in avanti .

Lo percepii alle mie spalle.

«Che speravi di scatenare con quel bacio? Rispondimi, Ivy!»

«Non ti avvicinare.» Gli ordinai con quella poca riserva di fiato che avevo anche se come al solito fece tutto il contrario. Bene, prima aveva deciso di fare il pazzo andando incontro alla morte ed un attimo dopo si stava preoccupando per me? Assurdo! «Stammi alla larga!» Lo spintonai via da me. «Non mi toccare!» Premetti le mani sul suo petto e lo allontanai nuovamente. «Sei soltanto uno stronzo, Hunter!» Sbraitai dando sfogo alle mie emozioni e liberandomi da quel tumulto fastidioso che mi contorse la pancia. «Ho passato tre giorni di merda, a letto, in angoscia per te. Tre lunghi giorni a domandarmi dove fossi o se stessi bene ma tu non te lo meriti...» tirai un respiro lungo «...tu non meriti niente e non meriti me! Sei solo un'arrogante ed un'egoista che pensa solo a sé stesso. A quello che ti riguarda, ai tuoi affari di merda o a ciò che vuoi che sia lì pronto a servirti per quando ne hai voglia. Nessun altro esiste al di fuori di te!» Lo ammonii duramente gridando fuori tutto ciò che mi passò per la testa. «Beh, hai sbagliato persona, Hunter....» abbassai i toni mentre i suoi occhi ambrati puntarono i miei e lui mi ascoltò attentamente «...è vero che tu non mi hai mai promesso niente, ma a tutto c'è un limite ed io non sono né Lea e neppure quell'altra con cui flirtavi poco fa al Karma, o conoscendoti, anche quelle che ti sarai fatto in Messico. Sai che cosa penso? Penso di aver visto davvero del buono in te e credo che forse ti ho sopravvalutato creando nella mia testa una versione di te che neppure esiste e spingendo il mio cuore a frantumarsi più di quanto lo abbia fatto tu!» La mia voce mi tradì, tremando, cosciente che quella sarebbe potuta essere l'ultima volta che l'avrei visto. Fu comunque più forte di me esternargli quelle emozioni che mi stavano divorando dentro dilaniandomi l'anima. «Posso capire il fatto che tu forse non sia abituato a ricevere amore o non sappia che cosa sia il rispetto per i sentimenti e per chi come me è pronto a donarteli incondizionatamente . Posso anche capire il fatto che tu sia freddo ed incapace di lasciarti andare o che abbia bisogno di tempo. Mi sta bene, lo giuro! Come mi sta bene che tu sia implicato in faccende pericolose che non fanno parte del mio mondo...» aggiunsi mentre il suo volto si addolcì «...ma non accetto la mancanza di rispetto o questo trattamento che mi riservi fingendo che io non esista, oppure esista solo quando ti fa comodo e  vuoi giocare perché ti annoi.» Lo azzittii. Non emise alcun suono dalla bocca. «È vero, sono stata una stupida a baciare Finn con la speranza di poter ferire te. Ma forse dovrei dargli un'occasione perché è gentile, serio e gli piaccio. Farò così, e smetterò di inseguire un uomo arido e vuoto come te! Un uomo di quasi trent'anni che gioca a fare il donnaiolo con tante perché probabilmente non riesce a soddisfarne neanche una!» Gli sbraitai in faccia pronunciando l'ultima frase , vedendolo tendere e rilasciare i muscoli della mascella in continuazione.  Lo avevo ferito nell'orgoglio? Nah...impossibile ferire un cuore fatto d'acciaio.

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