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IVY

Mi svegliai nel pomeriggio e mi sentii irrigidita, come se fossi reduce da un letargo durato per mesi. Quella mattina, tornati dal mare ci eravamo fermati a casa mia a fare colazione e poi ad appisolarci sul mio letto, ma al mio risveglio lui non c'era più lì accanto a me. Allungai il braccio per acchiappare il cuscino dove aveva riposato e lo abbracciai annusandone la sua essenza ancora racchiusa lì nel tessuto. Improvvisamente i miei polmoni si espansero e si colmarono d'aria mentre ripercorsi nella mente come un breve cortometraggio i momenti passati insieme la notte precedente.
Le sue mani, la sua bocca su di me.
Lui dentro me o come mi possedeva.
Strinsi le gambe tra loro percependo un fremito pulsarmi tra e nel contempo mi chiesi dove diavolo fosse finito. Abbandonai il suo cuscino e mi voltai dall'altra parte per prendere in mano il cellulare fino a che mi accorsi di un bigliettino appoggiato sopra il mio comodino. Lo presi in mano e lo lessi.
Era da parte sua.

*Russi....H*

Sorrisi tra me e me ficcando il muso sulla morbidezza del mio cuscino, imbarazzata. Mi prendeva in giro, era palese. Dopodiché, decisi di scrivergli un messaggio pensando che data l'ora fosse già occupato con la gestione e l'apertura del locale.

*Io non russo e tu sei uno stronzo! Ma dove sei finito?*

Attesi per un po' con le farfalle che stavano impazzendo nel mio stomaco ma lui non replicò, annientandomi poco a poco il sorriso. Ciononostante non demorsi pensando che fosse davvero occupato e che non appena si sarebbe liberato mi avrebbe chiamata. Per ammazzare il tempo mi feci una lunga doccia e dopo essermi rivestita pensai di preparare la cena. Mangiai in terrazzo controllando quel maledetto cellulare ogni due secondi fino a che mi passò la fame. Erano trascorse almeno un paio d'ore da quando gli avevo scritto e non volevo telefonarlo o sarei sembrata disperata e assillante. Ammirai il panorama della città reggendo quel piatto di spaghetti ormai raffreddati tra le mani fino a che udii il campanello di casa e col cuore in gola corsi ad aprire certa che fosse lui.

Sgranai gli occhi alla vista del...

«Nonno?» Mi gettai tra le sue braccia stringendolo forte a me

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«Nonno?» Mi gettai tra le sue braccia stringendolo forte a me. «Che ci fai tu qui?»

«Come che ci faccio qui?» Ridacchiò scostandosi per darmi un bacio su ciascuna delle guance. «Sono venuto a trovarti!» Chiuse la porta mentre saltellai dalla gioia mostrandogli il mio appartamento.

«Ti piace come l'ho sistemato?»

Si diede un'occhiata attorno. «Oh, tantissimo!»

«Hai mangiato?» Chiesi euforica. «Ho preparato gli spaghetti al ragù. Ti va un piatto? Potremmo cenare insieme sul terrazzo ammirando la città!»

Annuì. «Va bene.»

Corsi a riempirgli un piatto di spaghetti mentre lui girovagò per casa fino a che mi bloccai. E se Hunter fosse tornato mentre il nonno si trovava ancora lì con me? Che mi sarei inventata?
Merda!

HUNTERDove le storie prendono vita. Scoprilo ora